HADES II

C'è sempre altro da imparare

La verità è che gli esami non finiscono mai. Poi, come scriveva Daniel Pennac, a fare il totale dell’addizione ci penserà il medico legale. Anche per Melinoe, figlia segreta di Ade e Persefone, vale questo principio. Ogni discesa nell’Oltretomba per tentare di ammazzare Chronos – il Titano del tempo, nonché suo nonno – si apre con un esame. E che esame: è la più grande strega della Storia, Ecate, a sedere in cattedra. Beh, “sedere” si dice tanto per dire. La battaglia è veloce, dinamica, e conviene non star ferme quando Ecate lancia il suo celebre maleficio di trasfigurazione – pena diventare una pecorella che fa saltella con fatica fuori dalle aree d’attacco della nostra maestra. Se non riusciamo a sconfiggerla, Ecate ci inviterà ad allenarci ancora, a provare e riprovare. Se invece abbiamo la meglio su di lei, ci farà presente che questo è solo l’inizio: oltre le sue spalle larghe ci attende un tremendo percorso a ostacoli per liberare la nostra famiglia.

Hades II è un seguito, ma è anche una prima volta per Supergiant Games, che non si era mai dedicato per due volte allo stesso universo ludico e narrativo. Questa eccezione è stata spinta da diversi fattori: di certo, tra questi rientrano i dieci milioni di copie vendute del primo capitolo. Ma anche una certa facilità nell’espandere il suo universo, rivolgendo lo sguardo a un’altra divinità dimenticata: la sorella del protagonista di Hades. Dopo lo sbruffonerie di Zagreus, la serietà di Melinoe è un fortissimo cambio di passo, un distacco talmente forte che fin dal 6 maggio 2024 (il giorno in cui è iniziato il percorso della dea di zafferano vestita nell’accesso anticipato, e anche quello in cui ho trascorso la mia prima notte di lotta nei suoi panni) non ho percepito minimamente una sensazione di stanca, di continuazione di un qualcosa che, dopo oltre cento ore passate con Zagreus, conoscevo già bene; era tutto nuovo, salvo la consapevolezza che avrei dovuto faticare per farmi largo nell’Oltretomba, e che più o meno avrei dovuto seguire il medesimo canovaccio: quello di un roguelite frenetico in cui i doni delle divinità, ricevuti ogni notte, e le loro combinazioni sono decisivi per avere la meglio sulle forze del Titano del tempo, ma è necessario anche dedicarsi alla cura dei potenziamenti permanenti e all’allenamento nell’utilizzo delle varie armi, tutte uniche, ciascuna portatrice di stili di combattimento completamente differenti. 

E qui c’è stato il mio primo errore. Pensavo che, come nel primo capitolo, il percorso sarebbe stato a senso unico. Non avrei potuto sbagliarmi più di così, anche perché ben presto ho capito che Hades II, già da quel 6 maggio 2024, era incredibilmente più ricco di contenuti del suo predecessore. Attenzione: non sono una fan della quantità sulla qualità. Proprio il contrario. Ma quando ho iniziato ad apprezzare le pieghe della trama di questo seguito – che riesce anche a essere commovente nel raccontare la storia di una famiglia separata dal destino – e la ricchezza di profili dei personaggi del Crocevia, beh, sono rimasta di stucco. E ho continuato a giocare, fino a superare le ottanta ore nel solo periodo di accesso anticipato, scoprendo i segreti dei due percorsi a disposizione, uno verso le profondità dell’Oltretomba, e uno verso la superficie. Il periodo di accesso anticipato ora si è concluso, ed è tempo di tirare le somme: Supergiant Games ha pubblicato la versione definitiva di Hades II il 25 settembre, in un mese densissimo di uscite clamorose (e di grandi storie al femminile: penso a Hollow Knight: Silksong e Silent Hill f, e non solo), e ha chiarito che non saranno inseriti contenuti aggiuntivi in futuro. Alea iacta est. Ora lo studio si dedicherà a eventuali patch correttive, e poi penserà al futuro.

Ora che Hades II è approdato anche su Nintendo Switch 2, ho deciso di approcciarmi alla versione definitiva del gioco in maniera composita. Ho utilizzato la mia Steam Deck OLED per proseguire dal punto avanzatissimo in cui ero arrivata (avevo completato praticamente tutti i contenuti della versione in accesso anticipato) per capire come vengono tirati le fila della storia di Melinoe e della sua famiglia divina. Su Nintendo Switch 2, invece, ho intrapreso una nuova partita. Ho apprezzato la possibilità di avvalersi dei salvataggi incrociati: dal menu di gioco è possibile accedere agli account di altre piattaforme (nel caso di Switch, a Steam e a Epic Store). Senza contare che Supergiant Games è riuscita nell’impresa titanica di lasciare intatti i salvataggi dei giocatori, senza alcuno scossone, per tutto il periodo di accesso anticipato, fino all’uscita della versione 1.0. Impresa in cui, come ben sappiamo, non tutti gli studi che si avvalgono di questa modalità di sviluppo riescono. 

Tornando alla questione delle piattaforme, devo dire che giocare Hades II con Nintendo Switch II in modalità docked si è rivelata la mia scelta preferita: poter apprezzare l’estro di Jen Zee e del resto degli artisti di Supergiant Games su televisore con schermo 4K e tecnologia HDR è stato un vero piacere. E anche un aiuto in termini di leggibilità dei combattimenti, che – come ben sa chi ha giocato Hades – diventano ben presto caotici, rapidissimi e pieni così di nemici mostrati a schermo. È un ribollire barocco che, però, il team guidato da Greg Kasavin riesce a gestire in maniera impeccabile dal punto di vista tecnico – anche se sì, avere uno schermo televisivo di certo aiuta a essere più precisi nella gestione dei movimenti e delle abilità di Melinoe.

E direi che è ora di spendere due parole sulla nostra protagonista di zafferano vestita. Vi avevo già parlato delle ispirazioni mitologiche, letterarie e artistiche dei personaggi di Hades II in un approfondimento dedicato. Proprio come era avvenuto per Zagreus nel primo Hades, la scelta di Supergiant Games è ricaduta su un personaggio marginale della mitologia greca. La Melinoe dell’Inno Orfico numero 71, la “giovane ctonia, dal peplo color zafferano”, “talvolta ben visibile, talvolta nascosta, brillante nelle tenebre, / che compie attacchi snervanti nel cuore della notte” cui gli iniziati si rivolgevano con timore per i suoi poteri magici, è una delle figure femminili più oscure del pantheon greco. Il team ha avuto a che fare più con un’impalcatura che con un personaggio vero e proprio, una struttura su cui costruire una storia – quella del rapimento della sua famiglia a opera del Titano del tempo, e la sua crescita a opera della strega Ecate – che non manca di avere risvolti sorprendenti. E di raccontare una straordinaria vicenda articolata in un’intricata rete di rapporti di amicizia, di particolari, e bellissime, forme di maternità (cos’è una maestra come Ecate se non una madre dolce e inflessibile al tempo stesso?), inimicizie, dispetti e sorellanza. Come quando ci fermiamo a cantare insieme ad Artemide e invochiamo l’aiuto della potente Luna, astro da sempre associato alla sfera femminile, peraltro portatrice per tramite della dea Selene di alcuni tra i poteri più devastanti di Hades II

Potere della sorellanza.

Esattamente come il primo Hades, anche questo seguito ci vede incontrare, di notte in notte, un gran numero di divinità olimpiche che ci inviano dei doni. Da Afrodite ad Apollo, passando per Ermes, fino ad arrivare a Poseidone, ognuno degli Olimpi è portatore di abilità passive e attive specifiche che rendono unica ogni notte trascorsa nei panni di Melinoe. Esistono abilità capaci di mutare i doni proposti, ma non ho mai sentito la necessità di avvalermene: ogni percorso si struttura in maniera unica ed efficace, anche se è dominato dal caso, grazie a un bilanciamento che era già straordinario all’apertura di questo lungo periodo in accesso anticipato, e che oggi risulta ancora più efficace e sfaccettato. Anche se sembra incredibile a dirsi, la varietà di approcci possibili all’avventura è aumentata nel corso dei mesi, e questo vale anche per i potenziamenti permanenti di Melinoe, disponibili nell’hub centrale del Crocevia dove si torna alla fine di ogni notte. Gli incantesimi di Melinoe, con l’aiuto del calderone magico di Ecate, possono creare oggetti o far apparire particolari reliquie nel Crocevia o nelle strade che percorreremo per giungere in superficie o nelle profondità dell’Oltretomba, e gli spettacolari tarocchi magici sono portatori di possibilità da gestire accuratamente a seconda della nostra capacità magica complessiva: più è alta, più tarocchi potremo portare con noi, con conseguenze notevoli sulla nostra build. E poi ci sono i ninnoli equipaggiabili, non più d’uno per notte (ma chissà, potreste sbloccare la possibilità di cambiarli in corso d’opera!). E ancora: i famigli, fedeli compagni di ogni strega. Ognuno tra gli animaletti del Crocevia ha un’influenza su Melinoe (ad esempio, sui suoi punti vita) e ha abilità specifiche. E poi arriviamo a un capitolo fondamentale: quello delle armi.

Sono sei in tutto, ma questo numero potrebbe risultare fuorviante. Questo perché ciascuna arma ha diversi sembianti, ossia configurazioni specifiche che ne cambiano – anche in maniera decisiva – l’utilizzo e l’impostazione. Prendiamo la mia preferita, ossia il Manto Nero di Xynth. Il Sembiante di Melinoe di quest’arma aumenta la velocità di movimento e d’attacco della protagonista, mentre il Sembiante di Nyx è portatore dell’abilità Volo Omega, che trasforma Melinoe in una Figlia della Notte: ogni attacco si divide in due dopo l’impatto, causando danni devastanti nelle fila nemiche, soprattutto se gli avversari sono ravvicinati tra loro. Non è tutto, naturalmente: lascio a voi il piacere della scoperta, che per me si è rinnovato ricominciando l’avventura su Nintendo Switch 2.

In cosa si traduce tutto questo? Beh, quella di cui sopra è una mera lista d’ingredienti che poco o nulla riescono a dire del risultato finale. Si capisce che sono tanti, certo, ma non ne risulterà un gioco troppo complicato, troppo pieno di sistemi diversi? La risposta, niente affatto scontata, è no. Certo, la scelta di sviluppare un seguito dopo aver creato forse il miglior roguelite della storia dei videogiochi ha aiutato: Hades II si erge su fondamenta titaniche. Che, però, sono anche un grosso rischio. Sappiamo bene che i seguiti tendono a non avere lo stesso successo commerciale dei primi capitoli delle serie, e che aver generato un vero e proprio fenomeno può essere una forte fonte di stress per un team. Come si migliora ciò che, per molti, era già perfetto? La risposta di Supergiant Games è stata: con umiltà. Perché, incredibilmente, è proprio vero che si può fare sempre meglio. E con quattro anni di lavoro, una squadra solida (sappiamo che vi è grande armonia tra i fondatori, e che la cultura aziendale è sana e pulita, una rarità nel mondo dello sviluppo videoludico) e zero crunch. Zero. In un’intervista rilasciata a Nathan Grayson per Kotaku nel 2019, Greg Kasavin paragonava lo sviluppo di un videogioco a una maratona. “Il nostro intero viaggio è una sorta di mega-maratona in cui la nostra idea di successo per un determinato gioco è che riusciamo a vivere per creare un altro gioco dopo di quello”, ha dichiarato. Oltre alle parole di Kasavin, colpisce la foto del team presente nell’articolo. Mostra undici persone. Jen Zee, l’eccezionale direttrice artistica, è al centro. Greg Kasavin è appena visibile, defilato, l’ultimo a destra, in seconda fila, ben lontano dai protagonismi di tanti altri personaggi del settore.

La storia di Hades II sembra proprio quella di questo bel team: non il percorso di un singolo, ma la maratona di molti. Credo sarebbe impresa impossibile vincere senza l’aiuto dei doni divini, e poi dei tarocchi, dei famigli, di Ecate, di quella scorbutica di Nemesi, e poi delle canzoni di Artemide, della magia fortissima di Selene, e delle botte prese da Schelemeo per farci allenare. Giocando Hades II ci si mette alla prova nella maniera più dura, ma nel mentre si respira tutta la serenità di una squadra che ha potuto lavorare secondo le sue regole: ossia, per bene. Alla mia ottantunesima notte (sono rimasta tanto colpita che me la sono segnata), quando ormai avevo affrontato Ecate decine e decine di volte, Melinoe ha tirato un sospiro davanti alla porta che l’avrebbe condotta dalla sua maestra e ha detto: “C’è sempre altro da imparare”. Perché la vita, e i videogiochi, sono un continuo esame. Le addizioni si fanno alla fine. E quella di Supergiant Games, per me, risulta nel più alto dei voti possibili.

Pubblicato il: 29/09/2025

Provato su: PC Windows

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5 commenti

Per me semplicemente la migliore recensione di Hades 2 del web! Va molto oltre la solita esamina di pregi e difetti o di un banale voto dato ad un videogioco! Me la sono riletta già 3 volte, adesso devo capire se rileggerla una quarta volta o prende …Altro... Per me semplicemente la migliore recensione di Hades 2 del web! Va molto oltre la solita esamina di pregi e difetti o di un banale voto dato ad un videogioco! Me la sono riletta già 3 volte, adesso devo capire se rileggerla una quarta volta o prendermi il gioco su Switch 2! Bravissima Giulia, io non sono nessuno, ma stai diventando una delle firme migliori del settore, almeno per il sottoscritto!

Spettacolo, in attesa della versione fisica per switch 2!

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