Recensione

HUNT THE NIGHT

I muri hanno gli occhi. Sanguinano. La carne imputridisce. La Notte non fa prigionieri.

Gli ultimi mesi hanno rappresentato per me uno dei periodi meno stimolanti delgi ultimi anni, almeno ludicamente parlando. Sono sempre abbastanza lontano dal mondo dei Tripla A, ho schivato il remake di Resident Evil 4 (non Francesco, e infatti lo ha raccontato nella sua recensione di Resident Evil 4) e anche dal sottobosco dei videogiochi più piccoli mi sono arrivati pochi stimoli degni di nota. Non è un dramma, la mia attenzione è focalizzata sul prossimo semestre in cui sono concentrate gran parte delle pubblicazioni che aspetto con più curiosità, però questo stato di attesa e sospensione mi ha permesso di buttarmi con parecchia curiosità su titoli a me abbastanza sconosciuti con grande curiosità (oltre ad essere stata una piccola manna dal cielo per quel paio di accettate che ho tirato al mio backlog). Hunt the Night l’ho scoperto un po’ così, mentre mi aggiravo annoiato tra le compilation di trailer dei titoli in via di pubblicazione, ed è riuscito a catturare la mia attenzione in pochi secondi. Voglio essere brutalmente onesto: in un periodo un po’ meno vuoto (o più magmatico, se preferite), non so se avrei deciso di dedicargli del tempo, ma Hunt the Night si è rivelato una piacevolissima sorpresa.

OSCURITÀ

Uno dei videogiochi che attendo con più trepidazione in questo 2023 - e ve l’avevo già raccontato nella retrospettiva dedicata allo Steam Next Fest - è sicuramente Radio the Universe, e l’aver messo le mani sulla demo mi ha lasciato addosso un senso di frustrazione e impazienza come non mi succedeva da tempo. Chiamatelo Hype se volete, io faccio fatica ad ammettere di esserne ancora vittima in certi casi. Avevo bisogno di un palliativo, di qualcosa che potesse risucchiare la mia attenzione abbastanza a lungo da distrarmi per un po’. Ecco: Hunt the Night è stato il mio metadone per ingannare l’attesa di Radio the Universe. A dirla così in realtà non credo di star facendo un’ottima pubblicita ad Hunt the Night, però è così che l’ho approcciato e forse è proprio per questo che mi ha stupito così tanto.

A dirla tutta, è chiaro che l’ispirazione principale per Hunt the Night sia Bloodborne, nella misura in cui si tratta di un action con qualche lievissima sfumatura da RPG inserito all’interno di un’ambientazione gustosamente gotica, decadente e oscura che vede il mondo braccato dalla minaccia della Notte, che si estende sugli umani trasformandoli in deformi agglomerati di carne guidati solamente da una cieca violenza rivolta verso qualsiasi cosa gli si avvicini. La protagonista, Vesper, è una Stalker, una sorta di cacciatrice la cui unica vocazione è quella di combattere l’avanzata della Notte ricercando i cinque frammenti di un magico sigillo in grado di contenerla scongiurando la definitiva caduta del mondo.

È proprio in questi rimandi diretti al concetto della caccia e di un ordine votato allo sterminio sistematico degli emissari della Notte che si palesa la riverenza nei confronti dell’opera di Hidetaka Miyazaki. Hunt the Night è sporco, sanguigno e marcio fino al midollo, e mette il giocatore nei panni di chi in quel putridume di sangue e viscere sparpagliate in ogni dove si deve immergere quotidianamente per sperare di salvare il mondo.

L’inizio è sorprendente: Vesper muove i primi passi della sua caccia in un antico edificio ormai completamente trasfigurato dalla Notte. Le cicatrici che quest’ultima lascia sugli uomini e sulle loro costruzioni sono evidenti: ogni stanza è piena di cadaveri sfigurati, di pozze di miasma viola, di strane escrescenze sui muri di quella che sembra a tutti gli effetti carne incancrenita e di inquetanti occhi che sbucano da quel nauseabondo agglomerato di tessuti che seguono la cacciatrice ovunque vada. L’atmosfera, va detto, è costruita in maniera davvero notevole in questo senso. Lo stesso vale per il level design che, al netto di qualche imprecisione “prospettica” di troppo dovuta all’inquadratura dall’alto che tende a schiacciare in maniera forse eccessiva alcuni spazi, inizialmente è sorprendentemente stratificato e progettato con grande intelligenza.

SANGUE

Fino alla prima Bossfight funziona tutto molto bene, è possibile sperimentare qualche build per adattare i combattimenti al proprio stile e si sbloccano in fretta tutte le armi da fuoco per gli scontri a distanza, eppure ho avuto la sensazione che Hunt the Night avesse già sparato tutte le sue cartucce e avesse già esaurito le cose da dire. Mi sbagliavo

Ad un certo punto Hunt the Night si apre, abbandona la struttura del suo dungeon iniziale per abbracciare una mappa aperta più estesa del previsto che funziona da raccordo fra i vari punti di interesse principali. Soprattutto, però, in questa sua fase Hunt the Night svela la sua natura da metroidvania non convenzionale, basando parte dell’avanzamento sulla raccolta di power up permanenti in grado di cambiare progressivamente il modo in cui si esplora il suo mondo decadente. Vesper si riconnette con Umbra, una sorta di sua doppleganger appartenente al mondo della Notte, e scopre di potersi sdoppiare per attraversare le pozze di miasma (altrimenti letali) o per risolvere qualche piccolo puzzle ambientale, migliora il proprio equipaggiamento e, soprattutto, può muoversi di dungeon in dungeon per scontrarsi con i vari boss che costellano il mondo di gioco.

Le bossfight sono in assoluto l’elemento più riuscito. I giganteschi boss del gioco sono tutti ben caratterizzati sia dal punto di vista estetico sia da quello del gameplay. Ognuno ha meccaniche uniche e fornisce un livello di sfida ben bilanciato. Alcuni vanno studiati a fondo per comprendere i loro pattern d’attacco, le finestre utili per la schivata e quelle per le cure; un po’ di sana ripetizione permette infatti di leggere le loro animazioni in maniera efficace, trasformando così quelli che all’inizio sembrano degli ostacoli insormontabili in sfide estremamente soddisfacenti da portare a termine.

Pur non avendo certamente la stessa profondità nella gestione dei moveset delle singole armi, Hunt the Night riesce a ricreare il feeling coreografico del combat dei soulslike, trasformando ogni scontro in una danza col nemico in cui inanellare attacchi, schivate, colpi a distanza e utilizzo di oggetti offensivi e curativi. È semplice ma funziona, anche se a volte si ha l’impressione di avere a disposizione fin troppe opzioni offensive. Delle tre armi da fuoco a disposizione due sono fondamentalmente inutili, lo stesso vale anche per le granate che aggiungono quella che secondo me è una forma di varietà abbastanza superflua al pool di strumenti d’attacco. Di per sé non è propriamente un difetto, ma uno spreco di risorse forse sì.

VISCERE

A funzionare meno sono invece le zone più aperte, che spesso risultano fin troppo estese e inutilmente confusionarie se messe a confronto con i singoli dungeon (che sono comunque molto grandi ma che sono pensati decisamente meglio). Una volta messo piede nella terra che unisce tra loro i vari punti d’interesse il rischio di sentirsi spaesati è grande. La progressione “utility based” da metroidvania a volte mitiga un po’ la sensazione di star girando a vuoto, ma per il resto sarebbe stato forse preferibile restringere leggermente le mappe per migliorarne la resa complessiva.

Ad essere davvero sporco, però, è il codice del gioco. Hunt the Night soffre di piccoli problemi di stabilità e bug invasivi che possono generare situazioni decisamente frustranti. Al momento in cui sto scrivendo questa recensione, infatti, capita spesso che non si possa accedere al menù di pausa - lo stesso, per intenderci, in cui è possibile sistemare la build, oltre che leggere i frammenti di codex utili a contestualizzare il passato narrativo del mondo di gioco - prima di aver incontrato un checkpoint. Non sono problemi da poco e impattano in maniera piuttosto evidente sull’esperienza di gioco (mi è capitato di voler cambiare arma in corsa durante una bossfight senza poterlo fare, venendo costretto a faticare il doppio per emergerne vincitore), ma va detto che dal giorno in cui ho ricevuto il codice per la recensione Moonlight Games ha pubblicato piccole patch correttive a cadenza praticamente giornaliera, quindi è probabile che gran parte dei problemi tecnici verrà eliminata prima ancora che io pubblichi questo articolo. 

Al di là di tutto, però, quello che resta è un videogioco davvero intrigante, riuscitissimo nelle sue componenti fondamentali - specie quando si parla di combattimenti - e capace di generare un’atmosfera opprimente, sanguinolenta ed estremamente credibile. Hunt the Night non è un semplice demake di Bloodborne in pixel-art, è un videogioco con una direzione artistica ispiratissima, una narrativa “indiretta” ispirata alle opere di Miyazaki capace di reggersi in piedi sulle proprie gambe e una serie di intrusioni metroidvaniesche che lo rendono a tratti un vero piacere da giocare. Mi è capitato spesso di trovarmi nella classica situazione da “ancora un ultimo tentativo e spengo” per poi passare davanti allo schermo intere ore prima che la stanchezza avesse la meglio sulla mia voglia di sconfiggere Hunt the Night.

Siete amanti dei souls di casa FromSoftware? Hunt the Night farà sicuramente per voi. Avete amato Bloodborne ma volete un livello di sfida tarato leggermente verso il basso? Accomodatevi. Vi mancano le atmosfere gotiche dei Castlevania di Koji Igarashi? Come sopra. Quello di Moonlight Games è sicuramente uno dei titoli più interessanti del panorama indie di questa prima metà dell’anno, e al netto dei suoi problemi tecnici è una di quelle piccole produzioni semisconosciute e poco marketizzate che meritano molta più attenzione di quanta non gliene sia stata data prima della pubblicazione.

Pubblicato il: 19/04/2023

Provato su: PC Windows

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9 commenti

Messo in lista, grazie 😍

Non ne avevo mai sentito parlare, leggendo la recensione però mi è salita parecchio la curiosità. La direzione artistica e il gameplay da vari video ed immagini mi sembrano davvero ispirati! Lo proverò appena possibile

Avevo trovato questo gioco su Instagram diversi anni fa, mentre era sotto campagna Kickstarter.
Poter dare delle sbirciatine ogni tanto sul fronte sviluppo è stato molto interessante e le ambientazioni sono state la prima cosa che ha catturato la m …Altro...
Avevo trovato questo gioco su Instagram diversi anni fa, mentre era sotto campagna Kickstarter.
Poter dare delle sbirciatine ogni tanto sul fronte sviluppo è stato molto interessante e le ambientazioni sono state la prima cosa che ha catturato la mia attenzione ed il mio entusiasmo. La data di uscita era stimata per marzo 2023 ma è slittata ad aprile; sono stata molto molto molto impaziente.
Adesso è finalmente nella mia libreria di Steam e non vedo l'ora di giocarlo!

Bellissimo Hunt The Night. Anche io l’ho scoperto per caso vagando su steam e mi ha subito conquistato. Se posso esprimere un parere personale io quando ne parlo e lo consiglio ai miei amici lo “etichetto” più come un Zelda - Like che come met …Altro... Bellissimo Hunt The Night. Anche io l’ho scoperto per caso vagando su steam e mi ha subito conquistato. Se posso esprimere un parere personale io quando ne parlo e lo consiglio ai miei amici lo “etichetto” più come un Zelda - Like che come metroidvania… comunque ottima recensione mi ci sono ritrovato in pieno 🤟🏻

Titolo molto interessante. Lo terrò d’occhio in caso dovesse mai uscire su Switch

Interessante review, adesso terrò d’occhio il titolo in attesa del uscita su console. Diciamo che le prospettive sono molto molto interessanti e son curioso di provarlo

Mi hai incuriosito l'altra sera quando ne hai parlato in live su R2 ed ancora di più ora con la review. Aspetterò un po' di tempo per dargli il tempo di sistemare quantomeno i bug gamebreaking che descrivi (ora ci son rimasto sotto con la league di …Altro... Mi hai incuriosito l'altra sera quando ne hai parlato in live su R2 ed ancora di più ora con la review. Aspetterò un po' di tempo per dargli il tempo di sistemare quantomeno i bug gamebreaking che descrivi (ora ci son rimasto sotto con la league di POE, poi Zelda, poi DIablo). Finisce dritto in wishlist e me lo giocherò sicuramente in estate.

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