Il meglio di Wholesome Snack

The Game Awards Edition 2025

Ormai tutti conosciamo i cosiddetti “cozy games”, espressione-ombrello che ricomprende al suo interno una variegata galassia di videogiochi non destinati a un pubblico hardcore, bensì studiati per rispondere ai gusti di giocatrici e giocatori alla ricerca di esperienze che, in diversi modi, mirano a risultare “rilassanti”. Simbolo per eccellenza di questo genere (anzi: contenitore) è forse Stardew Valley, ma il settore dei “cozy games” non si riduce ai simulatori di fattoria, come dimostra la selezione operata da Wholesome Games nello show Wholesome Snack: The Game Awards Edition di quest’anno. Esattamente come il Day of the Devs, anche questo piccolo evento fa da “spalla” alla serata principale dei TGA per portare avanti una selezione di videogiochi indipendenti provenienti da piccoli studi, presentati da content creator che portano online questi titoli nel loro lavoro quotidiano. 

Come è consuetudine per Wholesome Games, l’organizzazione ha proposto una lista che include world premiere e aggiornamenti su videogiochi già annunciati, più uno shadowdrop finale: il rhythm game Bits&Bops che, guardando alla lezione dell’ottimo Melatonin, ha già guadagnato centinaia di recensioni entusiastiche su Steam. E, come è ormai abitudine qui su FinalRound, dal canto mio desidero segnalarvi i titoli che ho trovato più meritevoli d’attenzione: sapete quanto amo arricchire le vostre wishlist!

Sviluppatore: Chorus Worldwide Games e Toge Productions 
Editore: Chorus Worldwide Games 
Quando e dove: 5 marzo 2026 su PC, PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series S/X e Nintendo Switch 
Perché lo amerai: Coffee Talk è un vero e proprio simbolo nell’ambito dei “cozy games”, e per ottime ragioni 

Il piccolo germoglio di fagiolo (è questo il significato della parola “toge” inserita nel nome dello studio indonesiano Toge Productions) nel corso degli anni è cresciuto talmente tanto da divenire immediatamente riconoscibile nel settore del cozy gaming. Questo perché ha dato i natali alla serie Coffee Talk, racconti visivi che mettono al centro le storie dei clienti in bar sovrannaturali collocati in diverse parti del mondo. Come ci ha raccontato Anna Winterstein (Lead Narrative Designer and Writer) in un’intervista, Coffee Talk Tokyo mira a ibridare la formula consolidata della serie con il folklore giapponese, uno dei più ricchi e apprezzati al mondo. Il trailer proiettato nel corso di questa edizione di Wholesome Snack si è fatto come sempre notare dal pubblico, e la data di pubblicazione del nuovo capitolo è ormai vicina. In Coffee Talk Tokyo – di cui è disponibile una efficace demo su Steam – vestiremo i panni di un barista che lavora in una versione fantasy della capitale giapponese. Non bisogna soltanto ascoltare le storie dei clienti e dar loro consiglio: è necessario darsi da fare per creare le giuste bevande per soddisfare ogni loro esigenza, magari ricordando quale è il drink preferito di ciascuno. In questo capitolo, si avrà una notevole cura per l’estetica di ciò che andremo a servire, con la possibilità di inserire stencil e decorazioni per personalizzare ancor di più i nostri cappuccini e matcha latte. Nessuna innovazione di rilievo rispetto alla formula consolidata della serie, quindi, anche perché Coffee Talk non ne ha bisogno: la sua struttura funziona benissimo così.

Sviluppatore: Failbetter Games 
Editore: Failbetter Games 
Quando: TBA 
Perché lo amerai: Cosa succede quando Disco Elysium incrocia Stardew Valley

Mandrake è nel mio personalissimo radar fin dal momento dell’annuncio, e sembra migliorare ogni volta che lo rivedo nei vari show dedicati al mio settore preferito: quello dei videogiochi indipendenti. Failbetter Games guarda ai giochi di ruolo ad alto tasso narrativo (come Disco Elysium, di cui vengono ripresi taluni elementi dell’interfaccia) e a campioni del cozy gaming come Stardew Valley per costruire una formula a suo modo nuova e interessante. Splendidamente disegnato a mano e prodotto tra la Gran Bretagna e l’Irlanda – e si vede: l’ispirazione al folklore britannico e irlandese è più che evidente – Mandrake ci mette nei panni dell’ultimo esponente di una lunga stirpe di orticoltori dotati di poteri magici chiamati, per l’appunto, Mandrake. Una volta tornati nella casa abbandonata di famiglia, potremo stringere amicizia con gli abitanti del villaggio e intraprendere il lavoro di cura dell’orto che un tempo era l’orgoglio più grande dei nostri avi. Le piante, naturalmente, sono ben lontane dall’ordinario, e lo stesso vale per il variopinto cast di personaggi (antropomorfi e non) che incontreremo nel corso di questa intrigante avventura fantasy. Nel corso di Wholesome Snack, il team ha approfondito la figura di Yolf, il nostro bizzarro vicino magico – una sorta di ibrido tra un gattone e un diavoletto che sembra uscito dritto dritto da un film di Hayao Miyazaki, e che ha il vizio di riferirsi a sé stesso in terza persona. Purtroppo, non è ancora stata pubblicata una demo di Mandrake: dovrete farvi bastare i bellissimi trailer e le immagini che finora sono stati resi disponibili al pubblico.

Sviluppatore: Mandragora 
Editore: tinyBuild 
Quando e dove: 2026 su PC 
Perché lo amerai: Relax alle stelle facendo riparazioni in un piccolo negozio di elettronica nella Tokyo dei primi anni Duemila 

Pochi luoghi al mondo eguagliano il fascino del quartiere di Akihabara a Tokyo, ancora oggi pieno di piccoli negozietti di elettronica gestiti da simpaticissimi anziani che non vedono l’ora di portarti a vedere le meraviglie che hanno a disposizione – e che, molto spesso, hanno abilità non comuni nel riparare elettrodomestici e piccoli oggetti di ogni tipo. La nobile arte del riparare è un’attitudine davvero punk (e straordinariamente nobile) nel contesto della nostra società “mordi e fuggi”, che ci spinge attivamente a buttare tutto alla prima avvisaglia di malfuzionamento. Per consumare di più, naturalmente. E allora ben vengano operazioni come ReStory: Chill Electronics Repairs, che con un pizzico di nostalgia ci trasporta nella Tokyo dei primi anni Duemila per farci vestire i panni del titolare di un piccolo negozio di elettronica focalizzato sulle riparazioni. Non c’è soltanto da stare al banco per riparare telefoni cellulari o Tamagotchi: bisogna anche avere a che fare con i clienti e ascoltare le loro storie, un po’ come avviene nel sopra citato Coffee Talk. tinyBuild è un publisher abile nell’intercettare piccole produzioni capaci di sfondare, come il clamoroso Potion Craft: Alchemist Simulator, ormai forte di ben oltre trentamila recensioni entusiastiche su Steam, e ancora oggi continuamente arricchito e aggiornato con nuovi contenuti, a più di tre anni dalla data d’uscita. ReStory sembra essere un prodotto concepito con la medesima cura; se vi va di provarlo, potete partecipare al playtest attualmente in corso su Steam.

Sviluppatore: Paul and Viv 
Editore: Paul and Viv 
Quando: TBA 
Perché lo amerai: Il primo b-e-e-t-l-e aveva fatto faville su itch.io: attendo con interesse il ritorno di questa “keyboardventure”! 

Avere oltre duemila recensioni su una piattaforma per piccoli videogiochi indipendenti come itch.io non è roba da poco. Ci è riuscito alla grandissima b-e-e-t-l-e, prodotto dal duo Paul and Viv. “Imbarcati in uno strano viaggio per trovare il tuo scarafaggio perduto”, recita la descrizione del titolo su itch.io. “Non avrai bisogno di spade o scudi – la tua tastiera sarà sufficiente”. b-e-e-t-l-e e il suo seguito b-e-e-t-l-e: be right back! sono definibili con il bizzarro termine inglese “keyboardventure”, simpatica parola-macedonia che esprime alla perfezione la natura dei prodotti di Paul and Viv: ogni azione deve essere compiuta digitando determinate parole sulla tastiera. Non immaginatevi un qualcosa di difficilissimo e fulminante come l’italianissimo The Textorcist: The Story of Ray Bibbia: b-e-e-t-l-e è un “cozy game” fatto e finito, un’esperienza rilassante in un mondo privo di pericoli e pieno di personaggi stravaganti e situazioni del tutto bizzarre. I prompt compaiono su schermo: per esempio, per creare una bevanda da urlo basta digitare le lettere che compongono la parola “exorcise” (!) et voilà, il gioco è fatto. Il salto in avanti a livello tecnologico rispetto al primo b-e-e-t-l-e è evidente: il mondo di b-e-e-t-l-e: be right back! è splendido da guardare e pieno di carattere nella sua estetica rétro – e sì, anche in questo caso dovremo cercare il nostro scarafaggio perduto. Il bello sta anche nell’atmosfera rilassata e nelle musiche sognanti.

Sviluppatore: Tiny Roar 
Editore: Megabit Publishing 
Quando: TBA 
Perché lo amerai: Un mondo mutato e un protagonista capace di “integrarsi” con piante e funghi: voglio giocare Verdant prima di subito! 

Quando immaginiamo un mondo post-apocalittico, spesso pensiamo a visioni terrificanti, come le città semi-distrutte di The Last of Us. La post-apocalisse, però, può essere anche un’occasione di ripartenza per la natura, finalmente libera di riprendersi il suo posto e i suoi spazi. Nel caso di Verdant, la cui world premiere è stata mostrata proprio nel corso dell’ultimo Wholesome Snack, nei panni di Sprout ci muoveremo in un mondo in cui l’umanità è decaduta da molto tempo. Tutto ciò è accaduto negli anni Ottanta, e per questo i rimasugli di civiltà che incontreremo risalgono in larga parte a questo preciso periodo storico. Sprout ha sembianze umanoidi, certo, ma l’evoluzione lo ha portato a ottenere la facoltà di unire le sue forze a quelle di altre forme di vita per sopravvivere e superare le sfide che si aprono di fronte a lui. Per esempio, da un cervo morto potremmo trarre l’energia necessaria per rigenerare la salute del protagonista. Non è tutto oro quel che luccica: le distese verdeggianti di questa Terra post-umana nascondono insidie che rendono necessaria la raccolta di risorse e il miglioramento degli oggetti all’interno dell’inventario, senza contare che a volte bisogna usare la forza o farsi furbi in ottica stealth per sopravvivere alle sfide di questo nuovo mondo. Verdant si configura, dunque, come un titolo quantomeno particolare nella selezione di Wholesome Snack, prevalentemente focalizzata su videogiochi privi di meccaniche di combattimento. In realtà, i cosiddetti “cozy games” da sempre includono anche prodotti di questo tipo: se fate un rapido giro online, scoprirete che videogiochi come Cult of the Lamb – in cui le battaglie sono una parte essenziale dell’esperienza – sono comunque qualificati come “cozy games”, a testimonianza della vaghezza dell’espressione e della sua natura proteiforme.

Pubblicato il: 17/12/2025

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