THE ALTERS

Recensione

Interno, notte. 
Sono sdraiato sul letto avvolto dal buio ma di dormire non se ne parla. Sono lì, con la testa sul cuscino e gli occhi sbarrati e rimugino, continuo a rivivere un momento specifico della mia vita rimandandolo in loop nel cervello per ore azzoppando il mio già precario ciclo circadiano. Nella testa esiste un solo pensiero: cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente? È un gioco mentale che facciamo quotidianamente, perché in quanto animali pensanti e coscienti abbiamo ricevuto in dono questo fardello dell’essere bravissimi a rimuginare spesso anche ossessivamente sul passato, alla ricerca di un’illuminazione che possa in qualche modo svelarci una versione alternativa di noi stessi che ha fatto scelte completamente differenti e ha inforcato un percorso di vita profondamente diverso da quello su cui stiamo camminando

Cosa sarebbe successo se avessi ascoltato mamma che mi diceva di trovarmi un lavoro in azienda? Cosa sarebbe successo se quel maledetto pomeriggio di qualche anno fa papà fosse rimasto a casa anziché uscire in moto? Cosa starei facendo adesso se qualche tempo fa non avessi deciso di provare a scrivere pensieri in libertà sui videogiochi che mi hanno segnato la vita?

Sono domande che fanno parte dell’esistenza di chiunque, il più classico dei pensieri da doccia o da trono di ceramica, e secondo me ci definiscono in quanto umani. Non possiamo fare a meno di interrogarci all’infinito sulle sliding door che hanno in qualche modo segnato la nostra vita. A volte possono essere quesiti confortanti, altre volte nascono da un dubbio esistenziale difficilissimo da zittire – soprattutto nei momenti più complessi del proprio percorso. 

The Alters, strambo ibrido survival e gestionale sci-fi sviluppato da 11 bit Studio, nasce esattamente da questo bisogno atavico di porci domande sulla nostra esistenza. La storia è quella di Jan Dolski, membro dell’equipaggio del progetto Dolly che prevede l’invio nello spazio profondo di una squadra il cui compito è quello di trovare giacimenti di Rapidium, un misterioso minerale siderale dalle proprietà incredibili. Jan si risveglia nel mezzo di un naufragio e scopre in fretta di essere l’unico sopravvissuto all’incidente, per poi accasarsi all’interno della base mobile inviata sul pianeta per permettere all’equipaggio di ripararsi dalle intemperie (che nello spazio profondo contemplano anche la possibilità di ondate di radiazioni micidiali) e di stoccare il rapidium rinvenuto sulla superficie. Il solitario protagonista, ben presto, realizza di non essere minimamente in grado di governare la base in autonomia, e dopo aver effettivamente rinvenuto un giacimento di rapidium nel sottosuolo viene invitato a testarne le proprietà utilizzando una cellula uovo di una pecora presente nell’inventario della stazione. Come lasciato presagire dal nome, il rapidium è in grado di interagire con la materia organica e le permette di crescere a velocità spaventose: la cellula uovo esposta al rapidium, infatti, in poche ore si trasforma in una pecora adulta fatta e finita. Questo cambia tutto: Jan, manovrato dall’esterno, capisce che per poter sopravvivere abbastanza a lungo da poter raggiungere il punto d’estrazione verso cui stanno venendo inviati i soccorsi ha bisogno di creare dei nuovi membri dell’equipaggio che lo aiutino nell’impresa.  

Pasticciando con il computer di bordo fa una scoperta inquietante ma fondamentale: al suo interno esiste un registro in cui sono appuntati tutti i momenti salienti della sua vita, a partire dall’infanzia vissuta all’ombra di un padre violento e abusivo fino ad arrivare alla fuga da casa, agli studi universitari, al suo innamoramento e al suo divorzio che lo hanno spinto – disperato – ad arruolarsi nell’equipaggio del progetto Dolly. La chiave di volta dell’avventura, però, è il fatto che alcuni nodi di quella catena di avvenimenti, una volta evidenziati, mostrano dei bivi che altro non sono se non simulazioni della vita di Jan basate sull’ipotesi che in certi momenti della sua storia ha fatto delle scelte che ne hanno determinato il percorso esistenziale.

Jan Dolski viene messo così di fronte alla possibilità di dare una risposta a quei dubbi amletici che lo hanno tenuto sveglio la notte. Cosa sarebbe successo se anziché scappare di casa fosse rimasto per opporsi al padre violento? Che vita sarebbe stata la sua se avesse deciso di studiare medicina e fosse stato in grado di scoprire la cura per il male che ha afflitto la madre per tutta la vita? Grazie al potere del rapidium ora può dare una risposta a quelle domande, solo che per farlo deve creare degli alter, ovvero delle versioni alternative di sé stesso create sulla base di una simulazione divergente della sua vita a partire da uno snodo chiave della sua esistenza.  

Piano piano la base comincia a riempirsi di Jan alternativi. Uno nella vita ha fatto delle scelte che lo hanno portato a fare il minatore, uno è uno scienziato brillante, uno fa il botanico e un’altro ancora è un medico. Tutti hanno la stessa origine, eppure sono persone profondamente diverse tra loro, sia nell’aspetto fisico che nel carattere. The Alters si trasforma così in un vero e proprio incubo che racconta la storia di un uomo costretto a convivere con i cloni di sé stesso in uno spazio ristrettissimo e a comandarli tentando di prendersi cura delle loro richieste e del loro umore. Jan Dolski diventa il capitano di una nave popolata dalla materializzazione degli altri sé nati dalle sliding doors più importanti della sua vita, e la loro convivenza è resa complicatissima dallo stress impostogli dalla situazione.  

The Alters è un gioco di coperte corte, che alterna delle sezioni 3D esplorative in cui bisogna occuparsi di mappare il territorio, scovare i giacimenti di risorse utili a sostenere la vita della nave e studiare le misteriose anomalie gravitazionali che “abitano” il pianeta di cui è prigioniero, a momenti da puro gestionale a la This War of Mine in cui occuparsi delle riparazioni della nave, della ricerca di nuove tecnologie e componenti, del benessere degli alters e della gestione dei loro rapporti. Tenere sotto controllo tutto è letteralmente impossibile, tant’è che è facilissimo schiantarsi contro game over dettati dalla mancanza di risorse o dalla nascita di vere e proprie sedizioni che portano alcuni degli altri Jan a rivoltarsi contro il protagonista. Sullo sfondo, peraltro, ci sono le richieste di chi è sulla terra e si deve occupare del rimpatrio di Jan: tra scienziati bramosi di saperne di più sulla clonazione, esponenti della corporation “padrona” di Jan interessati solamente a mettere in salvo il rapidium anche a costo di far morire il protagonista e buoni samaritani che impongono sacrifici di spazio e risorse sulla nave per poter costruire arche in cui nascondere il minerale per donarlo al popolo. 

The Alters racconta una storia di pesantissime scelte morali, di bivi opprimenti e dello stress legato al bisogno primordiale di sopravvivere anche di fronte alle avversità peggiori, e lo fa alternando le sue due anime in maniera schematica ma perfettamente efficace. È il giocatore a dover gestire i ritmi di lavoro e la pianificazione delle azioni dell’equipaggio, scegliendo di volta in volta cosa sacrificare pur di portare a casa la pellaccia, ed è una richiesta crudele e sfiancante. Nel corso del mio playthrough, per esempio, le mie scelte e il mio pessimo senso organizzativo hanno portato alla tragica morte dello Jan Minatore, impazzito di dolore dopo essersi autonomamente amputato un braccio che non sentiva come suo; il gioco mi ha dato la possibilità di ricaricare un vecchio salvataggio, ma ho realizzato molto in fretta che quella tragica morte era diretta conseguenza di una serie di scelte fatte molti giorni prima e quindi inevitabile a meno di non voler sacrificare ore e ore di gioco. Veder morire il me Minatore mi ha quindi spronato a voler fare meglio, mi ha insegnato a categorizzare le incombenze e a pianificare ogni mio passo anticipando le possibili conseguenze di ogni mia azione. Il suo sacrificio, per quanto tragico, mi ha permesso di imparare e di comprendere quali fossero – per me – le priorità da assecondare nel corso dell’avventura. 

Il fatto è che per quanto da un lato The Alters permetta di dare in qualche modo una risposta in game ai dubbi esistenziali di Jan Dolski, dall’altro ha costretto me che stavo da questa parte dello schermo a venire sommerso di ansie e perplessità costanti, portandomi a chiedermi costantemente se ciò che stavo facendo fosse effettivamente il meglio per l’equipaggio. Mi ha obbligato a prendere delle decisioni drastiche, a scontentare alcuni dei miei cloni per esaudire le richieste degli altri. Mi ha fatto orrendamente realizzare che la morte di uno di loro poteva essere l’opzione migliore per aumentare le possibilità di sopravvivenza di tutti gli altri. Una sliding door dopo l’altra, dall’inizio alla fine, che nonostante lo stress hanno fatto sì che arrivassi in fondo con la curiosità di scoprire “cosa sarebbe successo se”. E, da persona generalmente avversa a questo tipo di gestionalità nei videogiochi (non so gestire la mia vita, figuriamoci quella virtuale di altri personaggi), sono rimasto inaspettatamente incollato allo schermo, risucchiato in un vortice di fatiche che in mille altre occasioni avrei evitato come la peste.

Non reputo The Alters un videogioco perfetto (alcuni momenti cruciali mi hanno dato l’idea di essere fin troppo scriptati), ma la mia esperienza al suo cospetto è stata illuminante. È un gioco matto, che quando lascia al giocatore la libertà di scegliere e l’incombenza di doversi confrontare con il risultato delle proprie scelte diventa capace di impartire una serie di lezioni assolutamente non scontate. Non ne sentivo particolarmente il bisogno e ne sono uscito sfiancato, eppure ha saputo toccare i tasti giusti

E che meraviglia quando i videogiochi – anche quelli più piccoli – riescono a superare la distanza che li separa dal mondo materiale per scalfire la realtà.

Pubblicato il: 09/07/2025

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4 commenti

Manca una robina non da poco, le piattaforme. Le scrivo io qui:
"The Alters è disponibile per PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S (anche all’interno del catalogo di Game Pass)."
Approfitto per ricordare che questa recensione manca all'interno de …Altro...
Manca una robina non da poco, le piattaforme. Le scrivo io qui:
"The Alters è disponibile per PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S (anche all’interno del catalogo di Game Pass)."
Approfitto per ricordare che questa recensione manca all'interno delle rispettive categorie, un po' come mancano quelle per Nintendo Switch nella categoria della Switch, i cui articoli sono fermi ad aprile, nonostante in prima pagina ce ne siano altri.
Visto che la mia email del 25 giugno è stata ignorata, provo qui. :)

Andrea, questo pezzo e' pura poesia (videoludica). Grazie per questa bellissima recensione che fa il paio con la video-recensione nel far trasparire le sensazioni che lascia vivere questa esperienza. Si vedeva l'ambizione di questo gioco gia' dalla d …Altro... Andrea, questo pezzo e' pura poesia (videoludica). Grazie per questa bellissima recensione che fa il paio con la video-recensione nel far trasparire le sensazioni che lascia vivere questa esperienza. Si vedeva l'ambizione di questo gioco gia' dalla demo dello Steam next fest dello scorso anno. Lo tengo nel radar per giocarlo.

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