Duck Detective: The Ghost of Glamping

QUACK!

È un gran momento per i palmipedi videoludici. Nessun dubbio su questo. Nel mese di settembre dell’anno di grazia duemiladiciannove, un’oca starnazzante planò di prepotenza nelle giornate fino ad allora seriose di tanti, tanti videogiocatori (già un milione alla fine dell’anno). Portava con sé un coltello, un campanellino d’oro e, soprattutto, una carica comica tendente a più infinito. Untitled Goose Game è un videogioco strano, stranissimo: protagonista è un’oca dispettosa che vuole rovinare la vita agli abitanti di una tranquilla cittadina. E ne combina di tutti i colori. Quell’oca non lo sapeva, ma era destinata a realizzare una piccola rivoluzione nel serioso mondo dei videogiochi. Che, fino ad allora, aveva concesso ben poco spazio alla comicità. Nel 2004, Stephen Totilo su Slate si domandava: “Why aren’t video games funny?”. Perché i videogiochi non sono divertenti? “Le liste dei videogiochi più influenti di tutti i tempi sono pieni di fantasy, sparatutto in prima persona, puzzle game e titoli sportivi” scriveva. “Le commedie non ricevono la benché minima menzione”. Totilo proseguiva analizzando le possibili ragioni di questa mancanza, prima tra tutte la difficoltà di integrare la comicità all’interno di un tessuto ludico

E poi venne l’oca. L’onda lunga di Untitled Goose Game è quello che potremmo descrivere come un piccolo, ma concreto sommovimento: sempre più spesso stiamo assistendo all’uscita di videogiochi che fanno della risata il loro elemento identitario – in cui, quindi, il riso non è un semplice accidente generato da determinate situazioni ludiche. Per citarne uno, nell’estate dello scorso anno è arrivato dalla Gran Bretagna con furore Thank Goodness You’re Here!, videogioco pieno di humour slapstick con una comicità del tutto surreale, ambientato in una strampalata cittadina britannica dal nome di Barnsworth. E guarda un po’ chi è il publisher? Panic, lo stesso di Untitled Goose Game. La “giocommedia” di Thank Goodness You’re Here! è stata accolta come una ventata d’aria fresca da una infinità di festival dedicati ai videogiochi indipendenti, e ha ricevuto un plauso unanime dalla critica, oltre che una calda accoglienza da parte del pubblico. Segno che il desiderio di ridere con i videogiochi c’è – eccome se c’è.

E i pennuti non sono rimasti a guardare. Un anno fa è arrivato sul mercato Duck Detective: The Secret Salami, videogioco investigativo che ha come protagonista... Una papera. E anche in questo caso, come in Untitled Goose Game, è possibile starnazzare a piacimento. Duck Detective e la sua carovana di personaggi strampalati – tra cui la splendida Ana, cigno da cui il detective ha recentemente divorziato – arrivano dalla Germania, più precisamente da un team di sei persone chiamato Happy Broccoli Games. La scelta, in questo caso, è stata quella di autopubblicare il titolo. Una strada che ha dato i suoi frutti, perché le vendite di Duck Detective: The Secret Salami sono state ottime, specie se rapportate al presunto budget di un videogioco di questo tipo, della durata peraltro contenuta (circa tre ore) e ricco di escamotage produttivi che non sacrificano la qualità del prodotto finale, ma che riescono a mantenere sotto controllo la grandezza e l’ambizione del progetto. Sia chiaro: Duck Detective non è una produzione basata su battute mordaci o humour slapstick. È, per metterla in maniera semplice, un’avventura che contrappone in maniera efficace i toni cinici e duri del cinema hard-boiled al fatto che il protagonista è una papera. Una papera doppiata con una voce roca e profonda à la Humphrey Bogart. Capite già così che Duck Detective prende per i piedi la tradizionale seriosità dei videogiochi investigativi e la rovescia sulla testa. Il risultato è fresco, delizioso, sorprendente. E fa un sacco ridere. 

Da fan del genere investigativo e sì, anche di Duck Detective, sono stata felicissima quando ho saputo che le avventure di Eugene McQuacklin si sarebbero trasformate in una serie. Negli scorsi mesi, il team ha reso noto di essere al lavoro sul sequel Duck Detective: The Ghost of Glamping, con data di pubblicazione fissata al 22 maggio. E qui si apre una breve parentesi comica. Mi sono chiesta cosa fosse questo “glamping”, che pronunciavo con l’accento sulla i (proprio come “vaso Ming”, per capirci). Ho resistito fino al momento dell’arrivo della copia per la recensione e non ho indagato anzitempo a riguardo. Ora mi sono fatta una cultura e posso dirvi che questo “glamping” non ha nulla a che vedere con i vasi Ming, ma esiste davvero. Leggiamo da Wikipedia che “il glamping è un’esperienza nella quale le tradizionali attività di campeggio sono accompagnate dalle cosiddette ‘amenities’ e, in alcuni casi, da servizi in stile resort”. Nientepopodimeno! “Esso è diventato particolarmente popolare nel XXI secolo, soprattutto tra i turisti che vogliono godersi l’evasione e l’avventurosità del campeggio, senza per questo rinunciare ai lussi di un hotel”. E qui arriva la ciliegina sulla torta, perché scopriamo che “la parola glamping è una parola macedonia nata dalla fusione tra glamour e campeggio”. Parola macedonia – ma che bel concetto! Mi immagino questa macedonia di parole dove “glamour” sono le fragole e “campeggio” è... un ananas? Scusate: mi hanno sempre accusata di avere un’immaginazione un po’ troppo vivace!

Torniamo nei ranghi. Dicevo di questo sequel che, dato il successo del primo capitolo, era ampiamente prevedibile. Non solo: era facile immaginarlo arrivare a stretto giro, data la chiarezza di visione dimostrata da Happy Broccoli Games nella prima iterazione della serie. Duck Detective: The Secret Salami era un videogioco senza una piuma fuori posto, un perfetto esempio di come mantenere focus sugli aspetti fondamentali di una produzione investigativa (storia, indizi, deduzioni) inserendoli in maniera pulita in un quadro artistico ben curato e privo di stravaganze superflue. La durata contenuta, poi, lasciava intuire una possibile struttura per così dire episodica. E così Happy Broccoli Games ha potuto concepire e immettere sul mercato un sequel nello spazio di un anno secco

Questo ritorno sulla scena del crimine a trecentosessantacinque giorni di distanza ci rimette nelle piume di Eugene McQuacklin, Duck Detective che continua a essere tormentato dal suo vecchio amore per l’ex moglie Ana. Ma il suo nuovo assistente Frederson decide che è ora di cambiare aria, anche perché il detective è parecchio in ritardo con il pagamento dell’affitto e le investigazioni dei due non stanno andando a gonfie vele. Meglio darci un taglio e fare una pausa. Entra in scena il glamping: Frederson ha prenotato qualche giorno di svago in questa sorta di campeggio sotto steroidi costruito proprio sotto un antico sanatorio. La durata è la stessa di The Secret Salami: circa tre ore. E il finale lascia chiaramente intuire che le avventure del detective piumato non si fermeranno di certo qui. 

All’inizio dell’avventura è possibile selezionare due modalità: una modalità storia, che evidenzia le risposte errate, e una standard, in cui è comunque possibile fruire di indizi ove si rimanga bloccati in qualche... Deducktion. È questa la parola chiave della serie Duck Detective. Proprio come in The Case of the Golden Idol, anche qui dobbiamo raccogliere indizi esaminando gli scenari. Gli indizi si traducono in parole (nomi, luoghi, verbi) da inserire all’interno di frasi incomplete per completare, appunto, la deducktion di Eugene McQuacklin. Inoltre, è necessario anche parlare con le persone presenti sulla scena del crimine e interrogarle chiedendo loro di oggetti e situazioni specifici.

È tutto molto semplice e graduale, tanto che Duck Detective risulta accessibile anche a un pubblico giovanile che magari non si è mai approcciato al genere dei videogiochi investigativi. Ciò non vuol dire che le avventure di Eugene McQuacklin siano noiose per gli adulti: anzi. L’intreccio è originale e stimolante, anche se forse la suggestiva ambientazione del sanatorio resta poco sfruttata. Non mancano alcuni momenti sinceramente emozionanti: esisterà davvero, questo fantasma del glamping? Il buon livello di scrittura riesce a far restare nel cuore i personaggi – soprattutto l’iconico protagonista – e una menzione d’onore va riservata all’eccellente doppiaggio in lingua inglese, di altissimo livello anche per i comprimari. Purtroppo, mancano – almeno al momento – dei sottotitoli in lingua italiana. 

Starnazzare mentre in sottofondo scorre una colonna jazz è un’esperienza più unica che rara, e non meno gradevole è il comparto visivo. Con questo intendo anche menu e interfacce, tutti impostati in maniera semplice ed elegante. L’avventura è strutturata in 2.5D, con ambienti tridimensionali in cui si muovono personaggi che sembrano figurine Panini ritagliate sui margini. Tutto assolutamente fantastico. Lo ripeto: i due Duck Detective sono un esempio perfetto di come le limitazioni produttive derivanti da un budget certamente non esagerato possono tradursi in qualcosa di nuovo e originale. 

Peccato che Frederson, il nostro Watson, sia un po’ uno spreco. Non sono presenti interazioni significative con l’assistente, che di fatto ha il ruolo esclusivo di spalla comica del protagonista. Nulla di male, certo, ma avrei apprezzato una migliore integrazione di Frederson nel tessuto ludico di The Ghost of Glamping. Un difetto tutto sommato limitato nel quadro di una produzione molto ben riuscita, perfetta per trascorrere una serata rilassata, magari in famiglia, alla ricerca delle soluzioni ai vari misteri del gioco, tutti insieme. Perché starnazzare in compagnia è ancora più divertente. E allora: lunga vita ai palmipedi. 

Quack!

Pubblicato il: 21/05/2025

Provato su: PC Windows

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3 commenti

Le tue recensioni sono sempre così piacevoli da leggere, grazie! Non conoscevo la serie Duck Detective e tra la recensione scritta e la video hai acceso il mio entusiasmo! Corro a recuperarli! Una domanda. questo titolo è possibile giocarlo da PC h …Altro... Le tue recensioni sono sempre così piacevoli da leggere, grazie! Non conoscevo la serie Duck Detective e tra la recensione scritta e la video hai acceso il mio entusiasmo! Corro a recuperarli! Una domanda. questo titolo è possibile giocarlo da PC handheld o bisogna interagire usando il mouse?

Un hard-boiled con le papere... Cosa volere di più!!!

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