UNICORN
OVERLORD
Potrei raccontarvi Unicorn Overlord come un JRPG strategico, di quelli in cui controlli un numero crescente di armate in miniatura contro schieramenti di nemici sempre più numerosi e agguerriti. Potrei tracciare paralleli con i mostri sacri del genere citando Fire Emblem, Tactics Ogre e Final Fantasy Tactics. Potrei atteggiarmi citando titoli più oscuri e sconosciuti come Valkyrie Profile Covenant of the Plume o Majin Tensei Ronde per far affiorare parallelismi astrusi e inusuali. Non sbaglierei, forse, ma di sicuro non farei giustizia a quello che è uno dei videogiochi più ingegnosi, geniali e unici degli ultimi anni. Perché sí, Unicorn Overlord è davvero un JRPG strategico; al suo interno è realmente possibile mettersi al comando di tante piccole armate da mandare in guerra proprio come si fa in Fire Emblem e Tactics Ogre, ma la verità è che Unicorn Overlord è soprattutto altro. Unicorn Overlord è un videogioco di Vanillaware, e Vanillaware è un team unico nel suo genere che si rifiuta categoricamente di adagiarsi sui trend innescati da altri e che rivendica orgogliosamente di rappresentare un’alternativa in quest’industria.
Il fatto è che, esattamente come succedeva in passato con altre produzioni del team, Unicorn Overlord funziona meravigliosamente nonostante presenti tante piccole imprecisioni o elementi leggermente sottotono. La forza di Vanillaware dopotutto sta nelle idee, e in questo caso parliamo di un’idea potentissima: Unicorn Overlord recupera l’impostazione dai suoi ispiratori ma la capovolge su sé stessa, rifiutando il combattimento tradizionale in favore di un combat system totalmente automatizzato che permette al giocatore di agire sulle unità da mandare in battaglia solamente prima di farle scontrare con gli schieramenti nemici.
Lo so a cosa state pensando, so che l’idea di un videogioco che si gioca da solo mentre il giocatore guarda impotente lo svolgersi degli scontri sembri, almeno sulla carta, quasi offensiva.
La verità, però, è che sotto la sua patina da fantasy europeo tutto spadaccini, elfi e cavalieri medievali, Unicorn Overlord è un videogioco che vi metterà nei panni di un programmatore.
Già, perché parliamo di un’opera che, proprio grazie all’automatizzazione dei suoi combattimenti, offre uno spunto del tutto inedito ad un genere che spesso e volentieri tende ad autocitarsi compulsivamente. La profondità di Unicorn Overlord è ciò che gli permette di brillare davvero e di risultare una vera e propria droga digitale dall’enorme potere assuefacente: da un lato è vero che le unità al nostro comando combatteranno in totale autonomia, dall’altro però è anche vero che è possibile agire su una quantità spaventosa di parametri in maniera tale da influenzare l’esito degli scontri. Ogni membro dell’esercito di liberazione è infatti dotato di punti attivi e punti passivi che gli permettono di eseguire un determinato numero di relative azioni in battaglia, quindi il compito del giocatore è quello di studiare a fondo le abilità dei propri combattenti per impostare la priorità con cui vengono attivate in battaglia e le condizioni da rispettare affinché si attivino. Potremmo per esempio stabilire che un’abilità passiva di cura attivata da un chierico si attivi solamente dopo che la sua quantità di punti vita o quella di un compagno abbia scenda sotto una certa soglia, oppure che un nostro paladino scelga di compiere un attacco ad area se lo schieramento nemico conta due o più combattenti attivi e un altra tipologia di attacco se a fronteggiarlo ci sia un singolo soldato.
Questa strategia preventiva, unita all’infinità di variabili dovute alle statistiche delle singole unità sotto il nostro controllo, al loro posizionamento nello schieramento, al loro equipaggiamento offensivo e difensivo e soprattutto alle sinergie che si creano concatenando diverse abilità attive e passive tra di loro determinerà quindi l’esito delle schermaglie.
La forza di questo sistema sta come già detto nella sua grande profondità, ma anche nello splendido senso di progressione costante offerto dal gioco, che accompagna a lungo il giocatore nell’esplorazione e nell’apprendimento delle sue meccaniche. Non pensiate però di poterlo “rompere” facilmente, perché Unicorn Overlord non ammette la possibilità che i vostri schieramenti possano rimanere efficienti troppo a lungo. Nel corso della mia esperienza ho avuto la netta sensazione che il gioco possa essere suddiviso in tre fasi ben distinte di early, mid e late game. Ognuna di esse introduce nuove insidie che obbligano a dover rimaneggiare costantemente la composizione e lo schieramento delle proprie squadre, impedendo così di adagiarsi sugli allori troppo a lungo una volta trovate delle combinazioni che sembrano funzionare alla perfezione. Avete uno schieramento di cavalieri apparentemente inarrestabili? Bene, preparatevi a fare i conti con l’introduzione delle unità volanti capaci di sbaragliarli in un turno, e a dover prendere in considerazione la possibilità di ridurre la vostra forza bruta sostituendo uno o due di loro con degli arcieri in grado di fronteggiare le minacce alate del nemico. Unicorn Overlord si compone di tanti piccoli momenti di sperimentazione e di studio del nemico volti a capire come poter far fronte alle sfide imposte da ogni battaglia.
È una battaglia tra variabili impazzite, un sfida all’automazione della guerra e una vera e propria droga.
Ve lo assicuro.
Il piglio geniale del gameplay - che poi non è altro che una versione riveduta e corretta del Gambit System di Final Fantasy XII - e la sua natura assuefacente, però, non è riscontrabile anche nel comparto narrativo, che sceglie invece di affidarsi ad una scrittura fin troppo classica. Unicorn Overlord racconta la più tradizionale delle storie di guerra medievale che è possibile ritrovare in tanti altri videogiochi dello stesso genere, senza peraltro neanche avvicinarsi alla complessità e all’eleganza di un Tactics Ogre o di uno dei Fire Emblem classici. È un peccato, anche perché Vanillaware ha secondo me all’attivo uno dei videogiochi meglio scritti della scorsa generazione (mi riferisco al meraviglioso 13 Sentinels - Aegis Rim pubblicato su PlayStation 4 e Nintendo Switch), e se Unicorn Overlord avesse osato di più anche in questo senso staremmo parlando di un videogioco probabilmente irripetibile nel panorama videoludico odierno. La sua narrazione procede per bivi in cui si è chiamati a fare delle scelte, eppure l'impressione è che l'impatto delle stesse sia pressochè nullo nell'economia narrativa del gioco. Non si tratta sicuramente di un difetto determinante: il concept di Unicorn Overlord e il suo gameplay bastano e avanzano per giustificare il prezzo del biglietto, ma della cura in più sarebbe stata più che apprezzata.
A pensarci bene, in realtà, Unicorn Overlord e 13 Sentinels sono a tutti gli effetti due videogiochi perfettamente complementari, proprio in virtù del fatto che la componente narrativa del secondo si associava ad un gameplay abbastanza derivativo e generico (e anch’esso asservito principalmente all’idea di voler approfondire la scrittura dei singoli personaggi). Si tratta, in ogni caso, di due videogiochi unici nel loro genere, benedetti dalla “solita” - ma guai a darla per scontata - splendida direzione artistica di George Kamitani e del suo team. Insomma, se siete come me e avete a cuore quelle opere che tentano di differenziarsi a tutti i costi allora date una possibilità a Unicorn Overlord. Non ve ne pentirete.
Anzi, mi scuso anticipatamente se questo consiglio vi farà precipitare in un tunnel senza uscita che finirà per inghiottire irrimediabilmente ogni momento libero della vostra giornata. Io vi ho avvisati.
Pubblicato il: 19/03/2024
Provato su: Nintendo Switch
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