EASTWARD OCTOPIA

L'UTOPIA NELLA DISTOPIA

Mi sembra di essere in Abruzzo. Si cucina tanto, si cucina sempre. C’è un problema? Si cucina. C’è una discussione? Si cucina. Si vuole stare insieme? Si cucina. La mia bisnonna diceva sempre che quando non si sta bene la prima cosa da fare è mangiare qualcosa di buono. Lo pensano anche gli sviluppatori di Pixpil, con sede a Shanghai. Quando l’agente immobiliare Solomon è preoccupato per le sorti della sua impresa, William ci suggerisce di cucinare per lui un buon piatto caldo. Solo che siamo in un mondo post-apocalittico, alimenti per noi banali come il mais sono merce rara e dobbiamo lavorare duro per produrre una fragrante scodella di popcorn. 

A tre anni di distanza dall’uscita dell’avventura di Sam e John, Pixpil torna nel mondo di Eastward con un DLC, Octopia, che al suo annuncio mi ha lasciata assolutamente incredula. Eastward è un gioco di ruolo d’azione ispirato ai vecchi esponenti della serie di The Legend of Zelda, con elementi strampalati che strizzano l’occhio al memorabile Earthbound. Il DLC scombina completamente le carte in tavola: i protagonisti Sam e John giungono a Octopia, un luogo dimenticato che si rivelerà perfetto per creare una sorta di utopia agreste isolata da un mondo al collasso, preda di forze che i due si trovano ad affrontare nel gioco principale insieme a un ricco cast di personaggi secondari.

Personaggi che, in buona parte, tornano anche in questo contenuto aggiuntivo, reso appetibile anche ai nuovi giocatori in due maniere. La prima è il prezzo del biglietto, decisamente contenuto: 5.89 € per oltre venti ore di gioco, anche qualcosa in più se si vuole diventare cuochi provetti e scoprire tutte le ricette che John può cucinare per Sam e i loro amici. La seconda è per me un tasto dolente vero e proprio: Octopia è accessibile anche prima di aver iniziato il gioco principale, in maniera del tutto staccata e indipendente rispetto a Eastward. Solo che le cose non stanno proprio così, nel senso che questo DLC è intimamente connesso rispetto alla strada maestra del percorso di Sam e John, e anzi, offre pesanti spoiler sulla stessa, in particolare nel suo finale. 

Scrivevo poco fa del mio stupore quando ho saputo della decisione di Pixpil di lavorare a un’espansione appartenente a un genere videoludico del tutto diverso da quello del gioco base. Mi sono poi ricordata il nome del publisher di Eastward: Chucklefish. Probabilmente a qualcuno suona un campanellino in testa in questo momento, perché si tratta dello stesso publisher che ha curato Stardew Valley, il videogioco simulatore di fattoria creato dallo sviluppatore Eric Barone e diventato un fenomeno planetario, con oltre venti milioni di copie vendute. Octopia recupera tantissimi elementi da Stardew Valley, facendo però assumere una maggiore centralità alle ricette che possono essere preparate con gli ingredienti frutto del nostro lavoro nei campi e dell’esplorazione dei vari biomi a disposizione dei nostri protagonisti: una spiaggia assolata, una palude tetra e umida, e così via.

È inutile negarlo: i simulatori di fattoria hanno su di me un effetto assuefacente al massimo grado. Mi sono trovata coinvolta in una spirale capitalista che mi ha portato nel profondo della tana del Bianconiglio del Dio Denaro, alla ricerca del miglior modo per massimizzare i miei profitti vendendo i prodotti nel negozio di William, e recuperando sempre più minerali preziosi nei miei viaggi sotterranei con la sonda Sonic Punk. È un peccato che, in tutto questo, le meccaniche connesse alla cucina siano ridotte al lumicino: basta recuperare gli ingredienti giusti perché John scopra nuove ricette cliccando sugli stessi e combinandoli, e per preparare gustosi manicaretti è sufficiente premere un tasto et voilà! siamo pronti per vendere il piatto appena preparato o regalarlo a uno dei personaggi secondari che ci hanno seguiti a Octopia per proseguire le missioni a loro associate. E poi basta poco per sbloccare tutte le costruzioni e gli oggetti acquistabili, ritrovandosi con in mano un sacco di soldi che, nella post-apocalisse, tanto vale far fritti, perché non servono a granché.

È stato bello ritrovare, a tre anni di distanza, figure memorabili come Alva e Isabella, William e Daniel, Solomon e Yasu. Eastward era una parata di freak, di personaggi improbabili trovatisi a vivere in un mondo post-apocalittico coloratissimo e, nonostante tutto, ancora vitale. Sembrava di compiere il viaggio picaresco del pittore Tibor McMaster, protagonista del romanzo Deus Irae, scritto a quattro mani da Philip K. Dick e Roger Zelazny negli anni ’60, periodo in cui il timore di un annullamento della specie umana a causa della minaccia atomica era estremamente concreto. Nelle distese degli Stati Uniti post-bomba, però, l’umanità e i suoi dispositivi tecnologici riescono a trovare modi comici e spaventosi al tempo stesso per rifiorire e prosperare in un mondo pericoloso e al collasso.

Questa stessa contraddizione si ritrova anche in Eastward, vera e propria parata di freak capeggiata da Sam, una Alice nel Paese delle Meraviglie videoludica che si rivela catalizzatrice di forze al di là dell’umana comprensione. In Octopia si costruisce un’utopia agreste in completa contrapposizione alla distopia vissuta da Sam e John nell’avventura principale: sono del tutto assenti i Matango, nemici fungini nonché chiaro riferimento a un film horror giapponese omonimo del 1963, in cui i test nucleari avevano causato terribili mutazioni ai funghi di un’isola remota e, di conseguenza, agli abitanti che li avevano mangiati. Le mucche volanti e i maiali ibridati agli insetti sono a Octopia fonte di sostentamento e di una nuova normalità, rassicuranti come le coltivazioni, rimaste tradizionali: soia, mais, pomodori, banane. 

Ecco, questo è il peccato originale del DLC creato da Pixpil: Octopia perde l’irresistibile, travolgente carica freak di Eastward. I dialoghi con i personaggi sono spesso mondani e banali, e la storia si sviluppa senza troppi scossoni verso un finale piuttosto prevedibile per chi ha concluso l’avventura principale. È inspiegabile la scelta operata dagli sviluppatori di non investire maggiori energie nell’inserire elementi perturbanti nella cornice agreste di Octopia: paradossalmente, Stardew Valley risulta ben più pregno di misteri e di sovrannaturale rispetto al DLC di Eastward. E chi dice che rendere la campagna disturbante è difficile ignora il precedente letterario che forse più di tutti ha trasfigurato il contesto agricolo in un teatro di forze aliene ed enigmatiche: il racconto di H.P. Lovecraft dal titolo Il Colore venuto dallo Spazio. È stato scritto quasi un secolo fa e non ha perso minimamente smalto. Recuperatelo a ogni costo.

Detto questo, Octopia offre un loop irresistibile, e ogni giorno è associato a nuove scoperte, alla spinta dello spazio di possibilità del giocatore sempre un po’ più in là. Si rivela, purtroppo, un simulatore di fattoria più tradizionale di quello che – a mio avviso – avrebbe potuto essere. Perché si sarebbe trovato un indubbio valore nell’esaltazione di un cast stravagante e sopra le righe che, nell’avventura principale, ha saputo rivelarsi irresistibile e memorabile. Ho ancora impresse a fuoco nella mente varie situazioni e scene d’intermezzo di Eastward, tutte frutto del disperato attaccamento alla vita di esseri umani che si trovano a vivere una situazione inconcepibile, ad aggrapparsi a un’esistenza fatta di compromessi, di difficoltà, ma anche di piccole, grandi gioie. Qui abbiamo l’occasione, indubbiamente preziosa, di poter cucinare del fragrante pane nero, riscoprendo sapori che si credevano perduti, e sedendosi attorno a un tavolo per mangiare tutti insieme ed esorcizzare il male, un boccone alla volta.

Pubblicato il: 14/02/2024

Provato su: PC Windows

Abbonati al Patreon di FinalRound

Il tuo supporto serve per fare in modo che il sito resti senza pubblicità e garantisca un compenso etico ai collaboratori

4 commenti

Eastward mi è piaciuto tanto, ma verso il finale ho cominciato ahimè a saltare i dialoghi. Ho una buona compresnione dell'inglese, ma essendo un mondo fantasy post apocalittico ci sono tanti termini tecnici e relativi a questo tema, quindi mi sono …Altro... Eastward mi è piaciuto tanto, ma verso il finale ho cominciato ahimè a saltare i dialoghi. Ho una buona compresnione dell'inglese, ma essendo un mondo fantasy post apocalittico ci sono tanti termini tecnici e relativi a questo tema, quindi mi sono completamente perso. Se venisse localizato in italiano lo rigiocherei immediatamente! (dopo averlo finito, sono state aggiunte le lingue: spagnolo, tedesco e portoghese. So che è difficilissimo arrivi in italiano, ma la speranza è sempre l'ultima a morire!)

non ho mai giocato Eastward a causa della mancanza della localizzazione in italiano, ora però ho ripreso a studiare inglese e l'uscita di questo piccolo DLC può essere la spinta giusta a provarci. Visivamente è davvero affascinante

info@finalround.it

Privacy Policy
Cookie Policy

FinalRound.it © 2022
RoundTwo S.r.l. Partita Iva: 03905980128