THE
TALOS
PRINCIPLE
II
Perché fermarsi qui?
Cosa dobbiamo l’uno all’altro?
Cosa deve il nostro collettivo alla natura?
Nove anni dopo l’uscita del primo The Talos Principle, Croteam torna finalmente a chiederci l’impossibile: mischiare ciò che può essere risolto, ovvero una serie di puzzle geniali, a ciò che è per natura senza soluzione, ossia la filosofia. Il risultato è uno dei miei giochi preferiti del 2023, un nuovo standard in risposta alla domanda “Come si costruisce un buon puzzle game?”.
L’ultima fatica dei creatori di Serious Sam (eh sì, proprio loro) viene questa volta distribuita da Devolver Digital, che raramente manca l’obiettivo e che anche stavolta dimostra di averci visto lungo. Nonostante siate abituati a vederli creare shooter frenetici, questo è un gioco a enigmi e dunque non sono previsti combattimenti se non quelli contro il proprio cervello o la propria morale, ma su questo torneremo a breve. Vi parlerò del gioco senza spoiler, perché so che può valere il vostro tempo prima dei vostri soldi e pertanto ritengo sia utile iniziare a descrivere The Talos Principle 2 partendo dalle dimensioni, sia in termini di grandezza che di portata del progetto. Un puzzler che va molto oltre la sua dimensione. Il primo The Talos Principle vanta oltre 120 puzzle, ma questo sequel, anche escludendo “i Monumenti” disponibili nella mappa liberamente esplorabile e gli enigmi di alcune aree strettamente legate alla storia principale, ne mette a disposizione ben 132. Questi enigmi sono divisi in 12 aree, ciascuna delle quali gode di 8 puzzle principali, 2 rompicapo bonus e un Golden Gate Puzzle consigliabile solo ai più temerari.
Manovrando cubi, ventole, ripetitori laser di vario colore, strumenti di teletrasporto e tanto altro, il giocatore è chiamato a risolvere questi puzzle mentre si interroga su quesiti ben più importanti posti dai suoi compagni di viaggio, al fine di proseguire in una trama davvero ben scritta e ambientata in luoghi che vanno molto oltre ciò che ci si aspetterebbe dal genere di appartenenza.
Ci tengo a precisare da subito che la struttura ludica presenta una difficoltà incrementale ben studiata all’interno della stessa area, anziché dell’intero gioco. In questo modo i puzzle più complessi non sono tutti concentrati nella parte finale della storia (grande difetto del predecessore), bensì vengono diluiti in base alle meccaniche centrali a cui si appoggiano. Questa scelta porta anche con sè il pregio forse involontario di creare una certa aspettativa verso il puzzle numero 8 di ciascuna zona, la summa di tutte le complessità di quell’area, una specie di bossfight/test finale prima di proseguire. Non mancheranno comunque i grattacapo in cui sarà necessario dimostrare di aver padroneggiato a dovere tutto ciò che il titolo ha da offrire.
Se avete paura di restare incagliati su qualche scenario, non temete. A vostra disposizione troverete sia un “token speciale” (diremo così per evitare spoiler, serve per saltare temporaneamente uno o più puzzle) sia la possibilità di viaggiare tra le aree sbloccate (può tornare utile cambiare zona e farvi ritorno in seguito con una prospettiva rinnovata).
Per quanto concerne la difficoltà generale del titolo, Croteam riesce, a mio parere, a trovare un equilibrio quasi miracoloso in The Talos Principle 2. Alcuni enigmi sono certo complicati, ma non eccessivamente punitivi. I primi di ciascun’area si risolvono già dal primo sguardo, su altri è necessario riflettere per qualche minuto. Riassumerei tutto con la frase che ho pronunciato più spesso durante la mia sessione di gioco (rigorosamente in diretta su Twitch): “ho la soluzione, ma mi manca un pezzo”. Si avverte sempre la sensazione che ci vorrebbe qualcosina in più, che servirebbe un altro ripetitore per rifrangere “quel laser” superando il muro o un cubo extra con cui schiacciare e tenere attiva “quella maledetta piattaforma che alimenta la ventola”. Ovviamente il pezzo in più non serve mai, è tutto sotto al nostro naso, e dunque quando finalmente giunge l’illuminazione corretta ci si sente al contempo il peggiore degli imbecilli e il più grande genio al mondo. Non esiste complimento migliore che potrei fare a un puzzle game, è una bellissima sensazione ed è una ricetta difficilissima da replicare.
Per quanto riguarda le meccaniche nello specifico, il team di sviluppo ha avuto il coraggio di guardare con occhio critico il primo capitolo e ha deciso di mantenere in Talos 2 solo quelle migliori. Vengono scartate le terribili VHS e altre funzioni invecchiate maluccio in favore di nuovi colpi di scena e intrighi mentali. Inoltre è bene sottolineare che idee e dinamiche prese in prestito dal predecessore non vengono qui meramente riciclate (se non nei primissimi tutorial), sono anzi portate al massimo del potenziale e rese molto più stuzzicanti di quanto non siano mai state (il convertitore RGB ne è un grande esempio).
Agli strumenti già noti si aggiungono tutte le novità offerte da questo sequel, ma per il bene del contenuto no-spoiler eviterò di scendere nel dettaglio. Basti sapere che il gioco non perde mai di mordente e che ad ogni aggiunta la ricetta acquista un sapore migliore. Si è costretti a pensare fuori dagli schemi e, più avanti nell’avventura, anche a ragionare su cose che non sono nemmeno davanti ai nostri occhi.
Quanto elencato finora sarebbe già motivo più che sufficiente a giustificare il prezzo di listino previsto per The Talos Principle 2, soprattutto se nel mix ci mettiamo anche una colonna sonora pazzesca, che mi accompagna tutt’ora a più di un mese dai titoli di coda. Lo reputo facilmente un capolavoro del genere, ma il salto di qualità non è dovuto ai puzzle, bensì ad altri due elementi cruciali che vorticano attorno alla struttura centrale: la scrittura eccellente di personaggi e dialoghi e il senso di grandezza che le ambientazioni, il filo rosso filosofico e i temi trattati riescono a trasmettere al giocatore.
Noterete che questa recensione arriva “tardi”, il motivo principale è che prima di finalizzare la mia opinione sul sequel ho ritenuto necessario ripercorrere i miei passi sul primo capitolo e non l’ho fatto di certo per gli enigmi presentati dai puzzle, bensì per le domande filosofiche avanzate dalla narrazione e dagli stimolanti personaggi di Talos 2. Le differenze col predecessore non sono poche, ma a mio parere questo titolo gli è superiore sotto tutti i punti di vista.
In The Talos Principle il giocatore vive un’esperienza totalmente solitaria, sottolineata anche da una colonna sonora e da paesaggi che esaltano questo aspetto dell’avventura. La storia viene raccontata soprattutto tramite muri di testo sui terminali e audiolog sparsi in giro (che certo non mancano nemmeno nel successore). Anche lì il risolvibile si mischia all’irrisolvibile, ma in questo ottimo sequel si scende molto più in profondità. Questa volta il protagonista è coinvolto in maniera più diretta nel racconto. Non è più solo, vive anzi rapporti e decisioni complesse di coralità e comunione, compie delle scelte che possono portare addirittura a finali diversi e il giocatore stesso viene reso più partecipe grazie a filmati emozionanti, NPC interessanti coi quali dialogare tramite menù a risposta multipla e persino interagendo con un piccolo Social Network utile a leggere qualche scambio di battute del tutto opzionale.
Il pretesto narrativo è semplice solo sulla carta, mentre le implicazioni nascoste sono molteplici: sono passati migliaia di anni dopo gli avvenimenti di The Talos Principle e da allora Athena, androide protagonista del gioco originale, ha creato altri “umani” e assieme a loro ha fondato la città di New Jerusalem. La missione di questa nuova civiltà è quella di creare 1.000 umani e il giocatore veste i panni di 1K, il millesimo androide creato da questa nuova umanità. L’ultimo, in teoria. Ma perché fermarsi qui? Cosa dobbiamo l’uno all’altro e cosa deve il nostro collettivo alla natura? Qual è lo scopo di molti nostri compagni ora che la missione è compiuta? Cosa vuol dire davvero avere una coscienza umana e perché Athena è scomparsa da molto tempo?
Queste sono solo alcune delle domande dei primi minuti di gioco di The Talos Principle 2, ma ciò che conta è che per trovare una risposta si avrà la possibilità di viaggiare assieme a Byron, Alcatraz, Yaqut e Melville, quattro personaggi che mi sono rimasti nel cuore e che evidenziano ognuno un approccio alla vita e una filosofia di fondo diversa. Quello che non ci si aspetterebbe mai da un puzzle game è che questi NPC evolvono e si adattano in risposta alle decisioni del giocatore e ad esempio, se siete come me, Alcatraz non vi starà particolarmente simpatico all’inizio dell’avventura, ma finirete col volergli molto bene entro i titoli di coda. O magari l’esatto opposto, scenario altrettanto intrigante visto che questi cambiamenti sono graduali e pertanto credibili. I dialoghi sono stimolanti e ben scritti, le varie mappe sono vaste, intrise di piccoli segreti o puzzle opzionali e anche New Jerusalem è tutta esplorabile, il giocatore può accedervi dopo aver mosso i primi passi nel mondo e contiene punti d’interesse di ogni tipo, compresi un museo e altre forme d’interazione che hanno più a che fare col GDR che col Puzzler. Impossibile infine affrontare il filo rosso filosofico che lega i due capitoli senza addentrarmi in dettagli eccessivi per questa recensione, basti sapere che lo annovero tra i punti a favore del gioco e che su alcune di queste domande mi interrogo tutt’ora. Alcune ambientazioni lasciano a bocca aperta, sia per la resa sia per l’effetto sorpresa in un titolo simile, così come il finale che per molti sarà un culmine di emozioni.
Non è assolutamente un gioco perfetto, anche se ne parlo con grande entusiasmo, ma i difetti sono quasi tutti ricollegabili a questioni di budget limitato e non intaccano minimamente l’esperienza nel complesso sia per chi cerca un ottimo puzzle game sia per chi ha voglia di vivere un’avventura diversa dal solito.
Lo svantaggio più evidente di The Talos Principle 2 è quello di essere uscito nell’anno più competitivo della storia videoludica, quindi spero che riusciate a trovare il tempo di recuperare anche questo titolo e che la sua luce possa brillare abbastanza da convincere gli sviluppatori a proporci il terzo e ultimo capitolo di questa trilogia che riscrive ogni volta il modo corretto di presentare questo genere videoludico al grande pubblico.
Pubblicato il: 19/12/2023
Provato su: PlayStation 5
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