Xbox Showcase 2025: è tutto attorno a te

“Game Pass” e “World Premiere” non scompaiono, ma la formula protagonista del non-E3 di Microsoft è “Play Anywhere”.

L’annuncio dello spettacolo registrato da Microsoft, incentrato ovviamente sul mondo sempre più gassoso di Xbox, è stata la nuova doppia soluzione portatile realizzata con Asus: ROG Xbox Ally e ROG Xbox Ally X. Saranno le due versioni di un dispositivo da gioco portatile costruito da Asus, che rientra nella famiglia ROG Ally, ma che ha delle specifiche software e di controllo realizzate ad hoc. Nonostante la natura commercialmente ibrida (a proposito, chi le venderà?). il CEO di Xbox Phil Spencer ha definito ROG Xbox: “il prossimo hardware Xbox”, un’investitura molto precisa. 

L’esistenza di ROG Xbox Ally, di cui i prezzi non sono ancora noti, è stata svelata dopo un avvio convinto e di buona fattura dello show, che aveva fin da subito iniziato a martellare con i classici “cartelli” animati di Microsoft. Gli stessi che fanno da commento a questi spettacoli/playlist da anni, su tutti il maschissimo “World Premiere”, che precede un debutto assoluto. A questi si è aggiunto subito “Xbox Play Anywhere”, che indica la compatibilità del gioco con il programma che assicura una copia dello stesso sia su PC che su Xbox, a fronte di un solo acquisto. È una delle apprezzabilissime accortezze introdotte da Microsoft con la generazione di Xbox Series X|S e solo quando è arrivato il momento di ROG Xbox Ally si è capito il perché di quella scelta. “È un Xbox che puoi tenere in mano”, ha spiegato Sarah Bond, Presidente di Xbox, ma qui bisogna ricordare che Microsoft ha da mesi intrapreso una campagna per ridefinire cosa si debba intendere con “Xbox”. E cioè qualsiasi dispositivo su cui si possa godere dei videogiochi venduti (in varia forma) da Microsoft stessa.

ROG Xbox Ally non sarà in effetti un Xbox portatile nell’accezione più classica del termine. Sarà invece un sistema che utilizza una versione volutamente limitata di Windows e permettendo di utilizzare i cataloghi e gli store di chiunque venda videogiochi attraverso Windows. Quindi Xbox e Microsoft, naturalmente, con le versioni per PC di tutti i titoli prodotti dai loro studi. Ma anche Battle.net di Activision, Steam di Valve, GOG di CD Projekt RED e Ubisoft Connect. 

Il mercato di questi dispositivi, che in inglese vengono generalmente definiti “PC handheld” e a cui fatichiamo ancora a trovare un corrispettivo italiano, è ancora molto ridotto, ma attira sempre più attenzioni. Questa nuova partnership tra Asus e Microsoft può rappresentare una spinta interessante.

Tutto il resto, invece? Gli studi Xbox sembrano stare piuttosto bene. Matt Booty, Head of Xbox Studios, ha detto che “non abbiamo mai avuto così tanti giochi in uscita dai nostri team” e mi viene da dire che prima o poi doveva succedere, dopo dieci anni di acquisizioni sfrenate. Se ho preso bene i miei appunti, sono stati presentati tredici tra giochi, o espansioni e aggiornamenti di giochi già disponibili, realizzati e pubblicati da Microsoft. Tra questi non c’era Perfect Dark, che torna a perdersi nelle nebbie di uno sviluppo che forse non sarà ancora infernale, ma che inizia a profumare di zolfo. E non c’erano nemmeno Fable e Gears of War E-Day, a ricordarci quanto sia complicato, oggi, fare un videogioco grande e grosso.

Se Sony e gli studi PlayStation sono riusciti a trovare un’identità generale alle loro produzioni, che sono spesso e volentieri giochi d’azione dal taglio cinematografico, non mi è mai parsa più evidente di questa volta la linea editoriale di Microsoft e Xbox. O forse non è una linea editoriale, ma semplicemente uno stato delle cose (avvenute più o meno casualmente). Se hai tra le tue fila Bethesda (Fallout e The Elder Scrolls), Obsidian Entertainment (Pillars of Eternity), inXile Entertainment (Wasteland), è abbastanza credibile che inizierai a tirare fuori varie interpretazioni di avventure e giochi di ruolo. Outer Worlds 2 (29 ottobre), di Obsidian, ha avuto l’onore di aprire la serata. Clockwork Revolution di inXile si è mostrato in maniera più estesa e ha dimostrato di avere una personalità interessante.  

Una cosa che Microsoft non si sta vergognando di fare è dedicare spazio e tempo agli aggiornamenti dei giochi. Bethesda ha goduto dell’ormai usuale slot per The Elder Scrolls Online, usandolo anche per citare i 26 milioni di giocatori e per promettere un “evento epocale”. Sea of Thieves raggiungerà ad agosto la stagione numero diciassette (chi lo avrebbe mai detto, anni fa?) e lo farà festeggiando i quarant’anni di Rare e lo scintillante logo celebrativo che lo storico studio inglese si è voluto regalare. Alla fine anche questi due, che sono nomi noti da una vita e che per questo difficilmente raccolgono grandi attenzioni durante gli showcase, indicano che qualcosa di duraturo e profittevole Microsoft e Xbox lo hanno creato. In più c’è stato pure il DLC di Indiana Jones e l’Antico Cerchio, che è probabilmente il miglior gioco pubblicato da Microsoft e che non si chiama Forza Qualcosa. E quasi scordavo il nuovo pezzetto di Age of Mythology Retold.

Mettendo tutti gli annunci sul tavolo, mi sono parsi molto interessanti quelli di Don’t Nod e di Friday Sundae. Il primo è Aphelion, è in fase di sviluppo con la collaborazione dell’Ente Spaziale Europeo e mette assieme qualcosa di Returnal e molto di Jusant della stessa Don’t Nod (che vi consiglio, è molto piacevole). Il secondo è There Are No Ghosts at the Grand e non sta tanto bene: c’è un gatto che parla, bisogna fare le pulizie e rimettere tutto in ordine in un vecchio hotel (mi ha ricordato qualcosa del meccanismo mentale di Power Wash Simulator) e la gente canta tutto il tempo. Se non avete mai sentito parlare di Friday Sundae non siete voi, sono loro: è uno studio al debutto, fondato da alcuni veterani nella bella Bristol. 

Strampalata quanto basta l’idea di Keeper (17 ottobre), il prossimo progetto di Double Fine, in cui si prende il controllo di un faro, per muoversi in un mondo artisticamente impeccabile. Meno convincente, se lo chiedete a me, il nuovo trailer di Ninja Gaiden 4, frutto del lavoro congiunto di Team Ninja e di PlatinumGames. Imprevista e soporifera, per quanto mi riguarda, la calata di Grounded 2, che come già il primo partirà velocemente in fase preview (29 luglio).

Di altri giochi convincenti ce ne sono stati, per quanto possano essere esplicativi e convincenti dei trailer da uno o due minuti (poco o quasi nulla). High on Life 2 non avrà la carica esplosiva del primo, ma non dovrebbe essere un problema. The Blood of Dawnwalker è un po’ spigoloso, ma ha delle potenzialità interessanti. Super Meat Boy 3D promette di trascinare l’essenza di una delle “sensazioni indie” degli anni Dieci, in un impianto 3D e di farlo pure bene. At Fate’s End di Thunder Lotus (Spiritfarer) promette di farci duellare con quelli a cui vogliamo bene, che è poi la grande storia dell’umanità. Invincible Vs, tratto dall’universo creato da Robert Kirkman, sarà un picchiaduro con regole tag e team da 3 squadre: il video di presentazione è stato spettacolare, le fasi di gioco hanno risentito dell’eccellente primo impatto di Marvel Tokon: Fighting Souls allo State of PlayStation. 

Poi c’è stata quella che per me è equivalsa a una coltellata infame, cioè il reveal finale arricchito da “The Hand That Feeds” dei Nine Inch Nails, che però si è rivelato essere nient’altro che Call of Duty: Black Ops 7. Dannazione!

Il grande non detto, in tutto questo, è che Microsoft di show simili, cioè pieni di belle suggestioni, ne ha portati a casa svariati negli ultimi dieci anni. E poi tutto quello che si è visto, finisce diluito in anni di attese o in edizioni finali meno convincenti del previsto. Questa volta mi è sembrato che l’arrosto fosse più del fumo. Forse rinfrancato dall’idea semplice ma promettente dei ROG Xbox Ally, ho avuto la sensazione che almeno una manciata delle innumerevoli scommesse giocate da Xbox, stiano infine iniziando a dare dei frutti. 

P.S. hanno avvisato Game Freak che gli è saltato il font del titolo di Beast of Reincarnation?

Pubblicato il: 09/06/2025

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