CROSS GEN
Il terzo Falò, con LEGO Ninjago e Yoshi
Benvenute e benvenuti a questo terzo Falò, che ormai sapete benissimo essere quel momento che io, Emma e Elia ci prendiamo per parlare di com’è andata con quello a cui stanno giocando e scegliamo insieme il prossimo gioco.
Per chi è arrivato qua da poco invece (benvenute e benvenuti!), qua trovate gli altri due falò, comprese le regole che ci siamo dati, mentre qua cos’è Crossgen, se proprio vi siete persi.
Com’è andata questo mese
Ormai la routine è fissata ed è diventato a tutti gli effetti uno dei loro passatempi preferiti. Devo dire però che, soprattutto Emma, lo vivono con molta meno foga di prima: non vedono comunque l’ora di iniziare a giocare e mentre hanno la console in mano sono proprio su un altro pianeta, ma ora il non giocarci per un giorno è un’eventualità plausibile e non il “PAPA’MACOSASTAIDICENDOSEIMATTOMATUPROPRIONONPUOICAPIREILDOLORECHEMISTAIDANDO” che è stato fino a poco prima. Questo Emma. Elia invece, che è comunque più piccolo, arrivati a sera è lì che frigge per poter mandar via la tata (che adora, ma non negli ultimi 10 minuti, in quelli vuole solo che vada via perché sa che quando lei va via è il momento del gioco) e mettersi sul divano a giocare. Ora in ogni caso arriva l’estate e i pomeriggi saranno molto più al parco che in casa: confido che arrivi alle 18:50 stremato e che non si metta a fissare l’orologio.
Non ne vado molto fiero, ma nell’ultimo mese una volta ho usato l’opzione nucleare ("domani niente Switch!”) come ritorsione a una infinita serie di capricci. So che non aiuta sul lungo periodo, so che che devono imparare a non fare le cose capendone le motivazioni e non solo in funzione di punizioni o ricompense, ma nello stesso modo so pure che il punto va mantenuto perché capiscano che le (poche) regole che abbiamo sono lì per essere seguite e che non farlo ha un’inevitabile conseguenza. Elia in ogni caso ha mugugnato, ma accettato il suo destino con una certa grazia.
Nel caso ve lo steste chiedendo, il capriccio è nato perché su certe posizioni lui ha la morbidezza di un sindacalista degli anni settanta che parla del lavoro domenicale, e se anche sa che deve fare una cosa, tira la corda fino alla fine per non farla. E’ un atteggiamento tanto comune quanto estenuante, che pur di facilissima lettura a volte ti manda proprio ai matti. In ogni caso, anche se dopo parte una sgridata, o una voce alzata non prevista, ci facciamo tutti e due un piantino, un abbraccione e a posto così.
Ah: non hanno già più bisogno di me durante il gioco (o quasi): complice il gioco (ne riparleremo), Elia riesce a fare tutto da solo, e io ormai sono lì solo per gioire delle sue vittorie o aiutarlo in maniera più che sporadica negli scontri più difficili. Emma ormai è brava quanto me, ma ha ancora bisogno perché alcuni giochi sono di lettura più complessa e confusionaria, ma di quello parliamo dopo la réclame.
I giochi, secondo loro
Il rapporto che hanno avuto con i due giochi di questo mese è stato molto diverso: Elia ha trovato quella che è evidentemente la cosa più adatta a lui in questa fase e ci ha riversato dentro un amore senza confini, Emma invece è partita molto forte ma poi si è un po’ raffreddata e qualche giorno ha preferito guardare Elia giocare piuttosto che accendere la sua Switch.
Emma - LEGO Ninjago - Il film: Videogame (PEGI 7)
E così, a nemmeno otto anni, Emma ha giocato al suo primo tie-in. Con tie-in si intendono quei giochi che di solito accompagnano l’uscita di un film o di un libro e che puntano a sfruttare per lo più l’interesse del momento per l’opera di riferimento. Anni fa queste produzioni erano di livello molto basso e la loro unica ambizione era quella di non perdere la finestra di lancio dell’opera collegata, altrimenti non se li sarebbe filati nessuno. Con gli anni fortunatamente questa cosa è generalmente passata e i videogiochi hanno imparato a camminare con le loro gambe: di prodotti di questo tipo ce ne sono ancora, ma non sono la piaga che furono negli anni Ottanta o Novanta, dove bastava mettere il logo del film corrispondente e via verso i negozi.
LEGO Ninjago - Il film: Videogame è concettualmente questo esatto tipo di videogiochi: prende la storia del film, la trasforma in videogioco e a posto così. La sua fortuna è che è comunque un gioco LEGO realizzato da TT Games, che ha un po’ inventato i videogiochi dei LEGO e li ha portati al successo planetario, per cui la produzione è di ottimo livello e un bambino (ma non solo) che lo prova ha davvero la percezione di “star giocando al film”.
La cosa che è piaciuta di più
Guarda papà, “ho sbloccato il mio vero potenziale”!
- Emma, 7 anni e mezzo, seconda elementare
I videogiochi LEGO di TT Games sono praticamente un genere a sé. Sono dei giochi di avventura con una accennatissima componente di azione nei quali si deve solitamente rivivere la storia di riferimento (oltre a questo sul film di Ninjago ci sono a tema Harry Potter, Star Wars, Jurassic Park e super eroi assortiti) ricostruita in un mondo fatto di LEGO. Sono molto adatti ai bambini sia perché sono estremamente facili, sia perché solitamente nel diventare LEGO tutto diventa più divertente e ironico, con quel pizzico di slapstick comedy che funziona sempre. Quando Emma ha iniziato a giocarci era quasi sopraffatta dal poter usare i personaggi che vedeva in TV, dal poter fare le loro mosse o dal trovare da sola riferimenti e alzate di gomito alla serie di cui lei è una grande fan. Poi però qualcosa si è un po’ incrinato.
La cosa che è piaciuta di meno
Papà ma scusa, ma qua dove vado?
- Emma, 7 anni e mezzo, seconda elementare
Quel qualcosa, che lei non riesce ancora a identificare ma noi vecchi videogiocatori sì, è un level design confusionario. I giochi LEGO hanno spesso delle mappe aperte pensate per essere esplorate con personaggi diversi che hanno diverse abilità, con le quali aprire nuovi passaggi o trovare tesori nascosti. L’impostazione così libera e aperta dei livelli è perfetta per riempirli di attività, ma rende meno leggibile il percorso da seguire. Un sacco di volte Emma giocando a LEGO Ninjago mi ha passato la console in mano chiedendomi di trovarle la strada per finire il livello, e io, che magari mi trovavo nel mezzo di tutto senza aver molto chiaro cosa si dovesse fare, mi ritrovavo più spaesato di lei. Il che la faceva sbuffare e riprendere la console in mano, con una certa delusione mista a fastidio.
Emma, tu non lo sai, ma tuo padre ci farebbe la firma perché il non trovare la strada in un videogioco confuso sia il massimo della delusione che la vita ti potrebbe causare in futuro.
E insomma, alla fine il gioco lo ha finito ma era talmente poco presa che si è trovata a fare l’ultimo capitolo e lo scontro finale quasi senza accorgersene, finendolo di fatto per caso, perché aveva già chiesto di cambiare gioco.
Lo consiglieresti ai tuoi amici?
Boh, forse. Ma solo se ti piacciono tanto i Ninjago.
- Emma, 7 anni e mezzo, seconda elementare
Che praticamente è quello che si potrebbe dire di ogni tie-in. Quindi, Emma, sei pronta per scrivere il tuo primo articolo per la stampa specializzata ed essere pagata in a) visibilità, b) la promo del gioco che hai recensito o c) un tozzo di pane.
Elia - Yoshi's Crafted World (PEGI 3)
Qua invece siamo proprio su un altro pianeta. Yoshi’s Crafted World è un videogioco sviluppato e pubblicato da Nintendo nel 2019 per Switch, nel quale Yoshi, il drago/dinosauro di Mario, deve recuperare alcune gemme rubate da un più che pasticcione Baby Bowser. È un gioco delizioso, bellissimo da vedere (tutto è realizzato e pensato per sembrare un lavoretto di carta, cartone e materiali reali fatto da un bambino) e pensato proprio per i più piccoli, perché ogni sua meccanica di base (salti, spari, scontri con i nemici) è basilare ma funzionale, con una dolcissima curva di apprendimento. Dopo le forse prime due sessioni nelle quali Elia mi ha chiesto un aiuto per imparare a sparare (Yoshi può mangiare un nemico e trasformarlo in un uovo che può poi sparare), ha fatto tutto da solo, dalla selezione dei livelli fino all’esecuzione. Giusto una volta ha avuto bisogno per una boss battle, ma per il resto è un gioco che riesce a fare in totale autonomia, e questa cosa lo entusiasma oltremodo.
La cosa che è piaciuta di più
Intanto, non perdiamo le buone abitudini: Elia che mi ignora perché non ne vuole sapere di parlarmi, vuole solo giocare.
Trovare una sola cosa che sia piaciuta più delle altre è difficile, perché questo Yoshi è proprio inattaccabile. A naso, direi che è proprio la capacità di farsi comprendere e guidare il giovanissimo giocatore a capire da solo cosa c’è da fare per superare ogni momento un po’ così. Cioè, persino mentre mi chiede una mano poi si supera il momento difficile da solo.
Ah, e ovviamente il cagnolone.
Quando c’è un cagnolone gli salti sopra. Lo puoi cavalcare.
- Elia, 5 anni, scuola dell’infanzia
La cosa che è piaciuta di meno
Nulla. Yoshi’s Crafted World è per Elia il gioco giusto al momento giusto e non c’è stata una singola cosa che non gli stia piacendo o non gli sia piaciuta. Ho provato a incalzarlo eh? Ma per ora questo è evidentemente il suo Ocarina of Time.
Lo consiglieresti ai tuoi amici?
Daniele. Lo vuole. Ma non ha neanche una sua Nintendo Switch.
- Elia, 5 anni, scuola dell’infanzia
Sapete com’è finita? Che siccome Daniele non può giocarci verrà da noi a provarlo. Un venerdì sera. Durante un pigiama party che Elia si è organizzato per conto suo. Uno si distrae un attimo e c’è un altro cinquenne in casa a sorpresa.
I giochi, secondo me
A questo giro Emma ha imparato, pur inconsciamente, che i giochi non sono tutti uguali, e che non basta (più) che ci siano al loro interno cose che le piacciono, anche molto come LEGO e Ninjago, perché automaticamente siano belli. Fino ad ora le è andata di lusso perché ha giocato due giochi Nintendo, che in generale, su come un livello viene costruito e presentato, sono abbastanza imbattibili. Mentre ci giocava le cose che potevano rallentarla o frenarla erano dovute al non riuscire a fare una cosa che voleva fare, ma la leggibilità del livello non è mai stata in discussione. I giochi di TT Games invece, pur essendo molto divertenti, hanno un po’ il problema di non saperti guidare bene al loro interno e capita di girare un po’ a vuoto prima di trovare il pertugio giusto da infilare o la costruzione da montare. Nulla di irrisolvibile, ma diciamo che la distanza con Super Mario Odyssey e Kirby e la Terra Perduta è bella evidente.
Yoshi’s Crafted World è invece un gioco di un’intelligenza, una dolcezza e una bellezza abbastanza rari. Da vedere è delizioso, con tutto quel profluvio di carta, cartoncini, cotone e nastro adesivo che rende perfettamente l’idea dei lavoretti che fanno i bambini alla scuola materna. È pieno di meccaniche differenti (si esplora, combatte, spara e salta) ma sono tutte implementate in modo che siano facilmente interpretabili dai bambini e che le possano far loro in poco tempo. E questo succede perché chi gioca può sempre prendersi tutto il tempo del mondo per evitare un nemico o prendere bene la mira, togliendo così l’ansia del dover far qualcosa bene in poco tempo. Per un videogiocatore al livello di Elia, quindi alle prime armi e con ancora una manualità “da videogiocatore” limitata, è perfetto e diventerà uno dei nostri giochi più consigliati.
Gli effetti dei videogiochi sui bambini
Ormai siamo entrati in una routine consolidata per cui è difficile che un gioco, per quanto più amato e apprezzato del precedente, possa cambiare certe dinamiche. Sono però successe due cose, una piccola e una enorme, sempre legate ai videogiochi, che un certo impatto lo hanno avuto. La prima è che Emma ha inziato ad appassionarsi a Switch Sports, per cui una volta ogni tot la sua mezz’ora viene investita in goffe partite a badminton o chanbara, che oltre a far sudare, certificano che la coordinazione l’ha certamente presa da me.
L’altra cosa è che, all’improvviso, sono arrivati i Pokémon. Non è che prima non sapessero cosa fossero eh? Avevano già qualche carta, ci eravamo fatti qualche passeggiata a raccoglierli con Pokémon GO ma tutto sommato non sembrava qualcosa che gli interessasse particolarmente. Poi a Elia hanno regalato un peluche di Charmender e io, ingenuo, gli ho proposto di vedere la primissima stagione della serie TV (la trovate su Netflix con il nome di Indigo League) e da lì basta, ora tutta la nostra vita ruota intorno a loro.
Io lo so che non sono il primo a scoprirla questa cosa (d’altra parte ci sarà un motivo se sono diventati una delle proprietà intellettuali più grosse del pianeta, no?), ma la velocità e la forza con cui hanno travolto i bambini, soprattutto Elia, è stata sorprendente. Ne riparlemo dei Pokémon, magari in un’uscita della newsletter dedicata solo a loro.
Cos’ho scelto per loro, infine
I tempi in cui finiscono i videogiochi sono ormai sfasati. Se la prima volta entrambi hanno il finito il gioco praticamente insieme, ora Emma va inevitabilmente un po’ più veloce, per cui anche con la scelta ci si deve adattare. Al momento infatti Emma sta già giocando al gioco nuovo, mentre Elia procede con quello vecchio. Non gli ho nemmeno proposto di cambiarlo perché mi avrebbe fatto una grandissima pernacchia. Ho comunque letto tra le righe che vorrebbe provare Kirby, quindi potremmo anche provare con quello.
Emma:
Elia:
Ricapitolando:
Emma: IN: Disney Illusion Island - OUT: LEGO Ninjago - Il film: Videogame.
Elia: IN: Kirby e la terra perduta - OUT: Yoshi's Crafted World.
Infine:
Alla prossima!
Pubblicato il: 05/05/2025
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