Cinque cartoline dai

DAY OF THE DEVS

2024

I confini tra la presentazione “principale” di Geoff Keighley sul palco del Summer Gamer Fest e il Day of the Devs si sono fatti quest’anno molto porosi. Addirittura, un titolo di cui vi parlerò a breve, Cairn, è comparso in entrambe le occasioni, a poche decine di minuti di distanza. Ci sarebbe tanto da dire sulla constatazione iniziale di Keighley, che ha aperto la serata mostrando i dieci titoli più venduti di Steam e facendo notare che nella lista sono inclusi videogiochi creati da una sola persona (Balatro) e da piccoli team di sviluppo (Hades II, giusto per fare un nome). Il Day of the Devs, immediatamente successivo rispetto allo show di Keighley, ha dato voce agli sviluppatori e ai loro lavori, portando alla ribalta produzioni anche molto, molto piccole.

Insomma, qualsiasi cosa voglia dire la parola “indie”, è certo che i riflettori sono puntati su questo variegato universo, spesso foriero di visioni originali e diverse dal solito, capaci di arricchire la grammatica del medium videoludico. E anche in questa occasione Double Fine Productions e iam8bit hanno rispettato la filosofia su cui il Day of the Devs è basato dal 2012: celebrare la creatività, la diversità e la magia dei videogiochi, dando voce a talenti che fanno fatica a emergere in altri contesti. Anche se sì, pure sui grandi palchi ci si sta accorgendo del desiderio dei giocatori di esperienze originali e fuori dagli schemi. Qui trovate il mio personale best of del Day of the Devs – Summer Game Fest Edition 2024.

PHOENIX SPRINGS

Ho notato Phoenix Springs più o meno un annetto fa, avendo l’occasione di giocare il suo prologo. Il lavoro di Calligram Studio era stato selezionato come finalista in ben tre categorie di Indie Cup UK ’23: Most Anticipated Game, Critics’ Choice, Rising Star. Da allora, l’avventura investigativa di Iris Dormer non ha mai smesso di attirare l’attenzione delle giurie dei festival indie di tutto il mondo, da A MAZE Berlin al London Games Festival, passando per SXSW Sidney e, ora, approdando sui prestigiosi lidi del Day of the Devs. Tim Schafer e soci ci hanno visto lungo: Phoenix Springs, in sviluppo da sette anni e curato da un team di sole tre persone, ha carattere da vendere, fin dalla presentazione visiva. Disegnato e animato a mano, ambientato in una città cupa e piena di ombre, Phoenix Springs segue il percorso di Iris Dormer, alla ricerca di suo fratello minore, Leo. Tra case abbandonate e saccheggiate da gruppi di orfani e università in rovina in cui si tengono DJ set della durata di 56 ore, si avverte un forte senso di solitudine, oltre a un presagio costante di fine dei tempi. Il doppiaggio di Iris, dalla voce monocorde e profondissima, accentua queste sensazioni. L’interfaccia utente è minimalista e permette di passare in rassegna indizi e pensieri di Iris, che possono essere utilizzati nelle conversazioni con gli altri personaggi: la particolarità è che questi dialoghi non sono riportati direttamente nel gioco, bensì vengono riassunti e raccontati dalla protagonista, filtro del mondo e di tutte le vicende di Phoenix Springs. Aspettatelo in una futura puntata di Radar, perché la sua uscita è fissata al 16 settembre 2024.

CAIRN

Sul sito di The Game Bakers si legge che “il game design è come la cucina”. Sul palco della Summer Game Fest, i fondatori Emeric Thoa e Audrey Leprince hanno raccontato la loro passione per i videogiochi, da creare con amore proprio come un buon piatto. Per Leprince, però, c’era qualcosa di più da dire. “Quando ero adolescente” ha raccontato, “mio padre preparò una spedizione sul K2. Metà della sua squadra non tornò indietro”. Da questa durissima esperienza è nata l’idea di raccontare cosa spinge gli alpinisti ad affrontare rischi e condizioni estremi: è di questo che parla Cairn, un simulatore di arrampicata che si è mostrato in due trailer durante lo show di Keighley e, poco dopo, nel corso del Day of the Devs. In quest’ultimo abbiamo potuto cogliere meglio la ricerca di realismo nella simulazione ludica proposta da The Game Bakers, studio che non è alla sua prima esperienza: nella lista delle sue produzioni si contano ottime opere, tra cui Furi e Haven. La protagonista Aava deve affrontare il Monte Kami come se si trattasse della battaglia contro un boss durissimo da battere, gestendo anche risorse quali cibo, acqua, medicine, corde. Ultimamente abbiamo visto le scalate prendere il centro della scena in videogiochi come Jusant, ma l’impressione è che Cairn sarà un’esperienza ben più dura e rigorosa rispetto a quanto creato da Don’t Nod. Bonus da non sottovalutare: il cel shading di Cairn è davvero splendido da vedere. Dovremo aspettare ancora un po’ per scalare il Monte Kami, dato che l’uscita dell’ultima fatica di The Game Bakers è prevista per il 2025.

PSYCHROMA

Anno 2489. Haze, persona non binaria e medium, soffre di amnesia e di disturbo post-traumatico da stress. E il mondo non è messo meglio: la pioggia acida consuma gli edifici di una città che una volta era nota come Toronto, e i suoi abitanti modificano i loro corpi con innesti cibernetici a una velocità mai vista. Un’ambientazione cyberpunk, quindi, arricchita da potenti elementi horror: fin dal trailer – commentato magistralmente dagli sviluppatori di Rocket Adrift – vediamo che nei ricordi soppressi da Haze si celano violente, esperimenti su esseri umani, controllo mentale. Sarà interessante vedere il mondo attraverso gli occhi di una persona neurodivergente in un futuro distopico e senza pietà. Usando un sistema di memory card cibernetiche potremo esplorare vari momenti nel tempo e accedere ai ricordi delle persone vicine a Haze, lasciando che gli spettri digitali del passato posseggano il corpo del medium e assumendo la loro prospettiva. La pixel art ritrae gli ambienti in maniera sintetica, ma efficace, mentre le scene gore – non mancano sangue, volti scarnificati e chiacchierate con i defunti: siete avvertiti – vengono mostrate con maggiore dovizia di particolari. Le tematiche connesse al cyberpunk (letterario, videoludico o cinematografico che sia) vengono esplorate di frequente, non sempre con esiti originali, ma Psychroma mi sembra un esperimento interessante per il suo focus sulla mente umana, sull’impatto che le vicende della vita possono avere sulla salute mentale, e per i suoi ragionamenti sull’identità. Nulla è stata detto sulla data d’uscita del lavoro di Rocket Adrift.

UFO 50

Signore e signori, Derek Yu è tornato. Il creatore di Spelunky e il suo studio, Mossmouth, sono al lavoro non su un videogioco, ma su cinquanta videogiochi! UFO 50 parte da una premessa curiosa, immaginando una serie di giochi creati negli anni ’80 da una compagnia fittizia molto avanti coi tempi. Yu e soci ci tengono a precisare che non si tratta di minigiochi: le dimensioni dei vari titoli sono variabili, ma ciascuno è un’esperienza strutturata e completa. Si va dai videogiochi arcade alle avventure a mondo aperto, passando per i giochi di ruolo. Anche le modalità di sviluppo sono particolari: ognuno dei videogiochi di UFO 50 ha almeno un director che ha curato la gran parte del concept e del game design, ma tutti i membri del team hanno collaborato anche agli altri titoli. Grazie a GameMaker, Mossmouth è riuscita a creare esperienze ludiche semplici alla vista – con una palette di soli trentadue colori – che in alcuni casi sono esclusivamente in single player, mentre in altri hanno modalità multiplayer cooperative e/o competitive. Alcuni dei giochi presenti sono già stati svelati: abbiamo Campanella 2 (seguito di Campanella, altro titolo presente nella raccolta), in cui l’intrepida cacciatrice di tesori Isabell cerca meraviglie in caverne generate proceduralmente; Quibble Race, gioco di corse di cavalli sci-fi tra scommesse, bluff e sabotaggi reciproci per un massimo di tre giocatori; Pingolf, uno stravagante mix di golf e pinball. Insomma, è un pot-pourri esilarante e pure un po’ sconvolgente: finché esisteranno game designer sopra le righe come Derek Yu questa forma d’arte chiamata “videogioco” godrà di ottima salute. Anche di UFO 50 riparleremo presto: uscirà il 18 settembre di quest’anno.

AFTERLOVE EP

Dietro Afterlove EP si cela una storia profonda e straziante. È quella di Mohammad Fahmi, sceneggiatore della visual novel indonesiana Coffee Talk, giunta lo scorso anno al suo secondo capitolo. Fahmi aveva da poco lasciato Toge Productions e fondato uno studio, Pikselnesia, per lavorare ad Afterlove EP, quando morì a soli 32 anni nel 2020. Il difficile ruolo di gestire la presentazione di Afterlove EP durante questo Day of the Devs è spettato alla sua collega e amica Sasha Ariana, Lead Narrative Designer del titolo, che ha ricordato con commozione Fahmi e ha parlato dell’avventura di Rama, un ragazzo che subisce una perdita inaspettata: quella della sua fidanzata, Cinta. La voce della giovane, però, continua a risuonare nella sua testa e ad accompagnarlo nel prosieguo della sua vita, tra concerti (non mancano sezioni da videogioco musicale), uscite con gli amici, giornate a scuola. Il focus è soprattutto sulla narrazione e sull’esplorazione di Jakarta, città in cui il gioco è ambientato. Ho potuto provare la demo di Afterlove EP poche settimane fa nel corso di Ludonarracon, festival dei videogiochi narrativi organizzato su Steam da Fellow Traveller, publisher del lavoro di Pikselnesia: l’impressione è ottima, e si può apprezzare la scrittura lieve e profonda insieme che ho amato in Coffee Talk. La scena videoludica indonesiana continua a farsi notare: forse conoscete A Space for the Unbound e Potion Permit, oltre ai due Coffee Talk. In caso negativo, recuperateli a tutti i costi. Afterlove EP si aggiungerà alla lista nel terzo trimestre di quest’anno.

Pubblicato il: 08/06/2024

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7 commenti

Phoenix Springs graficamente mi fa impazzire e Screen Bound ha un concept che se sviluppato bene potrebbe essere super interessante. Spero facciate anche un articolo o un video sulle demo della next fest!

Attendevo un sacco questo articolo da parte di Giulia, Cairn mi ispirava davvero un sacco

Phoenix Springs ha stile a pacchi, a livello cromatico mi ha ricordato subito Ape Out (anche se ovviamente non c'entra nulla)

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