Ultimo giro con i videogiochi che hanno fatto la storia, selezionati partendo dal mese di pubblicazione.
A settembre non si fanno prigionieri: è una guerra tra videogiochi che hanno cambiato il corso della storia dei videogiochi, tale è la concentrazione di classici e classicissimi da festeggiare (oppure da conoscere per la prima volta o da ricordare con sorpresa, come quando ti arriva un messaggio da un compagno delle medie di cui ti eri totalmente scordato l’esistenza). Per questa puntata della rubrica Monthly Digest non girerò attorno alle questioni, non cercherò punti di vista strambi piegando la testa verso i comprimari delle uscite di settembre: c’è da parlare dei giganti e allora parliamo dei giganti. Anche quando saranno un po’ meno che giganti forse, ma solo perché quelli grossi hanno davvero la stazza di un Gundam.
Il primo giorno di settembre è già sufficiente a spiegare cosa aspettarsi, per chi vuole nuotare a rana in questo piacevole mare di fine estate. Nel 1995 venne lanciato da Ubi Soft (ai tempi la grafia era questa) Rayman, un gioco di piattaforme perfettamente figlio della generazione a 16 bit, ma realizzato con la disinvoltura concessa solo alle console della generazione successiva. Venne più volte associato al Jaguar di Atari, già nei negozi da un pezzo, ma finì per raggiungere i negozi prima in versione PlayStation, seguita a brevissima distanza da quelle per il Saturn di Sega e proprio per il Jaguar. Rayman ha impresso una svolta significativa alle vicende di Ubisoft, che fino a quel punto si muoveva con discrezione e qualche raro successo, ma che da lì in avanti cominciò a crescere a dismisura (e osservando la situazione in cui si trova oggi, “dismisura” non mi pare un termine impreciso).
Ma del gruppo del 1° settembre fa parte anche Metal Gear Solid V: The Phantom Pain (2015), così come il lancio della PlayStation Portable in Europa (2005), dopo un penare durato quasi un anno.
Siamo solo al terzo giorno del mese e ci tocca un’umile genuflessione al cospetto di altri due maestri. L’argomento è di nuovo l’infiltrazione ed è di nuovo spiegato da Hideo Kojima: il 3 settembre 1998 fu il giorno di Metal Gear Solid. Per essere un campione di infiltrazione, si presentò nei negozi dopo mesi di anticipazioni sulle riviste e chiacchiere tra il pubblico, curioso. Non ha una data più precisa di un generico “settembre 1992” Alone in the Dark, quindi possiamo metterlo qua, dove ci fa più comodo. Gli anni sono stati crudeli con la creatura di Frédérick Raynal, che ha progettato un modo per tenere assieme avventura, azione e suggestioni horror (in quel caso appoggiate al materiale di H.P. Lovecraft). Ma il primo Alone in the Dark rimane una pietra angolare su cui sarebbe stata costruita una parte dell’intera proposta dei videogiochi nei dieci anni successivi.
C’è molto dell’impareggiabile stagione della prima PlayStation, nel mese di settembre. Forse perché sia il lancio negli Stati Uniti che in Europa avvenne proprio in queste settimane, partiamo da quello a stelle e strisce del 9 settembre. Tre anni dopo quel debutto, il 9 settembre 1998, Spyro the Dragon di Insomniac Games fece guadagnare gradi allo studio statunitense, fino ad allora responsabile di un discreto FPS passato però sotto silenzio (Disruptor, 1996). Spyro the Dragon fu un gioco semplice ma tecnicamente ambizioso e il primo di una lunga serie, che probabilmente non riuscì mai a ripetersi per importante e impatto. (Tra parentesi: il 9 settembre è anche il giorno del Neo Geo CD in Giappone, quello in cui i videogiochi della serie 100 Mega Shock divennero improvvisamente compatibili con le mancette di compleanno).
Non ci sono trucchi e non ci sono inganni, il 9 settembre è anche il giorno di Crash Bandicoot (1996). Nessuno dovrebbe credere alle coincidenze, in casi simili. Due tra i personaggi che sono stati più facilmente associati alla PlayStation iniziarono le loro corse nello stesso giorno in cui la console venne lanciata negli Stati Uniti: sono regali di compleanno che è difficile scordare. Per Naughty Dog, che Crash Bandicoot lo realizzò (e che inizialmente chiamava “Il culo di Sonic”, perché l’idea iniziale partiva proprio dall’inquadratura alle spalle di un personaggio), niente fu più come prima.
Sto usando ripetutamente toni epici, ma non è che si possa fare molto di diverso vista la caratura dei nomi in ballo, no? Se non vi fidate, segnatevi anche questo: il 9 settembre 1999 (9/9/99) Sega lanciò il Dreamcast negli USA, nel mezzo di una campagna pubblicitaria che non aveva precedenti: “It’s thinking”!
Un undici settembre molto più allegro di quello che ci ricordiamo (o viene ricordato), e precisamente quello del 1984, accompagnò Impossible Mission, l’ennesimo videogioco di successo di Epyx, una software house che in quegli anni sembrava inarrestabile. Il 13 settembre 1985, un anno più tardi, un evento tellurico di immani proporzioni rivoluzionò la crosta del pianeta videogiochi: Super Mario Bros. Il Famicom in Giappone era già in milioni di case, ma la killer application per eccellenza (titolo che condivide con Tetris per il Game Boy) sarebbe stata quella. Con un pugno Mario distrusse voracemente il primo mattoncino della futura casa dei videogiochi di piattaforma, dei personaggi dei videogiochi, dei videogiochi dentro all’immaginario collettivo, di un autore che verrà paragonato a Steven Spielberg e Walt Disney: Shigeru Miyamoto.
Fable, il nome finale dato all’iniziale Project Ego, non ebbe lo stesso squassante clamore di Super Mario Bros., ma per alcuni anni rimbalzò tra le copertine delle riviste. Era stato annunciato nel 2001, in tempo per il day one dell’Xbox, ma sulla console di Microsoft arrivò solo tre anni più tardi. L’avventura di ruolo di Peter Molyneux forse non era tutto quanto giurò che sarebbe stata, ma ce ne fu abbastanza per convincere critica e pubblico.
Settembre è anche il mese di due padri fondatori dei videogiochi: Pitfall! e Pole Position, pubblicati rispettivamente da Activision e Namco nel 1982. Due giochi che hanno scavato il terreno e colato le fondamenta per il genere dei giochi di azione e piattaforme e per quelli di guida. È difficile sovrastimare l’importanza del lavoro del team di David Crane, nel primo caso, e della gloriosa squadra dei videogiochi da sala di Namco di quegli anni: l’influenza che ebbero sui loro contemporanei, e di conseguenza su chi li seguì, fu impareggiabile. Un degnissimo scolaro di Pole Position fu Out Run, che Sega iniziò a portare nei locali giapponesi, e non, nel settembre del 1986 (siamo a tanto così dai suoi primi quarant’anni, passati veloci come una Ferrari Testarossa e spumosi come le onde a fianco della pista nello stage d’apertura.
Legate a questo mese sono anche le storie di System Shock (1994), il classico GdR in prima persona di Looking Glass Studios (rimasterizzato pochi anni fa e disponibile ovunque), i turni che si mangiano le ore di sonno di Civilization (1991) o l’esaltante e crudele dimostrazione anti-capitalista di Oddworld: Abe’s Oddysee (1997). Ma se vogliamo parlare di compleanni veri, di quelli a cifra tonda, non serve andare a cercare tanto lontano. Come anticipato, a settembre del 1995 nasceva la vicenda occidentale della PlayStation anche in Europa (29) e con lei un senatore a vita dei racing game: WipEout di Psygnosis. E trenta candeline le spegne anche Command & Conquer, la serie di giochi di strategia in tempo reale che ha monopolizzato le attenzioni e imposto all’attenzione del grandissimo pubblico il genere.
E poi ci sarebbero ancora Myst (24 settembre 1993), Ico (25 settembre 2001), Dance Dance Revolution (26 settembre 1998). Quest’ultimo in particolare divenne uno dei videogiochi più frequentati e rappresentati al di fuori del pur grande e variegato pubblico di appassionati. Per un breve ma intenso periodo impose la presenza di confezioni giganti e tappetini plastificati nei salotti di esseri umani sopra ogni sospetto. Che strane insalate di colori, figure e suggestioni regala la scelta di provare a mettere assieme i videogiochi per il mese di pubblicazione. Qui su Final Round abbiamo fatto un riassunto mensile lungo un anno (o quasi, abbiamo cominciato a novembre), strizzando le parti più curiose o interessanti di Day One, l’almanacco illustrato sotto forma di newsletter che chiuderà le sue pubblicazioni alla fine di questo mese.
Grazie per averci seguito e… scusate, un problema di rintronamento tecnico ha lasciato fuori almeno un gioco che non meritava questa fine. In realtà sono decine, ma l’assenza di uno in particolare ha ferito il mio cuore morbido (e peraltro sono l’unico responsabile dello scivolone). È un videogioco pubblicato nel 1994 che ha dato vita a una serie di enorme successo, se avete qualche sospetto fatemelo sapere.
Pubblicato il: 15/09/2025
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