LA FIORITURA DELLA SCENA AFTERMARKET

O della culla d'incubazione del piccolo, grande Earthion

Resisteva ancora nel 1996 a Milano, in piazza Caneva, un piccolissimo negozietto con il soffitto alto stracolmo di elettrodomestici usati. Un signore con i doppi occhiali insieme a un ragazzotto, agile come un gatto ma fin troppo stempiato per la sua età, riparavano, scambiavano e vendevan omeravigliose e sconosciute tecnologie di ogni tipo. Ci finivamo quando l’aspirapolvere si guastava e “qualcuno doveva metterci un ombrello”. In una di queste situazioni vidi tra le offerte uno stupendo e ammaccato Mega Drive giapponese; spalancai gli occhi, rivolsi a mio padre lo sguardo del “ti prego ti prego” e il ragazzotto, alzando un saldatore verso il cielo, se ne uscì con una massima di rara lucidità e sicura raffinatezza ideologica: “Quella sì che è una macchina immortale, altro che questi maledetti lettori ciddì del demonio.” 

Caro ragazzotto fin troppo stempiato per la tua età, siamo nel 2025, quella macchina è qui di fianco a me mentre scrivo ancora perfettamente funzionante ma soprattutto, lo so sembra folle, è appena stato pubblicato un videogioco che la sfrutta e la strizza come mai è accaduto in 37 anni; si chiama Earthion, lo puoi giocare anche su Steam ed è prodotto da Ancient Corporation. Ma sì dai quelli di Street of Rage 2 e Beyond Oasis, con la colonna sonora ovviamente firmata dal fondatore Yuzo Koshiro.

La nazione Terra, la Terrazione, Earthion appunto, è l’ultimo baluardo della Resistenza umana contro un’invasione aliena che vuole occupare il pianeta. La giovane Azusa Takanashi a bordo della futuristica YK-IIA è pronta a farci volare in uno shoot ‘em up orizzontale diviso in 8 livelli che per musica, varietà d’ambientazione, nemici e boss fight può essere tranquillamente iscritto tra i migliori sparatutto a 16 bit per Sega Mega Drive. La modalità principale dura più o meno 50 minuti, rispettando i canoni del genere, e si impenna nella parte finale per difficoltà e frequenza delle boss fight. Le 25 tracce composte dal maestro Yuzo Koshiro sullo Yamaha YM2612 rendono dannatamente figo scivolare da uno stage all’altro e seguono per epicità e climax il crescendo del gameplay. La mia preferita? Ovviamente Terminal Doctrine che rappresenta anche un fin troppo esplicito omaggio chiptune a Lighting Strikes Again di Takeshi Yoshida e Toshiharu Yamanishi in Thunder Force IV.

Non siamo di fronte soltanto a un omaggio ben realizzato alla tradizione, Earthion offre un deciso tocco di novità per ciò che riguarda il sistema di upgrade dell’astronave. I miglioramenti infatti non sono acquisibili semplicemente proseguendo nel gioco, bensì necessitano di una sorta di gettone da trovare e conservare fino alla fine del livello. Solo così potremo accedere alla schermata che vedete qui sotto. Giunti in questo negozio, decideremo se spendere il potenziamento a disposizione per una vita extra, per un’arma speciale unica oppure, ulteriore novità, per gestire uno dei tre slot inutilizzati che dividono l’energia e le armi, scegliendo se aumentare il numero di slot per queste ultime o incrementare la nostra energia vitale e la potenza di fuoco.

Il gioco è a tutti gli effetti una rom del Mega Drive che gira sul vostro PC attraverso un emulatore interno al pacchetto dati Steam. Non a caso è prevista anche un’edizione fisica in cartuccia che attualmente non ha ancora indicazioni per un preordine. Questo è forse l’aspetto più affascinante dell’operazione: quando giocate a Street of Rage 4 o a TMNT Shredder’s Revenge state eseguendo giochi bidimensionali dallo spirito retro pensati però per un hardware talmente potente da poter far girare in contemporanea anche molteplici di questi programmi; Earthion al contrario si impone un limite, ovvero una componentistica del 1988, e, come le grandi opere d’arte, nasconde questo limite tecnico dietro a un risultato impeccabile: è veramente un Mega Drive che esegue quell’ingresso roteante pseudo 3D a inizio stage, mentre 5 livelli di parallasse si muovono sullo sfondo e una tempesta di sprite si agita a schermo, senza mai subire il benché minimo rallentamento. Mi auguro che la selezione di scatti proposta riesca a trasmettere la qualità del disegno bitmap degli sprite e dei background; in particolare il terzo livello, che potete vedere qui sotto, spicca su tutti gli altri per palette e immaginario così vicini al Miyazaki di fine anni ’70 ma anche al mondo sospeso in Geist Mashine di Lorenzo Ceccotti.

Ecco perché il meraviglioso Earthion non può essere neanche lontanamente paragonato, come purtroppo si è fatto e si farà, con qualsivoglia delle innumerevoli e in alcuni casi molto valide operazioni nostalgia di ‘stomarketing. La stessa pixel art, che potete ammirare negli scatti che ho selezionato per voi, oltre ovviamente a rispettare palette e risoluzione della macchina d’origine, mette in atto molte accortezze tipiche di un disegno e di una colorazione pensate prima di tutto per la visualizzazione su tubo catodico. Vi rimando alle mie live e a future pubblicazioni ben più corpose per un’argomentazione più precisa e ampia sull’argomento. 

Rivolgiamoci invece ora al nocciolo della questione.

Ma come è possibile che nel 2025 vengano creati e distribuiti videogiochi fisici e digitali che funzionano perfettamente, oltre che sui moderni dispositivi, anche su console che hanno finito il loro ciclo vitale quasi trent’anni fa? 

Earthion è solo l’ultimo esponente di una scena retro tra le più apprezzate e creative, cresciuta in concomitanza con l’avvento di internet e giunta a sempre maggiore visibilità nell’ultimo decennio. Cerchiamo di capire di cosa si tratta, anche perché le informazioni sono sparse e in alcuni casi contradditorie. Mai come in questo caso i vostri commenti potrebbero rivestire un ulteriore vettore di scoperta. 

All’interno del mercato attuale dei videogiochi esiste un piccolo segmento rivolto alla commercializzazione di prodotti definiti “aftermarket” ovvero “giochi nuovi per vecchie console”. Un po’ come è accaduto in altri campi dell’intrattenimento, basti pensare al vinile e al VHS, esistono videogiocatori che nel 2025 utilizzano console da gioco degli anni ’80 e ’90 per riprodurre non solo le librerie ufficiali di titoli storici pubblicati quando l’hardware di riferimento era ancora sugli scaffali, ma anche per scoprire tutta una nuova scena di videogiochi prodotta, distribuita e venduta “post mortem” rispetto all’hardware di riferimento.

Dai, toglietevi quell’espressione di sufficienza: con un giradischi austriaco da qualche migliaio d’euro oggi potete sicuramente ascoltare il vostro prezioso LP del ’69 di Abbey Road, ma nulla vi vieta di comprarvi l’ultimo disco appena pubblicato da Bad Bunny (o da Ted Bundy).Ecco allo stesso modo coloro che possiedono e utilizzano ancora un signor Mega Drive con il suo bel tubo catodico annesso, magari attuando due o tre accortezze moderne per farlo lavorare al meglio, oltre a tuffare gli occhi nell'imperitura primavera chiamata Sonic the Hedgehog, possono attendere pazientemente la pubblicazione fisica dell’ultima perla di Yuzo Koshiro, Earthion appunto, dopo magari averla già “ascoltata” su Steam.

Servirebbe probabilmente un volume intero fitto fitto per raccogliere la fioritura di titoli aftermarket che gli appassionati hanno visto germogliare soltanto negli ultimi 10 anni. I sistemi coinvolti sono praticamente tutti sia in ambito computer che console. Sicuramente la macchina che accoglie più produzioni e che letteralmente non ha mai smesso di sfornare opere di sempre maggior qualità è il Commodore 64, praticamente 40 anni ininterrotti di presa bene, altro che le vostre consolone, inevitabilmente stonate nell’arredo, che diventano obsolete in un lustro nell’attesa tradita di un intoccabile capolavoro. 

Alcune di queste produzioni possono avere un cuore casalingo e artigianale senza alcuno scopo di lucro e rimanendo appannaggio del digitale, altre invece hanno alle spalle già una piccola infrastruttura produttiva e soprattutto distributiva che garantisce preordini ed edizioni fisiche ben confezionate. È difficile persino racchiuderle in categorie e generi: conversioni impossibili, demake, videogiochi nati da contest o all’interno di jam, ma anche vere e proprie nuove opere che dialogano con il presente sia per immaginario che per soluzioni di design e gameplay.

Nell’immagine qui sopra potete vedere diversi rami di questo sempre più florido albero creativo: Pampas & Selene in versione MSX2, acquistabile anche su Steam e Nintendo Switch, creato da quel genio di Unepic_fran, Francisco Tellez, che ha realizzato appunto anche un’edizione fisica per lo standard di computer giapponesi ricca di gadget; City Connection invece è un gioco arcade del 1985, sviluppato da Jaleco, e finemente (e finalmente) convertito da Habit Soft per Mega Drive nel 2023; Star Fox 2, sviluppato da Nintendo e Argonaut per Super Nintendo, venne pubblicato solo nel 2017 in versione digitale per il Super Nintendo Classic Mini e qui reso a tutti gli effetti una cartuccia funzionante con tanto di chip FX da un amatore; infine i rom hack, seminali apri pista di tutta questa nuova scena, ovvero Gian(n)a Sisters per C64 che risorge dal fuoco dell’abiura per plagio e l’ottima versione corretta da Hokuto Force e Bisboch di Slalom (Hal Laboratory, 1983), oltre all’ormai famoso Plaguemon per Game Boy di Michele Falcone, che rende quasi indecifrabile il confine tra hack e aftermarket.

Mentre le pseudo “generazioni” ufficiali nell’ultimo decennio illudevano i videogiocatori promettendo grandi salti qualitativi, nel sottobosco retro abbiamo assistito a oggettivi miracoli tecnologici su macchine che, a distanza di trenta o quarant’anni, sono oggi veramente sfruttate al massimo. Avete mai visto un Dreamcast moddato per restituire un segnale video nativo in HD? In alcuni casi il paragone tra le lineup storiche ufficiali e le produzioni aftermarket contemporanee rende quasi incredibile credere che questi giochi funzionino sulla medesima piattaforma. L’ultimo decennio è stato un continuo susseguirsi di novità software e hardware, dall’avvento di chip FPGA fino alla programmazione dello Scorpion Engine di Earok, un motore grafico pensato per programmare in assembly e Blitz Basic il Motorola 68000 presente in alcune console e computer a 16 bit. Non dimenticherò mai l’entusiasmo di mio fratello Francesco Sblendorio quando riuscì a consentire a un Commodore 64 di navigare in internet tramite le BBS. Vi dico solo che oggi grazie al suo patreon potete addirittura utilizzare ChatGPT su un vero biscottone attraverso schede come la 1541 Ultimate-II del buon Gideon. 

Questa è la scena retro da supportare con maggiore attenzione, fatta di idee, progetti e creatività: dai musicisti chiptune agli speedrunner, dai modder ai programmatori, dagli artisti agli scrittori ed editori; queste persone, professionisti in alcuni casi geniali, meriterebbero molta più visibilità dei sempre più diffusi collezionisti poser avidi di like, con cui purtroppo viene spesso identificato, soprattutto in Italia, l’intero settore e che hanno invece come unico e sterile talento l’abilità di aprire il portafoglio per battere un prezzo fuori dal Tempio. 

Non nasce nulla dal chiudere a chiave in un caveau un “investimento” in nome di una presunta preservazione, mentre da opere come Earthion possono germogliare per anni nuovi frutti. Il primo piccolo fiore sta già spuntando: il canadese Shane Mc Cafferty, noto per l’incredibile conversione di Out Run per Game Boy Color, sta lavorando a una demo di Earthion sempre per l’handheld Nintendo. 

Ci illudiamo di poter colmare un vuoto comprando a peso d’oro il giocattolo con cui abbiamo trascorso la giovinezza, quando in realtà cerchiamo soltanto gli occhi meravigliati e l’innocenza perduta con cui scoprivamo quel giocattolo. Questa nostalgia sana non si manifesta di fronte a un’edizione mint di Pokemon Rosso, ma scoprendo invece che il maestro Koshiro compone ancora una nuova colonna sonora in modulazione di frequenza per quel vecchio ma robusto Mega Drive giapponese che un ragazzotto, fin troppo stempiato per la sua età, mi convinse a comprare al tempo degli dei falsi e bugiardi.

A cura di
RetroBigini

Pubblicato il: 02/09/2025

Abbonati al Patreon di FinalRound

Il tuo supporto serve per fare in modo che il sito resti senza pubblicità e garantisca un compenso etico ai collaboratori

5 commenti

Bellissimo articolo di RetroBigini che rende giustizia a un scena creativa che secondo me non ha la giusta visibilità ( basta coi "cri"). Mai come adesso, questi hw sono stati utilizzati al meglio, fino ai loro limiti estremi.

Bell'articolo Retro, Earthion è veramente una droga, Yuzo Koshiro ci ha dato un altro capolavoro.

Davvero una gran bella monografia, sembra quasi potersi immedesimare nel racconto con una delle tante situazioni simili vissute da ragazzino nel negozietto di fiducia, molto interessante anche il pensiero di come escano ancora giochi per le “vecchi …Altro... Davvero una gran bella monografia, sembra quasi potersi immedesimare nel racconto con una delle tante situazioni simili vissute da ragazzino nel negozietto di fiducia, molto interessante anche il pensiero di come escano ancora giochi per le “vecchie” e “morte” console di una volta che comunque mantengono ancora alto il livello collezzionistico del settore anche se al caro prezzo a volte e spesso gonfiati da “leggi di mercato” tutte di questo settore. Bellissimo articolo nella sua completezza, Retro é sempre sinonimo di qualità 👍🏻

Ottimo articolo Retro, come sempre. Che dire ? Adesso sono piacevolmente obbligato a comprare Earthion per onorare i bei tempi che furono.

A metà tra una monografia e una recensione, Retro riconferma per l’ennesima volta una prosa distesa e avvincente. L’equilibrio tra discorsività e riferimenti storico-critici si rilassa perfettamente con l’uso delicato delle metafore.
Ho amat …Altro...
A metà tra una monografia e una recensione, Retro riconferma per l’ennesima volta una prosa distesa e avvincente. L’equilibrio tra discorsività e riferimenti storico-critici si rilassa perfettamente con l’uso delicato delle metafore.
Ho amato il riferimento a Geist Maschine, inaspettato e preciso.

Suvvia ora che la carta sta tornando forte grazie a R2, sia con Itomi che con R2 publishing, convinciamo Retro a farlo un bel volumone sull’aftermarket?

info@finalround.it

Privacy Policy
Cookie Policy

FinalRound.it © 2022
RoundTwo S.r.l. Partita Iva: 03905980128