Tutto quello che dovete sapere sulla storia di maggio nei videogiochi (per non fare brutte figure a cena con gli amici).

I COMPLEANNI IMPORTANTI

20 ANNI
Forza MotorSport

30 ANNI
Electornic Entertainment Expo

40 ANNI
The Way of Exploding Fist

Si dice che chi non conosce il passato è condannato a riviverlo, ma tenuto conto di quanta gente cerchi volutamente di rivivere le stesse esperienze che ha già vissuto, direi che questa eccellente massima fatica a trovare il suo senso nel settore dei videogiochi. Di passato si parla ogni giorno in Day One (in fondo trovate più informazioni) e una volta al mese in questo Monthly Digest per il piacevole pubblico di Round Two e Final Round: è un passato che può essere piuttosto remoto, quello dei primi anni Ottanta, o molto più vicino a noi (vengono presi in considerazione giochi pubblicati fino al 2015). Nel mese di maggio c’è modo di occuparsi di questo e di quello, del trapassato e di quello prossimo.

L’ampia selezione che state leggendo non include tutti i videogiochi pubblicati a maggio, figurarsi! Quello non lo fa nemmeno la newsletter quotidiana di Day One, che si ferma a 106 (comunque un numero meritevole di un lungo periodo di vacanze premio, se lo chiedete a me). L’idea è comunque quella di fornirvi abbastanza materiale per non scordare cosa è già successo, che si tratti di glorificare un caposaldo dell’intero mondo dei videogiochi o di salvare dal dimenticatoio uno, cinque o dieci esperimenti che sono stati messi da parte dalla Storia con la esse maiuscola. Dovrebbero essere tutti spunti utili per abbandonarsi a quel brivido agrodolce che è tipico della malinconia, quando si legge un nome noto e a cui potreste aver legato qualche momento bello/medio/brutto della vostra esistenza. Oppure per scoprire che quel gioco è già vicino alle trenta primavere. Ma anche per fare una brevissima conoscenza con mondi e suggestioni mai incrociati in precedenza.Partiamo da chi vuole essere sicuro di non perdersi nessuna delle festività che è giusto celebrare a maggio. Per una volta tanto procederò in ordine cronologico, tralasciando giusto tre titoli particolarmente importanti e meritevoli, perché a loro è stato riservato lo spazio dei riquadri “nobili” in questa pagina. Il 10 maggio del 1984 le avventure punta e clicca accoglievano King’s Quest, il capitolo di debutto della serie realizzata dai coniugi Roberta e Ken Williams, poi a lungo collegati al nome di Sierra Interactive. È impossibile essersi formati negli anni ’80 e ’90 e non avere mai sentito parlare o almeno letto di King’s Quest. Complice il successo di pubblico delle avventure di LucasArts, il modo di fare di King’s Quest e di tante altre avventure punta e clicca è finito nello sgabuzzino della Storia, ma siamo qua apposta per drizzare questa stortura.

R-TYPE

1987

Il gioco più importante del maggio del 1987 è stato R-Type, uno spettacolare sparatutto bidimensionale, di quelli che hanno dato un’interpretazione peculiare della materia tanto convincente, da spingere molti altri a seguirne l’esempio. Venne realizzato da Irem, allora uno studio rinomato per i suoi giochi in sala e a casa e R-Type, con il suo portfolio di nemici biomeccanici e il pod a cui chiedere assistenza, iniziò velocemente a fagocitare monetine.

Alla periferia di un impero oscuro, ti lanci in una missione da cui nessuno è mai tornato. Ce la farai?
(Dal materiale promozionale di R-Type)

TURRICAN

1991

Turrican fu uno di quei giochi in cui tutto sembrava poter o dover esplodere. Iniziò a succedere dal 9 maggio del 1990. Se lo chiedete a chi ha avuto un’Amiga, il computer a 16 bit di Commodore, Turrican è probabilmente tra i giochi che ricorda con più affetto. A tirarlo fuori dal cappello fu Factor 5, una software house tedesca che dieci anni più tardi si sarebbe ritrovata a lavorare su spettacolari sparatutto 3D nel mondo di Star Wars. In Turrican un personaggio dotato di un’armatura e di una forza di fuoco impressionante cercava di radere al suolo tutto e tutti (spesso riuscendoci).

Strawow! Turrican è semplicemente fantastico, divinamente divino, spasmodicamente bello e chi più ne ha più ne metta. […] Comprate Turrican o non fatevi più vedere in giro! 

Marco Auletta – Zzap!

Tra il 1991 e il 1995 la primavera inoltrata di maggio corrisponde a tanti modi diversi di diventare dei successi e rimanere per sempre nel racconto dei videogiochi che contano. Nel 1991, l’11 maggio, toccò ad Eye of the Beholder, un gioco di ruolo e un dungeon crawler che rientra di diritto nel circoletto di quelli che hanno insegnato come andasse fatta quella cosa. E come andasse fatta per bene. Il 1992, passiamo al 5 maggio, la piccola id Software dimostrò che ne aveva avuto abbastanza delle piattaforme di Commander Keen e si occupò di azzerare la feccia nazista in Wolfenstein 3D. Era il recupero di una serie nata sotto una forma molto differente nei primi anni Ottanta, ma divenne soprattutto la prova generale per l’invasione dell’inferno di Marte che si consumò solo un anno più tardi con Doom.

Nello stesso anno di quest’ultimo, che però non appartiene al nostro mese, si mosse anche Prince of Persia 2: se il primo era stato un caso, il secondo confermò che l’abilità di Jordan Mechner non era casuale. E infine, nel 1995 e con ancora addosso la carogna per la finale dei mondiali di USA ’94 tra Italia e Brasile, una generazione di ragazzi varcò la soglia dell’età adulta appena avvistato il cabinato di Virtua Striker di Sega. Perché allora il porno facile di internet non te lo davano, ma con le sale giochi ti ci avvicinavi.

Tra i classici di maggio non si possono non indicare anche tre nomi che, guarda un po’, oggi orbitano tutti attorno a Redmond nello stato di Washington (USA), e cioè a Microsoft. Sono Perfect Dark (22 maggio 2000) The Elder Scrolls III: Morrowind (1° maggio 2002), Forza MotorSport (3 maggio 2005). Se vi sembra che manchi qualcuno, rimediamo subito: Nintendo ha piantato nei giorni conclusivi del mese tre semi che hanno dato molto. Il 23 maggio 2010 toccò a Super Mario Galaxy 2 e il 29 maggio 2014 a Mario Kart 8 (e stiamo riuscendo a togliercelo di dosso solo undici anni dopo!).

La prossima parte, più breve, è pensata invece per chi cerca i nomi meno noti, quelli che si sentono un po’ più snob. Quelli come me, insomma. A loro citare uno Street Fighter II o un Fatal Fury non basta, loro vogliono parlare di The Way of the Exploding Fist, che debuttò sui microcomputer come il Commodore 64 a maggio nel 1985. Allora ci fu chi si sentì di dover sottolineare le molte somiglianze con il successo da sala Karate Champ, ma venne comunque portato in trionfo dalla stampa specializzata e dal pubblico. Era una delle prime volte che a casa ci si menava così bene e senza finire davanti a un giudice. Rimaniamo all’incirca nello stesso periodo, perché a maggio del 1986 è collegato anche il lancio del coin-op di Rygar. C’era un tizio con una specie di sega circolare collegata a una catena, c’era un cielo rosso che sembrava aver preso fuoco e tutto il resto era il “solito” gioco d’azione 2D in cui cercavano di bullizzarti fin dal primo minuto. Anche Rygar fu realizzato da Irem, come R-Type.

SPLATOON

2015

Uno sparatutto. A squadre. Competitivo. Uno sparatutto a squadre competitivo realizzato da Nintendo. Per quanto improbabile, prima o poi doveva succedere ed è successo con l’altrettanto improbabile Splatoon. Il gioco degli inkling e del Giudigatto iniziò a inchiostrarsi la strada verso il successo all’E3 del 2014 e finì per completare l’opera con l’eccellente versione finale del gioco per Wii U, un anno più tardi (anzi, poco meno).

Voglio che ci giochino i più giovani, come chi va alle medie o alle ultime classi delle elementari, ma spero anche che le loro madri li vedano giocare a casa e vogliano fare lo stesso. Spero tanto che succeda. 

- Hisashi Nogami, Producer Nintendo

I prossimi tre giochi rientrano perfettamente in questa categoria di chi ci ha provato, ci è in buona parte pure riuscito, ma non a sufficienza per sopravvivere al passaggio dei decenni. Motor Toon GP 2 risultò molto più completo e rifinito rispetto al predecessore e quindi l’attenzione sul suo sviluppatore, Polys (poi Polyphony Digital), crebbe all’istante. Si affermò come un eccellente gioco di guida arcade sullo stile di Mario Kart, rinvigorito dalle capacità tecniche della PlayStation e reso unico dall’effetto di deformazione legato ai veicoli e a parte degli ambienti di gioco. MDK, 5 maggio 1997, finì su un numero imprecisato di copertine e per un po’ sembrò essere il prossimo grande gioco in 3D, primo di una serie sterminata di quell’epoca in cui anche su PC la diffusione delle schede acceleratrici (come la 3DFX) aveva definitivamente tolto le briglie alla potenza dei processori Pentium. MDK era uno sparatutto in terza persona e il protagonista aveva accesso a un fucile da cecchino con un effetto zoom che non aveva eguali in quel momento. Venne realizzato da Shiny Entertainment, lo studio fondato da Dave Perry (Aladdin, Earthworm Jim). 

Guilty Gear cominciò a dare un’alternativa al genere dei picchiaduro a incontri il 14 maggio del 1998 ed è interessante notare che, arrivati a quel punto, venne vissuto come lo strano esempio di chi voleva concentrarsi su uno stile di gioco che allora appariva ormai datato. I picchiaduro 1-contro-1 non erano più così ricercati e, nel caso, ci si concentrava su quelli in 3D come Tekken, Virtua Fighter o Soul Edge. Un altro che era decisamente fuori tempo massimo fu Radiant Silvergun, un complicato ma godurioso sparatutto con le astronavine firmato il 28 maggio del 1995 da Treasure. Altri nomi di maggio con cui darsi un tono: LostWinds (2008), Alan Wake (2010) e Transistor (2014).

Ultime battute per un numero esiguo ma significativo di giochi che proprio non te li aspettavi. Boom Blox (6 maggio 2008) fu il frutto della collaborazione tra Electronic Arts e Steven Spielberg: una sorta di collezione di puzzle game d’azione (?) basati sul telecomando Wii di Nintendo. Table Tennis (23 maggio 2006) rappresentò il debutto di Rockstar nell’era dell’alta definizione dell’Xbox 360. Non attraverso un Grand Theft Auto, ma con un simulatore di ping pong. E a qualcuno toccò pure fingere che fosse importante. A Blur (2010) e LA Noire (2011) non andò affatto bene, ma se lo chiedete a me rimangono due videogiochi con degli spunti più che interessanti. 

Ci si rilegge a giugno!

DAY ONE, L'ALMANACCO ILLUSTRATO

Mettere assieme una “classe” di giochi che hanno debuttato nello stesso mese è comodo e pure informativo. Ma per chi ha un vuoto culturale da riempire (in modo discutibile), c’è Day One: l’almanacco illustrato dei videogiochi. Ogni giorno Day One raduna una selezione di videogiochi usciti proprio quel giorno, in trentacinque anni di storia (dal 1980 a quasi dieci anni fa, il 2015).   

Ogni gioco viene presentato anche attraverso documenti dell’epoca, brevi estratti dalle recensioni che provarono a determinarne il destino o ritagli di interviste e dichiarazioni dei loro autori. A condire il tutto ci sono centinaia di illustrazioni e immagini di gioco, ma anche trenta giornalisti ospiti che hanno offerto le loro penne e tastiere per raccontare i videogiochi a cui sono più affezionati.  

Attenzione! È attivo uno sconto sull’abbonamento di Day One del 30%! Clicca qui per raggiungere la pagina dell’offerta.  

PUOI LEGGERLO QUI

Pubblicato il: 12/05/2025

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