PRAGMATA
Anteprima
Dopo la sua prima apparizione e i continui rimandi che si sono susseguiti nel tempo cominciavo a perdere le speranze di poter rivedere in azione Pragmata. Il penultimo trailer si chiudeva con l’immagine di un post-it che chiedeva scusa al pubblico per il protrarsi dell’attesa, e in cuor mio avevo cominciato da parecchio a fare i conti con la possibilità che il gioco sarebbe stato ingloriosamente cancellato viste le evidenti difficoltà. Anche l’ultimo trailer si è chiuso con quello stesso post-it, solo che il precedente messaggio di scuse è stato cancellato ed è stato sostituito dalla promessa di un lancio entro il 2026. Il fatto è che quello che è stato mostrato a schermo è stato così intrigante che mi sono voluto fidare ciecamente della promessa di Capcom. Avanti veloce di qualche giorno: sono a Los Angeles, nel padiglione di Capcom, e mentre la città sta bruciando a causa delle violente proteste contro il governo Trump sono in piedi di fronte ad una demo station di Pragmata con un sorriso ebete stampato sul volto.
Di Pragmata, fino a qui, si è visto troppo poco per riuscire ad inquadrarlo. Alcune suggestioni estetiche facevano pensare al gusto visivo di Kojima Productions e ad alcune suggestioni provenienti direttamente da Vanquish (!!), l’impostazione dei trailer suggeriva un’ambientazione sci-fi e una natura da shooter in terza persona, ma da qui a dire che avrei potuto prevedere quello che mi sarei trovato per le mani una volta avviata la demo ne passa parecchio. Anzi, quando Pragmata faceva capolino nelle mie conversazioni con amici e colleghi la cosa che continuavamo a chiederci con insistenza era se fosse un gioco appartenente al filone delle grandi produzioni Capcom o se fosse uno dei fratelli della nidiata di titoli più piccoli e sperimentali come lo sono stati Exoprimal e Kunitsu-Gami Path of the Goddes prima di lui.
Ebbene oggi posso annunciarvi con gioia che Pragmata è uno dei giochi facenti parte della quota matta di Capcom, con un’idea di gameplay completamente fuori dagli schemi che mi ha fatto impazzire e che mi è piaciuta tantissimo. Il gioco racconta di un astronauta inviato su una nave spaziale per rispondere ad una richiesta di soccorso inviata alla Terra che si ritrova da solo ad avere a che fare con l’IA del computer di bordo che è impazzita e si è rivoltata contro gli occupanti umani. Una volta a bordo, però, lui e la sua squadra sono stati attaccati e decimati, lasciando di fatto il protagonista completamente da solo di fronte alla minaccia. Dopo uno scontro particolarmente feroce con gli androidi inviati dall’IA centrale a pattugliare la nave il protagonista si ritrova in fin di vita, ed è proprio in quel momento che fa la sua comparsa sulla scena la bambina bionda che ha popolato tutti i trailer pubblicati finora, che in realtà rivela quasi immediatamente la sua natura di essere di silicio. Da questo incontro nasce quindi una bizzarra coppia di protagonisti che uniranno le forze per evadere e tornare sulla terra in sicurezza.
Il concept, almeno secondo me, è semplicemente geniale: Se è vero che da un lato Pragmata si gioca come un third person shooter, è anche vero che il cuore dell’esperienza si nasconde in quella che è a tutti gli effetti una componente da puzzle game del tutto inaspettata. Se si prova a sparare agli androidi ostili con una qualsiasi delle armi presenti nell’arsenale dell’astronauta, infatti, questi non subiscono alcun danno. Per poterli rendere vulnerabili è necessario prima hackerarli per obbligarli ad abbassare le difese, ed è qui che entra in gioco la piccola coprotagonista, che con le sue abilità può interfacciarsi con essi e mandare in corto circuito i loro sistemi.
È in questo preciso istante che Pragmata svela le sue carte e si mostra in tutta la sua follia creativa: quando si inquadrano i nemici nel mirino dell’arma, infatti, a lato dello schermo appare una matrice composta da tre o quattro quadrati per lato, che bisogna “navigare” con la pressione dei tasti frontali per guidare il segnale dell’hacking verso il nucleo centrale del nemico, attraversando tutte le caselle illuminate senza mai passare due volte sulla stessa. Una volta ricollegati i nuclei illuminati della matrice e raggiunto il core del nemico tenuto sotto tiro questo abbasserà brevemente le sue difese, esponendolo così agli spari. Pragmata, di fatto, è un mezzo puzzle game, e a me questa cosa manda fuori di testa perché non esiste altra azienda nel mondo dei grandi publisher a potersi permettere una mattata di questo tipo se non Capcom al momento.
Non è mancata nemmeno una certa enfasi legata alla parte esplorativa, che richiede al giocatore di attraversare la nave con l’obiettivo di neutralizzare blocchi di sicurezza e misure restrittive imposte dall’IA attraverso diversi minigiochi sempre legati alle abilità di hacking della coprotagonista. La verità è che il gioco ha ancora molto da dimostrare, perché bisogna necessariamente vedere se, quanto e come si evolverà il gameplay nel corso dell’esperienza, visto che il rischio di diventare ripetitivo e di appiattirsi sulla lunga distanza, per quanto visto finora, c’è. Purtroppo la demo messa nelle mani della stampa era veramente esigua (e crudele, visto che sono stato costretto a mettere giù il controller appena prima di affrontare la prima bossfight del gioco), quindi non posso aggiungere molto a quanto raccontato finora, ma mi auguro di non dover attendere molto per poterci rimettere su le mani, perché l’idea alla base del gioco mi ha conquistato e non vedo l’ora di scoprire dove andrà a parare.
Pubblicato il: 11/06/2025
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