GRAND
THEFT AUTO
VI

illumina d’immenso, pure troppo

Pochi atteggiamenti sono tanto fastidiosi e inutili, quanto i commenti coi sorrisetti a mezza bocca di chi vuole dimostrare a plotoni di gente esaltata che sta sbagliando tutto. Che quelle belle e potenti scariche di dopamina andrebbero indirizzate altrove. È un modo di fare snob, altezzoso, fintamente cinico, che mi sento di poter circoscrivere a una fase della tua vita in cui devi dimostrare qualcosa (solitamente che tu ne sai più degli altri). Per questo mi scopro particolarmente innervosito verso la mia parte che non ha affatto gradito questo secondo aggiornamento sullo stato delle cose di Grand Theft Auto IV

Quando ho ricevuto l’email di Rockstar che mi avvertiva della disponibilità di un nuovo trailer, ho pensato che i tempi fossero perfetti. Separando la comunicazione della nuova data di uscita dalla distribuzione del trailer e di tonnellate di screenshot, Rockstar e Take-Two hanno evitato che l’amaro in bocca suscitato dalla prima, falsasse il sapore dei secondi. Mettendo solo qualche giorno tra l’una e l’altra cosa, si dovrebbe riuscire a zittire subito il mormorio lamentoso suscitato dal rinvio al 2026

E, intanto, Grand Theft Auto VI si tira comodamente fuori dall’usuale vortice degli annunci di giugno.

Prima di premere play sul trailer, però, ero convinto che dopo il filmato del 2023, tutto incentrato sull’atmosfera, questa volta sarebbe toccato al gameplay vero e proprio. E mi sono evidentemente sbagliato, perché di sequenze di gioco non se ne sono viste. Si può obiettare che anche questo faccia parte, a tutti gli effetti, dell’esperienza di gioco di Grand Theft Auto. Cioè gli scorci, le inquadrature, la musica, le battute dei personaggi e tutto il gusto del mondo di gioco che questi lasciano trasparire. Ma io sono un giocatore degli anni Ottanta e Novanta e se non vedo l’interfaccia utente comparire nelle immagini, per me stiamo parlando di un’altra cosa. Ora che ci penso, è possibile che le interfacce di gioco siano assenti da qualsiasi trailer di Rockstar da anni. Il che conferma la scelta dello studio scozzese di venderli soprattutto come storie, cioè come si vende un film o una serie televisiva. Ma non mi aiuta affatto a farmi passare questa sensazione di fastidio. Ed è quella a cui mi riferivo in apertura. 

Spero possiate credermi quando dico che non ho alcun interesse nel voler parlare “male” del gioco di enorme richiamo del momento. Come ho anticipato, è un atteggiamento che mi fa alzare gli occhi al cielo e cambiare immediatamente canale. C’è stato, però, un preciso momento in cui mi è sembrato che Rockstar avesse tirato troppo la corda, ed è quando ha deciso di far comparire la scritta in sovrimpressione: “Captured on PS5”. Quello che abbiamo visto in questi minuti di trailer è artisticamente maestoso. Non sono sicuro che lo sia anche tecnicamente, perché le mie competenze in materia sono ridotte all’esperienza che mi sono fatto stando sempre dalla parte di chi ha il controller in mano e si siede di fronte al televisore. Lascio a chi mastica davvero la materia della programmazione o della vivisezione tecnica dei videogiochi, la possibilità di valutare quanto mostrato da Grand Theft Auto VI.

Quello che posso dire senza temere di pestare un merdone colossale (e poi, anche fosse, non sarebbe la prima volta), è che il livello di dettaglio è eccellente, ma è soprattutto la vastità delle scene e ancor di più la strepitosa fotografia ad avermi fatto pensare che fosse tutto troppo. Oltre al trailer, ci sono decine e decine di immagini a risoluzione 4K e con il medesimo, trionfante, lavoro sulle luci, a farmi dubitare. Gli impianti di illuminazione, se così possiamo definirli, visti nei trailer, spesso capita di non ritrovarseli di fronte al gioco fatto e finito. Uno dei casi che ricordo con più dispiacere è quello di The Last of Us Parte II, che pure manteneva in molti momenti un’illuminazione moderata e agli antipodi della filosofia “apri tutto” di Boris e della quasi totalità dei videogiochi di questi anni. Insomma, Grand Theft Auto VI non si starebbe macchiando di chissà quale nuovo reato digitale, però mi pare che ci stia andando giù pesante. 

Pensare che quelle immagini si riferiscano a quello che chi giocherà con una PlayStation 5 si ritroverà davanti, mi pare francamente troppo.

Molto tempo fa c’era un modo per definire questi screenshot ed era “bullshot, un’efficace mutazione del più comprensibile “bullshit”. Adesso, complice il peso specifico ridotto quasi a zero degli screenshot, è un po’ finita in soffitta. Mi sembra che sia il caso di ritirarla fuori per Grand Theft Auto VI, un gioco che ha chiesto una certa dose di fiducia al suo enorme pubblico, ma che forse dovrebbe fare qualcosa in più per meritarsela. Mi è chiaro che poi il 26 maggio 2026 il gioco esce, è all’altezza degli altri episodi della serie e tutto viene scordato e lì sì che si può dire che Rockstar si sia meritata i soldi di chi vorrà acquistare GTA VI. Quel momento, però, è lontano almeno un anno. Oggi ci rimane un trailer “volenteroso” e che trovo complesso definire onesto sotto lo specifico ambito artistico. 

E delle immagini che, se possibile, si spingono ancora più in là.

Tutto questo non affievolisce nemmeno un po’ la sensazione di avere di fronte una categoria di videogioco differente. Il secondo trailer di Grand Theft Auto VI è concepito e montato da chi sa come maneggiare la potenza delle immagini e delle parole, con un’eleganza e un tocco che è più facile trovare attorno a Hollywood, che lungo la Silicon Valley. Non è una considerazione sorprendente di cui mi voglio intitolare la paternità, perché ci siamo arrivati un po’ tutti all’incirca vent’anni fa. Però non è automatico mantenere questa presa e continuare a dimostrare di essere tanto davanti alla quasi totalità della concorrenza, anche dopo tutto questo tempo. Invece ti fai passare davanti le sequenze di questi personaggi, quello che dicono e quello a cui alludono, e cerchi velocemente un cappello da indossare e da levarti subito dopo: con un accenno di genuflessione. Forse anche per questo mi ha dato così fastidio la sensazione che mi si stesse vendendo anche del fumo, assieme alle bistecche da grigliatona del weekend della Florida (anzi, della Leonida, giustamente).

Capisco, quindi, l’interesse alla fin fine relativo che Rockstar Games possa avere nel far vedere il gioco sotto forma di comandi da impartire, indicazioni da seguire, sequenze di gameplay da completare. Non che tutta questa roba sia storicamente il tallone d’Achille della serie, ma non aiuta a far sognare, e a far prenotare, quanto queste carrellate che fanno sognare il gioco, più che fartelo vedere. In questa interpretazione rientra anche il modo in cui il materiale, cioè le immagini e le informazioni, sono stati distribuiti. Alla stampa sono arrivati screenshot suddivisi in cartelle a seconda del personaggio di appartenenza o del luogo. Per ogni personaggio ci sono alcune righe di presentazione e una citazione in un documento di testo. A oggi non è mai stato nemmeno scritto nulla, di ufficiale, riguardo allo schema di gioco di GTA VI, ma per Rockstar questo è il momento di concentrarsi sugli insegnamenti che il padre ha impartito a Lucia o di ciò che fa supporre a Cal Hampton che i poteri forti ci stiano nascondendo qualcosa. Ha perfettamente senso che una serie di videogiochi che ha saputo avvicinarsi così tanto al cinema, decida di presentarsi sotto questa sua particolare dimensione. Ma parliamo pur sempre di un videogioco e pure di uno che ha, tra i suoi innumerevoli meriti, quello di sapere come si mette assieme storia e interazione, libertà di scelta e scelte registiche. 

Saranno dodici mesi lunghi, ma nulla se confrontati coi dodici anni che ci separano da Grand Theft Auto V. Dodici mesi in cui, a un certo punto, Rockstar dovrà trasformare le vicende di Jason e Lucia in qualcosa di più che il trailer di un film che non esiste (o che non sarà solo un film, per il dispiacere di qualcuno). Ci sarà il modo e il tempo di farlo e si poteva cominciare oggi. 

O perlomeno si poteva evitare quel “Captured on PS5”. Ma nemmeno “Pro”, davvero?

Pubblicato il: 06/05/2025

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