ANTEPRIMA
EARTHION
Il provato del nuovo sparatutto old school di Yuzo Koshiro
Il mio ultimo appuntamento alla Game Developers Conference 2025 mi ha portato nella zona di Limited Run Games, dove mi è stato piazzato in mano uno Steam Deck contenente una versione ancora non perfettamente ripulita, ma sostanzialmente completa, di Earthion, lo sparatutto 2D vecchio stile curato da Ancient, lo studio di Yuzo Koshiro. Oddio, in realtà io non sapevo che fosse una versione completa e anzi, all'inizio mi è stato detto che avrei giocato solo ai primi due livelli ma, ehi, una volta completato il secondo, nessuno mi ha fermato, forse perché avevo un sorriso enorme stampato in faccia, ed è andata a finire che sono arrivato fino al quinto (su quanti totali non mi è permesso dirlo). E il sorriso era ormai diventato talmente enorme da fare il giro.
Earthion è un gioco piccolo piccolo, sviluppato da due sole persone, con Makoto Wada a occuparsi della programmazione e ovviamente Koshiro impegnato a creare una colonna sonora spettacolare. Per chi non avesse dimestichezza col nome, segnalo che Yuzo Koshiro è uno fra i compositori musicali più amati e celebrati dell'epoca a 16 bit e che viene ricordato soprattutto per il suo lavoro su serie come Streets of Rage e Revenge of Shinobi, ma anche per serie come Ys o Etrian Odyssey. Ebbene, Earthion è uno sparatutto 2D che si ispira chiaramente ai classici del genere usciti tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, con Darius indicato come modello di riferimento primario. Non si parla quindi di bullet hell ma di classici sparatutto 2D a scorrimento orizzontale come quelli a cui giocavo io da adolescente. Per capirci, mentre vagavo per gli ambienti di Earthion con quel sorriso idiota stampato in faccia, non facevo altro che pensare a Thunderforce III e Thunderforce IV, due fra i giochi di quel periodo a cui sono più affezionato.
Ma Earthion mira ad essere anche qualcosa di più che un omaggio: è letteralmente un gioco per Mega Drive, nel senso che è stato sviluppato aderendo alle specifiche hardware della macchina Sega e, dopo una prima uscita sui vari formati contemporanei, verrà prodotto da Limited Run Games anche su cartuccia. L'edizione per PC e console "attuali" gira su un software di emulazione proprietario e ha una manciata di opzioni aggiuntive in termini di menu a schermo, filtri video, cornice, tutte cose tipiche dell'emulazione e che ovviamente non ritroverà chi comprerà il gioco in versione Mega Drive. Ma al di là di questi dettagli, tutte le versioni saranno identiche. E, da quel che ho visto, saranno spettacolari. A livello visivo, Earthion è qualcosa di pazzesco, siamo veramente dalle parti delle cose migliori mai viste sulla console Sega, con un utilizzo delizioso del parallasse, un'abbondanza totale di nemici, roba gigantesca che si muove in ogni direzione e perfino qualche vago cenno di pseudo-scaling degli sprite. Memore dei rallentamenti di Thunderforce IV, faccio francamente anche un po' fatica a credere che tutto quel ben di Dio girerà anche in real hardware con la fluidità con cui l'ho vista girare su Steam Deck… E in effetti, cercando informazioni, ho scoperto che è in produzione anche una versione arcade per il sistema exA-Arcadia, della quale si dice che eliminerà le piccole incertezze hardware mostrate dal gioco su Mega Drive. E insomma, vedremo.
In termini di gioco, Earthion è uno sparatutto abbastanza classico, con un sistema che permette di portarsi dietro due tipi di sparo per volta, ciascuno con un suo fuoco secondario, cambiando al volo fra l'uno e l'altro tramite l'utilizzo di un terzo tasto. L'astronave ha uno scudo protettivo con una barra di energia e quindi non siamo nel reame del "one shot one kill", o perlomeno non nel livello di difficoltà base, che è quello da me provato.
A livello di struttura generale, Earthion si appoggia molto sull’idea di proporre tutti i punti fermi del genere, e quindi abbiamo il livello ambientato nello spazio, il livello che è sostanzialmente un’astronave enorme da abbattere, la parte ad ambientazione tecnorganica, lo stage labirintico con le accelerazioni improvvise e così via. Se gli si può muovere una critica è forse proprio nei confronti di questo classicismo estremo, ma insomma, non so neanche quanto senso abbia criticare la natura stessa dell’operazione.
Di contro, ho apprezzato che il gioco parta quasi subito bello carico. Dopo un primo stage abbastanza accogliente, Earthion accelera e sembra schivare abbastanza la sindrome da inizio lento che affliggeva molti giochi dell’epoca, nei quali dopo un po’ affrontare i primi livelli diventava veramente tedioso. Il rovescio della medaglia è che può essere un gioco poco accogliente nei confronti di chi non è particolarmente avvezzo al genere, ma per quanto mi riguarda ho trovato la difficoltà molto ben calibrata e non mi sono sentito mai frustrato. D’altro canto, immagino che alzando il livello di difficoltà le cose possano cambiare, anche parecchio.
Insomma, giocare a Earthion mi ha riportato per direttissima a quei pomeriggi trascorsi attaccato alla TV con in mano il pad a forma di croissant. Come omaggio al passato mi sembra perfetto, ma pare essere in realtà un gioco splendido per gli occhi, le orecchi e i polpastrelli anche al di fuori di un’ottica nostalgica. Insomma, è vero che io sono in target al 100%, ma Earthion m’ha davvero fatto uscire dalla fiera col sorriso.
Pubblicato il: 24/04/2025
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