Summer Game Fest 2024
ASSASSIN'S CREED SHADOWS
Anteprima
Assassin’s Creed Valhalla è stato il culmine di una fase parecchio discussa (per quanto di enorme successo) del franchise, inaugurata da Origins e portata avanti da Odyssey prima di approdare nel freddo scenario nordeuropeo del capitolo pubblicato nel 2020. Una trilogia particolare, nata con l’intenzione di svecchiare la serie facendola scontrare con le suggestioni action-RPG tanto care ad un’importante fetta di pubblico quanto invise ad uno zoccolo duro di fan ancora strettamente legato alle prime suggestioni di gameplay della saga più famosa di Ubisoft. Dopo più di un decennio in cui il pubblico di Assassin’s Creed ha sognato ad occhi aperti un capitolo ambientato nel Giappone feudale, l’azienda francese ha finalmente recepito il messaggio e accontentato i fan, presentando ufficialmente Assassin’s Creed Shadows con un breve trailer in CG che ha infiammato il dibattito in rete per giorni.
Sono stato invitato a prendere contratto con Assassin’s Creed Shadows in un evento a porte chiuse tenuto all’interno della splendida cornice del teatro Belasco di Los angeles, che è stato agghindato di tutto punto con arredi chiaramente ispirati alla tradizione del paese del sol levante per poter ospitare una presentazione hands-off di circa mezz’ora in cui è stato possibile osservare per la prima volta il gioco in movimento. Dopo aver ingurgitato avidamente un paio di yakitori sgraffignati dal buffet offerto sul bancone del bar (il cibo gratis non si rifiuta mai, anche se si è vittime di un jet lag mostruoso che sta polverizzando ogni tipo di funzione biologia del proprio corpo) ho preso posto in sala, dove assieme ai colleghi della stampa internazionale sono stato accolto da una piacevole atmosfera orientaleggiante e da delle grafiche che riassumevano in breve le caratteristiche di questo nuovo capitolo nipponico della serie.
Shadows vuole idealmente rappresentare un nuovo cambio di paradigma per Assassin’s Creed, e lo ha reso chiaro sin da subito: la nuova formula prevede infatti la possibilità di esperire tutta la trama da due punti di vista parecchio differenti tra loro. Questo è infatti il primo capitolo con due protagonisti totalmente “intercambiabili” tra loro, mossi da motivazioni differenti ma destinati ad unire le forze per raggiungere un obiettivo comune. Yasuke e Naoe sono rispettivamente un imponente samurai e un’agile shinobi, e ogni missione principale di AC Shadows potrà essere affrontata alternativamente da uno o dall’altra, con alcune missioni che saranno esclusive di Yasuke e altre da affrontare obbligatoriamente con Naoe. È una novità abbastanza importante che andrà probabilmente a definire l’identità e la direzione di questa nuova fase della serie. Questo si traduce in un gameplay duplice (anzi, a dire il vero triplice, ma a questo ci arriviamo) che, è bene segnalarlo sin da subito, mi ha lasciato piuttosto freddo e dubbioso per quanto riguarda la sua realizzazione. Ci è stato spiegato che la caratteristica principale del gioco è che ogni missione di trama potrà essere affrontata in due maniere diametralmente opposte: se si deciderà di selezionare Yasuke si opterà per un approccio brutale e violento a testa bassa, mentre la selezione di Naoe aprirà la strada ad un playstyle con un piglio decisamente più stealth ed acrobatico, decisamente più in linea con i canoni della serie.
Yasuke, in questo senso, rappresenta in assoluto uno dei più grandi punti dolenti dell’intera offerta ludica di Shadows. La sua stazza lo rende lento ed estremamente pesante, un personaggio incline alla forza bruta e ad una violenza per certi versi del tutto inedita per Assassin’s Creed, ma ciò che pesa di più complessivamente è il fatto che si tratti di un personaggio davvero troppo lontano dagli standard della saga. Se Naoe incarna quasi perfettamente l’archetipo dell’assassino made in Ubisoft in quanto aggraziata, silenziosa, agile e letale, Yasuke sembra esserne il totale ribaltamento. Lento, macchinoso, imponente e votato interamente al combattimento corpo a corpo, il possente samurai nero sembra il protagonista di un generico action rpg ben distante dai punti fermi di Assassin’s Creed. Pensate solo al fatto che nella porzione di gameplay che ci è stata presentata Yasuke si è limitato ad attraversare le strade del villaggio con entrambi i piedi ben piantati per terra, senza mai mostrare neanche un accenno della corsa acrobatica diventata per certi versi il simbolo della serie sin dal primissimo capitolo. Naoe, dal canto suo, può decidere di affrontare ogni missione sfruttando il favore delle tenebre per saltare da un tetto all’altro e assassinare l’obiettivo senza mai dover combattere con le guardie nemiche, ma in alternativa può anche decidere di scendere in campo di giorno e caricare a testa bassa i nemici come Yasuke pur non possedendo in alcun modo lo stesso potere distruttivo del samurai.
La resa generale di questo doppio sistema è straniante e sinceramente anche parecchio fuori fuoco, al punto che la porzione di gioco dedicata a Yasuke che ci è stata presentata poteva tranquillamente essere presa da Ghost of Tsushima o da Rise of the Ronin tanto sembrava lontana dalla formula classica del gioco. Il vero problema però è che si tratta di un’interpretazione tanto inedita quanto generica di una formula che non si era mai concentrata così tanto sul combattimento, ma anche che il combat system del samurai è sembrato pachidermico e davvero poco interessante, soprattutto se messo a confronto con quello di Naoe. A dirla tutta l’ho trovato proprio privo di guizzi e di mordente sin dai primissimi momenti della presentazione, e il rischio è che diventi ripetitivo e noioso in pochissimo tempo. Aggiungo un dettaglio che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia: quando Yasuke entra in battaglia la colonna sonora cambia, allontanandosi dalle classiche suggestioni nipponiche per abbracciare delle stranianti sonorità trap.
Piccola ma a mio modo di vedere importante nota di colore: durante l’evento la parte americana della platea ha reagito con grande esaltazione alle finisher più splatterose e sanguinolente che Yasuke infliggeva ai nemici, dimostrando forse che per quanto lontana dai cardini della saga questa nuova declinazione più fisica e aggressiva del combattimento potrebbe andare ad intercettare i gusti di un pubblico ancora più ampio e generico mai raggiunto e accontentato in passato.
Assassin’s Creed Shadows non è irresistibile nemmeno dal punto di vista tecnico: l’engine è lo stesso di sempre e mostra ormai più di qualche crepa, sia dal punto di vista del colpo d’occhio generale, qui estremamente generico e mai davvero brillante soprattutto quando si osservano i dettagli del Giappone digitale ricostruito da Ubisoft, sia per quanto riguarda le dinamiche di combattimento, che nei combattimenti con nemici multipli evidenziano il solito problema dei nemici attendisti che non riescono in nessun modo a sfruttare il vantaggio numerico preferendo invece attaccare uno alla volta, a cui va aggiunta una resa poco convincente degli impatti tra armi e modelli. A fare un certo effetto è lo stacco percepibile tra i modelli di Yasuke e Naoe e quelli dei vari NPC che popolano il mondo di gioco, la cui resa grafica è sembrata decisamente arretrata e che genera un effetto abbastanza straniante, soprattutto a causa di una pulizia generale ancora da mettere a punto dal momento che il gioco presenta un’enorme quantità di artefatti digitali poco piacevoli come pop in degli oggetti e texture che caricano in palese ritardo.
Non ci è stata data la possibilità di assaporare l’open world di Shadows, quindi non è chiaro (ma non mi aspetto stravolgimenti di sorta in questo senso) se il modello sarà ancora quello compilativo tipico dell’approccio di Ubisoft ai mondi aperti costellati di torri e punti d’avvistamento da cui diradare la fog of war per scoprire missioni secondarie e deviazioni, né tantomeno quale sia l’estensione complessiva della mappa di gioco.
Se dovessi scegliere un solo aggettivo per descrivere questo nuovo Assassin's Creed (almeno dopo questo incontro preliminare) non potrei che definirlo inconsistente. Un'operazione che arriva forse fuori tempo massimo in un mercato popolato da tante produzioni simili e tendenzialmente più riconoscibili. C’è un’enorme discrepanza tra le sue componenti, a partire dalla resa a schermo fino ad arrivare alla doppia anima del suo gameplay, che vede in Naoe un personaggio canonico che non sembra riuscire ad evolvere rispetto alla tradizione della serie e in Yasuke una tipologia di combattente fuori posto ed estremamente generico nell’economia di un gioco che sembra alla disperata ricerca di un’identità forte e riconoscibile su cui poggiare la fondazione di questo nuovo ciclo produttivo per il flagship di Ubisoft. C’è ancora tempo prima della pubblicazione, ma la formula scelta è ben chiara. Se avrà successo o meno ce lo dirà solo il tempo. Io mi limito a registrare che ho avvertito un grande senso di stanchezza. Assassin’s Creed Shadows, almeno in questa fase preliminare, è decisamente un videogioco con più ombre che luci. Gli yakitori però non erano male.
Pubblicato il: 10/06/2024
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