TOP SPIN 2K25

Si era ritirato dal circuito troppo presto, lasciando nello spogliatoio un piccolo cumulo di speranze e uno decisamente più ingombrante di dubbi irrisolti. Ma la benedizione dell’era digitale è di poter rimanere incapsulati in un tempo senza tempo: mentre fuori tutto invecchia e muore e altro prende il suo posto, un atleta i cui muscoli si tendono seguendo le regole del codice binario non ha paura dei capelli grigi o della mente che va molto più in là di dove arrivino i riflessi. Lino Mezzanotte, la promessa del tennis tricolore prima di Berrettini e Sinner, si è fatto crescere un bel paio di baffetti indie ed è tornato ad arrotare palline sui più rispettati e temuti campi da tennis del mondo. Potente, scattante e stupido come tanti anni fa.

Lino Mezzanotte era il personaggio virtuale che mi ero creato in Top Spin 4 (o forse era Top Spin 3) quando nessuno ipotizzava che le simulazioni sportive fossero una specie in via di estinzione e quindi meritevole di protezione. Invece è successo: sono sempre meno, sono sempre le solite e le discipline riprodotte si limitano a una varietà ormai deprimente. Top Spin 2K25 è quindi un’eccellente notizia a prescindere dal risultato che porta a casa Hangar 13 (Mafia III).

Anche per i motivi appena detti il risultato è effettivamente confortante. La mancanza di una vera concorrenza ha liberato la strada a Top Spin 2K25. Qualcuno ci ha provato, ma gli esperimenti si sono sempre arenati in quella che l’infinito John McEnroe, nelle fasi di allenamento iniziale del gioco, definisce: “la terra di nessuno”. Nel tennis equivale a stare troppo dentro al campo e non abbastanza vicini alla rete. Lì sei carne da macello e i tentativi un po’ goffi di produzioni non proprio ricchissime (principalmente le due uscite di AO Tennis) sono, infatti, finite triturate dalle giuste aspettative di un pubblico, quello dei videogiocatori, che ha il tennis nel corredo genetico. 

Top Spin 2K25 è un’altra cosa, anche se i margini di miglioramento sono belli larghi. Anche lui ha un suo corredo genetico e in questo caso è quello tramandato dai giochi precedenti (da Top Spin 2 a Top Spin 4, quando la serie è passata da Microsoft a 2K Games). Parte del team di sviluppo è lo stesso, a partire dal Director Rémi Ercolani che, assieme al resto dei distaccamenti in Repubblica Ceca di Hangar 13, ha raccolto quanto seminato dalla fu 2K Czech, responsabile della serie in passato, ed è ripartito dal sistema di gioco di Top Spin 4 (2011). Questo gioco del 2024 dimostra in fretta di aver imparato le lezioni di McEnroe e punisce regolarmente chi si distrae e non prende una posizione chiara sul campo.

Le risorse a disposizione sono sempre quelle e sono tante. I vari colpi e gli effetti che si possono imprimere sulla pallina mettono sul tavolo una serie di soluzioni strategiche adeguate e sta a chi gioca decidere come interpretare la partita. La consapevolezza che la fisica e i movimenti rispondono onestamente alle situazioni di gioco, e cioè che non ci si deve aspettare recuperi degli atleti o cambi di velocità della pallina totalmente irreali, aiuta a credere fin da subito nella simulazione. E crederci vuol dire potercisi perdere dentro, dedicandosi a elaborare il proprio approccio preferito senza temere momenti di frustrazione. In questo senso Top Spin 2K25 fa bene quello che deve fare ogni videogioco che ambisce ad avvicinarsi, per quanto possibile, al feeling di uno sport: è credibile. Lo è senza dimenticare che è prima di tutto intrattenimento per le masse e quindi rimane divertente e tutto sommato dotato di una certa immediatezza. 

Ma quelle lezioni del campione americano sono importanti. Mi è capitato di rado di trovare una fase di tutorial così lucida ed efficiente nello spiegare non solo e non tanto le basi del sistema di controllo, cosa che ovviamente Top Spin 2K25 fa, ma soprattutto la filosofia e le pratiche essenziali del tennis. A cosa serve un colpo in top spin? Quando affidarsi a quello tagliato? Perché e da che posizione tentare una volée? È sensato puntare sempre e comunque sulla potenza? Seguire le brevi lezioni di McEnroe aiuta a fissarsi in testa questi cardini e una volta che lo si fa, si può passare il resto del tempo a migliorare muovendosi attorno a quei punti fissi, mettendo da parte l’improvvisazione data dalla frenesia del momento o dal panico di un attacco brutale da parte di chi sta dall’altra parte della rete.

In una delle prime partite che ho giocato online ho dovuto gestire un avversario che amava i colpi caricati. Top Spin 2K25 prevede due approcci ai colpi: la semplice pressione del pulsante, con il giusto tempismo, o il rilascio del pulsante dopo una pressione prolungata e di nuovo con il giusto tempismo. Si può essere portati a pensare che il secondo approccio garantisca i risultati migliori, perché la potenza accumulata idealmente nelle braccia fa esplodere drittoni esagerati, incroci brucianti e smash esaltanti. Per ottenerli serve essere ben posizionati fin dal momento in cui si inizia il movimento verso la palla e poi, anche, avere la freddezza di calcolare il tempo di rilascio e impostando una direzione efficace a prendere in controtempo l’avversario. Però no, non è vero, quando i due tennisti hanno caratteristiche tecniche paragonabili, anche riuscendo a giocare sempre di potenza non ci si assicura il predominio sull’altro

Nel mio caso mi sono limitato a fare quello che mi era stato detto di fare in casi simili, durante l’allentamento: fai correre l’avversario con un top spin dietro l’altro, senza caricare i colpi. Questo permette di arrivare con più prontezza sulla palla veloce in arrivo, perché evita la fase di pressione prolungata del colpo a scapito della potenza (rimane la richiesta di premere al momento giusto il pulsante, seguendo un indicatore). Aprendo il campo si fa correre l’avversario di qua e di là, lo stesso avversario che, intanto, continua a caricare i suoi colpi. La sua barra dell’energia si svuoterà velocemente e uno dei suoi prossimi attacchi finirà nella rete o fuori dal campo. Cosa che è regolarmente successa nella mia partita.

Top Spin 2K25 obbliga ad analizzare l’andamento degli scambi per poter trovare la tattica giusta, nella situazione specifica, contro il sistema di gioco altrui. Facendo tutto questo si conferma essere il degno erede della migliore serie di tennis di tutti i tempi. Non ho provato lo stesso effetto thrilling di quando aspettavo la prima di servizio con il telecomando Wii in mano e Grand Slam Tennis (Electronic Arts, 2008) sul televisore, ma quella era un’altra cosa. Però il gioco di Hangar 13 riesce a trasmettere il pathos e la possibile disperazione di uno degli sport più crudeli, quello che mette due persone, da sole, su un campo: perennemente separate tra di loro e da tutti. 

Il resto dell’offerta di Top Spin 2K25 risponde a un canovaccio ormai noto. Ci sono i tornei online in cui utilizzare il o la propria tennista e quelli in cui preferire una figura dal presente o dal passato dell’ATP. C’è la modalità carriera in cui si susseguono allenamenti (noiosetti), eventi speciali e brevi partite, fondamentali per l’apporto proteico quotidiano, settimanale e mensile di punti esperienza al proprio alter-ego. C’è un “pass”, anche in formato premium e quindi a pagamento, che elargisce premi e premietti (estetici o sotto forma di potenziatori dell’esperienza accumulata) e un ricco negozio in cui perdersi tra maglietta, pantaloncini, scarpe, borsoni, racchette od occhiali da sole. Nike, Adidas, Babolat, Asics, Fila, Head: ci sono un po’ tutti i marchi che ci si aspetta.

Il roster di atleti e atlete di oggi, però, è fin troppo povero. 2K ha assicurato che andrà rimpolpandosi nel prossimo futuro, ma sta di fatto che anche la “sola” mancanza di Sinner, Djokovic, Medvedev e Ruud o di Sabalenka è, al momento, complicata da accettare. A mancare è anche una realizzazione tecnica più in linea con gli standard di questa generazione. Il livello di dettaglio dei volti e di complessità dei modelli degli atleti e delle atlete è sconsolante quando ci sono le inquadratura tra uno scambio e l’altro, ma a colpirmi di più (in negativo) è la piattezza di buona parte dell’illuminazione, che invece caratterizza tutta la durata delle partite. Tra le assenze ingiustificate c’è anche il gioco online privato tra amici, comunque già previsto dal team di sviluppo (e grazie tante). Personalmente rivedrei qualcosa anche nel matchmaking nelle partite dei tour mondiali online, che in più casi mi ha proposto gente di decine di livelli superiore al mio Mezzanotte. Con evidenti ricadute su Lino, che infatti a una certa si è tagliato i baffi sconsolato. 

Top Spin 2K25 è questo: una riproduzione appassionante del tennis, fatta con competenza e che assicura una varietà di situazioni e di approcci soddisfacente. Ma anche un gioco che non va molto oltre a questo, fermandosi a una dotazione fin troppo standard di modalità e orpelli e limitandosi al compitino sotto il profilo estetico. A volte può essere abbastanza e in questo caso di deserto dei Tartari, in cui si attendeva un gioco di tennis all’altezza del passato del genere senza mai vederlo arrivare, è proprio così.

Pubblicato il: 01/05/2024

Provato su: PlayStation 5

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6 commenti

mi manca un gioco di tennis da troppo tempo... una possibilità mi sa che tocca dargliela

Solo una precisazione: Medvedev è presente nel roster

cavolo una chance vorrei dargliela, ma aspetterò gli aggiornamenti col calo di prezzo

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