Marvel's

SPIDER-MAN 2

A voler analizzare la situazione nella maniera più oggettivamente analitica e distaccata possibile, si potrebbe sostenere che Marvel's Spider-Man 2 rappresenti ben più della somma delle sue singole parti. Il ritorno sulle scene dell'Uomo Ragno marchiato Insomniac Games è infatti un videogioco che poggia in maniera evidente sulle fondamenta dei predecessori, ereditando sia dall'avventura cross-gen dedicata a Miles Morales che soprattutto dall'originale la quasi totalità dei suoi pregi e dei suoi difetti. Insomma, è bene specificarlo a chiare lettere sin da subito: non aspettatevi radicali capovolgimenti di fronte o memorabili rivoluzioni (che invero neppure sarebbero state necessarie...), perché l'intenzione è quella di offrire un seguito diretto deliziosamente rifinito in alcuni aspetti ma anche alquanto conservativo in termini di attitudine generale, per un action-adventure in terza persona di stampo open world in tutto e per tutto canonico. 

Non che l'impronta del team californiano dietro a Ratchet & Clank, Resistance e Sunset Overdrive non si noti, anzi: per quanto Marvel's Spider-Man 2 possa a buon diritto essere considerato un caso abbastanza da manuale di “more of the same” e a prescindere da alcuni passi falsi legati a questo punto forse all'essenza stessa del modo di intendere il franchise, ad emergere sono comunque una lodevolissima cura generale ed un'innata tendenza al divertimento. Elementi capaci di spingere l'insieme parecchio al di là dei suoi innegabili difetti, col risultato di lasciare con la sincera voglia di continuare a dondolarsi fra un grattacielo e l'altro anche dopo la ventina di ore necessarie per arrivare ai titoli di coda avendo completato un buon numero di attività secondarie. O, per meglio dire, a planare nella giungla di vetro e acciaio della Grande Mela, vista la godereccia centralità dell'inedita tuta alare (una meccanica capace di rendere uno dei sistemi di movimento migliori di sempre se possibile ancora più epocale, aggiungendo ulteriore dinamismo e varietà).

Da una parte abbiamo Peter Parker: un giovane ragazzo bianco sulla ventina, lanciato nella sua carriera di accademico e impegnato a gestire la frenetica relazione con la sua MJ ed il delicato rapporto con l'amico di una vita Harry Osborn, purtroppo alle prese con una malattia tremendamente degenerativa. Dall'altra c'è Miles Morales: diciassette anni e un legame fortissimo con le sue radici black, con la cultura hip hop e con la sua comunità locale. Un ragazzino dall'energia galvanizzante (è proprio il caso di dirlo...) che deve abituarsi agli alti e bassi della vita al college e alle esperienze con l'altro sesso prima ancora di metabolizzare il suo massacrante ruolo di vigilante mascherato. Due Spider-Man accomunati dal senso di responsabilità e dall'innata tendenza ad anteporre sempre e comunque gli altri a loro stessi, che nel cercare di conciliare la loro duplice veste di eroi e di persone comuni si differenziano per carattere ma non solo. Perché a variare, quando si vestiranno i panni di uno o dell'altro, saranno le tecniche di combattimento, le animazioni, la colonna sonora e persino la UI: un'alternanza sfiziosa di solito scandita dal gioco stesso ma anche aggirabile in alcune situazioni, con in particolare alcune attività open world legate nello specifico a Peter o a Miles.

Già, a proposito della struttura a mondo aperto: per quanto Marvel's Spider-Man 2 sia stato migliorato e rifinito in diverse sue componenti, purtroppo l'impostazione quantitativa e superficiale della formula open world non è di certo tra quelle. Al contrario, ci si trova di fronte a una concezione che se nel 2018 appariva un filo datata oggi si dimostra francamente fuori tempo massimo: fra rapine, inseguimenti ed incendi che volente o nolente si risolvono in scazzottate, le missioni risultano banali e ripetitive, vincolate ad un game design superato. L'approccio medio è quello del collectathon più spinto, tra risorse sparse qua e là da recuperare, sfide in planata a caccia di droni e altro ancora: un rapporto con gli scenari urbani che è fin troppo legato alla New York già vista cinque anni or sono e che non riesce nemmeno a contraddistinguere in qualche misura le due nuove aree esplorabili. Basterà insomma appena qualche ora per esaurire un comunque attenuato effetto novità, anche se a rendere insospettabilmente gustoso l'insieme interverranno sia la già citata mobilità che una progressione eccellente.

Nonostante le cose da fare restino di fatto sempre quelle (e a ben vedere mai nemmeno così entusiasmanti), Marvel's Spider-Man 2 riesce infatti a lanciare con successo uno strano incantesimo sull'utente: ci sarebbero tutte le premesse perché presto o tardi possa e forse debba subentrare una certa stanchezza, eppure non soltanto non succede, ma anzi ci si trova a concedersi un'ulteriore divagazione – naturalmente senza sfruttare il viaggio rapido reso davvero istantaneo dall'SSD di PS5, perché svolazzare in giro è semplicemente troppo più bello – per il puro gusto di ottenere un'abilità in più o per raccogliere i materiali necessari a sbloccare le decine di splendidi costumi extra. La leggera sfumatura da RPG è insomma implementata alla grande, tanto per quel concerne il sistema di traversal quanto soprattutto per i combattimenti. I passi avanti in questo senso appaiono sottili ma concreti: la ricetta resta quella di una godibile base free flow mutuata 1:1 dalla serie Batman Arkham, a cui si aggiungono una rinnovata enfasi per i gadget e le abilità speciali basate sul meccanismo del cooldown, ovvero gli ingredienti essenziali per rendere gli scontri sempre creativi ed appaganti a dispetto di una colpevole scarsa varietà dei nemici.

Sono proprio queste peculiarità a connotare Morales e Parker come due picchiatori alquanto diversi tra loro: il primo è imprevedibile e fulmineo come una scarica elettrica, un fascio di nervi portato per balzi felini e poderose juggle aeree, mentre il secondo privilegia gli assalti frontali e la forza bruta sia nella sua fase iniziale – fondata su un set di zampe metalliche extra sulla schiena – che soprattutto una volta sbloccato, per ragioni di sceneggiatura che è bene non rivelare, il prodigioso costume da Simbionte. Sta probabilmente tutta lì l'effettiva essenza di Marvel's Spider-Man 2, in quel suo abbracciare senza freni la sua natura da assurdo giocattolone sopra le righe: una volta scatenati i devastanti poteri extraterrestri del parassita nerastro, Peter si trasforma una macchina da guerra inarrestabile che ricorda l'esosa superiorità del protagonista del sottovalutato Prototype 2. Sbaragliare intere legioni di soldati impiegando tentacoli, spuntoni e altre fantasmagoriche amenità fuori controllo, che deformano e contorcono all'inverosimile il corpo di Parker, si rivela uno spettacolo entusiasmante. Il merito principale è da riconoscere alle animazioni superlative e al un lavoro fuori scala fatto sulla regia, con la miglior telecamera mai vista in un action in terza persona che segue dinamicamente l'azione, avvicinandosi e scuotendosi quando serve e facendo sembrare il tutto un'unica, sbalorditiva cutscene giocabile.

Col passare delle ore vi ritroverete a controllare arrampicamuri sempre più stilosi, agguerriti e versatili, anche se a ben vedere l'azione a testa bassa non sarà a prescindere l'unica opzione percorribile. Per quanto mai considerabile effettivamente all'avanguardia, la componente stealth è stata infatti rifinita e meglio integrata nell'economia del gioco, tanto per quanto riguarda le fasi con Mary Jane (sempre presenti ma per fortuna decisamente più tollerabili...) che i combattimenti. In questo senso fa molto la pregevole possibilità di agganciare un filo orizzontale tra una parete e l'altra ad altezza sopraelevata, per muoversi con maggiore libertà all'interno delle arene e cogliere di sorpresa gli avversari, eliminandoli senza scatenare allarmi: una dinamica che sa regalare soddisfazioni, ampliando quanto già visto nel franchise Rocksteady preso come palese riferimento.

La spina dorsale che sorregge Marvel's Spider-Man 2 è ad ogni modo l'intrigante trama principale: un elemento molto più ricco e denso del previsto, che riesce a bilanciare le già citate divagazioni di un open world trascurabile fino a farlo diventare quasi un elemento di contorno, una distrazione tra un passaggio e l'altro che alla fine fa comunque il suo. Sarebbe colpevole svelare troppo e togliervi il sincero piacere della scoperta, eppure sappiate che l'enfasi con cui sono stati raccontati Kraven e Venom durante il percorso di comunicazione non ha affatto impedito a Insomniac Games di tenersi qualche asso opportunamente nascosto nella manica. Fra sorprese spassose, flashback adolescenziali e colpi di scena niente male, è il ritmo martellante a farla da padrone: il risultato è un poderoso ottovolante che si sposa a meraviglia con l'anima da fumetto del prodotto, in un susseguirsi continuo di esplosioni, di scene spettacolari e di intermezzi più riflessivi alternati alle continue gag dei due loquaci Spidey (peraltro godibilissime anche in italiano grazie all'encomiabile doppiaggio).

Note un filo meno positive per la realizzazione tecnica: intendiamoci, il colpo d'occhio è e rimane non banale – specie nel caos di una vivace e popolosa NYC con la luce arancione del tramonto che si riverbera sulle superfici a specchio dei grattacieli – eppure è difficile avvertire il salto ad una produzione per la prima volta concentrata al cento per cento su PlayStation 5. Forse perché la continuità con gli episodi precedenti è assoluta e di fatto quello stacco non esiste nemmeno, se non in elementi di contorno come i tempi di caricamento ridotti a zero o ad un supporto senza precedenti al DualSense, col controller impiegato in maniera esaltante nell'uso del feedback aptico, dei grilletti adattivi e dello speaker con funzione di geniale radar 3D. Una scelta conservativa e molto poco propensa a rischiare, che da una parte risulta funzionale e sinceramente comprensibile – perché il gioco si venderà lo stesso e anzi farà parlare di sé per la sontuosa resa dei costumi e per l'interpretazione di un incantevole Venom destinato a lasciare il segno – ma dall'altra sa anche di potenziale occasione persa, visto che l'idea di uno Spider-Man effettivamente next-gen si intravede appena tra la maglie di una produzione altalenante

Al di là delle critiche legittime, quel che resta alla fine è però un action-adventure mostruosamente divertente, che di certo non farà cambiare idea ai detrattori e che con altrettanta matematica sicurezza farà felicissimi i fan, mandandone magari più di qualcuno in estasi. Una formula in cui, come si diceva in apertura, l'insieme vale quasi per magia più delle sue singole parti, consacrando ancora una volta Insomniac Games come un'incrollabile certezza nel panorama dei PlayStation Studios.

A cura di
Marco Mottura

Pubblicato il: 16/10/2023

Provato su: PlayStation 5

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8 commenti

Bella bella bella recensione

Spiderman 2 presenta il Peter Parker più stupido di sempre, rendendo ridicoli alcuni risvolti di trama, una colonna sonora dimenticabile, una grafica al limite PS4 Pro.
Però è divertente giocarci, si diventa OP velocemente con tutta una serie di …Altro...
Spiderman 2 presenta il Peter Parker più stupido di sempre, rendendo ridicoli alcuni risvolti di trama, una colonna sonora dimenticabile, una grafica al limite PS4 Pro.
Però è divertente giocarci, si diventa OP velocemente con tutta una serie di gadget e mosse molto spettacolari: comunque da rimanere attenti, che un paio di schivate mancate possono voler dire game over. È divertente andare in giro e svolazzare con una libertà di movimento molto elevata, che tornare alla paravela e ai poteri/mezzi di Zelda fa male anche solo concettualmente. Gioco asciutto e onesto come Spider Man 1.5: Miles Morales. Occasione sprecata per grafica e trama, ma è anche vero che Insomniac arriva in tempo con una pipeline di lavoro invidiabile (qualche crash di troppo, forse).

Recensione TOP come sempre Marco!

Una domanda, è un occasione sprecata?

L'ottimo lavoro aumenta il desiderio (rimpianto?) di vedere prima o poi Insomniac al lavoro su Sunset Overdrive o su nuove IP non a licenza ...

Daje così, divertimento puro

Gran bella recensione Marco!

Bella rece! Per gusti personali prima mi giocherò Alan Wake. Se non una recensione, spero in qualche contenuto anche su quello.

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