PIKMIN 4

Quando l'organizzazione è un'arte

È oggettivamente difficile sapere se, su per giù verso la fine degli anni '90, Sua Maestà Shigeru Miyamoto – nominato Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia nel 2006, nonché visionario genio da sempre al servizio della Grande N – si sia davvero appassionato al giardinaggio, folgorato come vuole il mito dall'indole zen di un passatempo perfetto per distrarsi dallo stress e dalle responsabilità che giocoforza si accompagnano allo sviluppo di videogame. Forse, a dirla tutta, a due decadi di distanza non conta nemmeno più stabilire l'effettiva veridicità della questione, e anzi ci si potrebbe semplicemente accontentare della consuetudine di certi modi di dire.

“tutte le leggende hanno come base di partenza un fondo di verità...”.

Quel che diventa importante è invece constatare come Pikmin 4, l'ultimo capitolo di una saga nata su GameCube nel 2001 e rimasta purtroppo abbastanza oscura agli occhi del grande pubblico, abbia trovato – a dieci anni esatti dal predecessore diretto pubblicato all'epoca su Wii U – addirittura una motivazione filosofica per giustificare l'originalissima indole multitasking di un RTS unico al mondo; un ibrido che mescola la giusta dose di strategia, un'invidiabile immediatezza arcade e la variopinta anima da cartone animato tipica dello stile Nintendo (declinata però in un contesto squisitamente weird). “Il Dandori è l'arte di organizzare strategicamente i compiti per eseguirli in modo efficiente. Prova a farlo anche nella vita di tutti i giorni!”, il monito promosso direttamente in game dall'ultimo esponente di una serie che ha il merito di vantare pochissimi emuli e ancor meno eguali. Uno slancio al cento per cento nipponico che mi piace immaginare come una lezione impartita da Miyamoto in persona e, chissà, magari appresa in quella fantomatica parentesi fatta di terriccio, foglie ed arbusti a cui dedicarsi con pazienza e amore.

A dispetto degli inediti propositi motivazionali, nel quarto episodio non cambia comunque la costante premessa che ci accompagna da oltre vent'anni: anche a questo giro si comincia con l'esplorazione di un pianeta da parte di un'astronave capitanata da un esserino alto grossomodo una spanna (per la prima volta customizzabile attraverso un editor scarno eppure funzionale), un piano di approvvigionamento dovuto a una catastrofe ecologica a cui sussegue l'inevitabile avaria tecnica e la puntuale richiesta di aiuto che toccherà all'utente soddisfare. Il canovaccio è esile e rappresenta giusto un pretesto per mettere in scena un'esperienza comunque capace di distinguersi in termini di scrittura, poiché le descrizioni di oggetti di poco conto a noi familiari – che diventano tuttavia inestimabili tesori agli occhi di un nanerottolo extraterrestre – denotano un'arguzia e un'attenzione fuori dal comune, oltre a un nemmeno troppo implicito messaggio ambientalista.

Da lì in poi Pikmin 4 si dischiude con la delicatezza di un fiore appena sbocciato, con la misura e la pazienza di chi vuol condurre chiunque per mano. A proposito, due considerazioni da mettere bene in evidenza. Per prima cosa, non fatevi ingannare dal numero 4 che figura nel nome: consapevole dei modesti riscontri passati e del cosiddetto “fattore Switch”, Nintendo ha proposto un episodio che è sì un seguito diretto (con almeno un paio di chicche sensazionali per i fan di lunga data come il sottoscritto...) ma che più di tutto ambisce a presentarsi come un evidente nuovo inizio, perfetto per saltare a bordo da novizi assoluti. Ecco perché Pikmin 4 non dà mai e poi mai niente per scontato, e anzi si diverte nell'autocitare personaggi e situazioni col sincero gusto per la sorpresa.

In seconda battuta ci tengo a far notare come ad ogni modo, a prescindere dai più nobili propositi di inclusività, la saga rimanga comunque appannaggio di un'utenza prettamente hardcore, richiedendo un certo grado di coordinazione e una capacità di pianificare in tempo reale il da farsi adattandosi ad ostacoli ed imprevisti. Un continuo micromanagement che potrebbe però coinvolgere un secondo giocatore attraverso il supporto multiplayer attivabile in qualsiasi istante: un'opzione in cui il player 2 si dedica a fornire piccoli assist attraverso il lancio di sassolini, validissima opportunità per una combo genitore/figlio o gamer/non-gamer. Insomma, aspettatevi un convincente accompagnamento non troppo dissimile da quello visto e apprezzato ai tempi di Super Mario Galaxy, piuttosto che una modalità davvero cooperativa intesa nel senso tradizionale del termine.

Ma cosa si fa, alla fine, in Pikmin? Con visuale in terza persona a volo d'uccello si controlla un esercito via via sempre più numeroso di esserini a metà strada tra omuncoli e vegetali. Ogni Pikmin (in totale ce ne sono ben otto specie, di cui due inedite...) è contraddistinto da un colore e da una sua morfologia, che gli conferiscono abilità speciali da sfruttare per risolvere elementari enigmi, per interagire con l'ambiente e per combattere contro le bizzarre creature che popolano gli scenari. Qualche esempio? I Pikmin rossi resistono al fuoco e sono i guerrieri più instancabili, quelli gialli conducono l'elettricità e sono i più agili da lanciare e i più veloci a scavare, quelli blu possono entrare nell'acqua e così via. Trovare di volta in volta il giusto equilibrio nella composizione della squadra e magari suddividerla a seconda dei compiti che si vogliono portare a termine entro l'imbrunire – momento in cui i predatori si fanno più agguerriti e le scorribande si interrompono – sono soltanto alcuni dei cardini di un'esperienza incredibilmente appagante, che si rapporta al genere degli strategici in tempo reale con la stessa brillante inventiva con cui Splatoon sta agli sparatutto multiplayer in terza persona. Parliamo insomma di un'avventura fatta di piccole conquiste che si tramutano grandi traguardi, con un ritmo tutto suo e una progressione impagabile, che nel corso di questo quarto episodio continua ad elargire soddisfazioni anche dopo parecchie ore di gioco (su un totale di ben oltre la ventina, sfiorando le trenta qualora si punti al completismo).

Su una struttura di base rimasta mediamente fedele a se stessa nel corso del tempo, si inseriscono però una serie di novità degne di nota. Quella più ovvia, fosse solo per l'adorabile design del personaggio, risponde al nome di Occin, ovvero il buffissimo “cane” da soccorso su cui si reggono tante delle meccaniche di Pikmin 4: una new entry così convincente da rappresentare un istantaneo punto di non ritorno, fosse solo per tutti gli elementi di quality of life offerti all'utente o per la sfiziosa componente di sviluppo delle abilità in stile RPG. Occin diventa dunque il cardine indiscusso dell'esplorazione: può raccogliere su di sé l'intera brigata – peraltro con un'animazione deliziosa che vede i Pikmin aggrapparsi al suo panciuto corpo peloso – può nuotare, può scavare, può caricare in corsa i nemici e molto altro ancora. Un compagno indispensabile che si rivela utile anche per dividere in due l'armata, portando magari mezza squadra con sé mentre il protagonista umanoide è impegnato altrove.

Seppur forse meno enfatizzato rispetto a quanto visto nel predecessore, questo concetto di interazione a due vie si esprime soprattutto all'interno di alcune delle caverne, ovvero gli inediti sotterranei che si trovano sparsi qua e là per gli arzigogolati livelli. L'idea è quella di proporre dei veri e propri dungeon a livelli, che piano dopo piano permettano excursus circoscritti in termini di design e di specifiche dinamiche di gameplay. Nel sottosuolo il tempo non scorre e dunque non si avvertono pressioni legate al tramontare del sole, eppure il senso di sfida è dato dall'impossibilità di rigenerare i Pikmin perduti e dall'incontro con gli avversari più temibili del gioco, che di solito occupano il piano più basso del dungeon. A tal proposito, è un peccato che i boss abbiano perso quell'aspetto leggermente narrativo visto in passato, con arene pensate ad hoc a cui si arrivava con la giusta progressione e introdotti da una breve cinematica: un'attenzione a scontri davvero memorabili che ad essere sincero mi è mancata in Pikmin 4.

Al di là di questo trascurabile passo falso, il grande difetto della produzione riguarda tuttavia un'altra delle novità introdotte da questa esclusiva Nintendo Switch, ovvero le escursioni notturne. Per la prima volta in assoluto è infatti possibile imbarcarsi in appositi viaggi al chiaro di luna, che pur partendo con premesse lusinghiere finiscono per infrangersi rovinosamente su un sentiero lastricato di ripetitività e di scarsa ispirazione. Di notte Pikmin 4 cambia infatti letteralmente aspetto, rinunciando all'unicità del suo gameplay multitasking per optare in maniera inspiegabile per uno stile da tower defense all'acqua di rose, che sin da subito presenta criticità importanti. Al buio, i Pikmin iridescenti diventano i veri protagonisti del gioco: basta accumulare dei cristalli che a prima vista sembrerebbero identici alle Astroschegge di Super Mario Galaxy (che i due titoli siano dunque ambientati nel medesimo universo!?!) per rimpolpare le proprie legioni senza nemmeno dover tornare alla base, con l'intento di difendere dei nidi chiamati Luminotane degli assalti dei predatori. Peccato che Joy-Con alla mano il risultato sia tra il modesto e il deludente, specie considerando la già citata ripetitività dell'insieme o la quasi totale assenza di strategia, poiché è sufficiente tenere d'occhio il radar e scatenare al momento giusto un devastante attacco bomba dei Pikmin per avere agevolmente la meglio su qualsiasi avversario. Non ho francamente capito perché la Grande N abbia optato per una soluzione simile, di una banalità desolante rispetto al resto del gioco: le escursioni lontane dalla rassicurante luce del sole avrebbero meritato una resa ben diversa, con magari un carico di tensione in più invece di una semplificazione così insulsa.

Decisamente più apprezzabili invece le Battaglie Dandori, un tentativo a mio avviso riuscito di aggiungere un pizzico di pepe e di varietà incorporando all'interno della storia principale quella modalità multiplayer 1vs1 introdotta nel terzo episodio e rimasta per ovvie ragioni qualcosa di poco conosciuto: ogni tanto vi capiterà di dovervi districare in speciali sfide a tempo pensate per massimizzare la vostra produttività, spingendo davvero al limite la conoscenza degli spazi e le dinamiche di approvvigionamento delle risorse per creare una macchina perfetta di produzione di uomini-foglia e conseguente raccolta dei tesori. Una scusa per provare e riprovare, e magari idealmente per appassionarsi a un tipo di sfide competitive disponibili anche come voce a sé nella schermata del titolo (per un massimo di due giocatori in split screen).

Pikmin 4 si è fatto aspettare dieci anni, ma forse proprio per questo il suo valore è indiscutibile: ancora una volta Nintendo è stata capace di riaffermare la qualità sopraffina di un franchise che meriterebbe un'attenzione molto diversa da quella che ha ricevuto fino ad oggi, con anche il coraggio di aggiungere svariate brillanti idee alla ricetta classica – eccezion fatta per le escursioni notturne, bocciate senza appello. Non so se sia il mio episodio preferito di sempre (la lotta col predecessore diretto è serratissima), eppure per quanto mi riguarda il tempo trascorso in compagnia di Occin e del resto della colorata combriccola in miniatura rimane comunque una delle parentesi più liete di questo trionfale 2023. Adesso la vera impresa sarà provare ad applicare il Dandori alla mia esistenza e magari alla gestione di RoundTwo:

Shigeru proverò a non deluderti, come tu non hai deluso me!

A cura di
Marco Mottura

Pubblicato il: 19/07/2023

Provato su: Nintendo Switch

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7 commenti

Ho seguito il consiglio di Marco e ho provato la demo di Pikmin 4 qualche giorno fa. Oggi ho passato 4 ore a perfezionare l'arte del dandori, gioco incredibile

Recensione ben incasellata.

Riprende la filosofia del "Dandori" trasmettendo quel senso di organizzazione che il gioco vuole insegnare al giocatore.

I vari paragrafi sono rinchiusi in dei riquadri verdi molto leggeri e stondati, che ricordano i …Altro...
Recensione ben incasellata.

Riprende la filosofia del "Dandori" trasmettendo quel senso di organizzazione che il gioco vuole insegnare al giocatore.

I vari paragrafi sono rinchiusi in dei riquadri verdi molto leggeri e stondati, che ricordano il rigoglioso verde della natura.
La scelta delle immagini é molto apprezzata -oltre ad essere piccole riproduzioni nella vita reale- sono tutte nello stesso stile, ritraggono i Pikmin che eseguono varie mansioni, come aiutare i vari protagonisti e trasportare risorse.

L'impaginazione rimane ordinata, pulita e colorata, aumentando l'appagamento visivo durante la lettura.

9/10

Ottima recensione Marco, una curiosità però, sulla progressione e il completamento quanto pesano le escursioni notturne? Saranno solo punti obbligatori della trama oppure parti che necessariamente dovremmo fare per il completamento totale del tito …Altro... Ottima recensione Marco, una curiosità però, sulla progressione e il completamento quanto pesano le escursioni notturne? Saranno solo punti obbligatori della trama oppure parti che necessariamente dovremmo fare per il completamento totale del titolo?

Complimenti per la recensione Marco. Da sempre amo pikmin per la sua unicità e non vedo l'ora di mettere le mani in questo quarto capitolo. Nintendo sta buttando fuori dei grandi titoli dimostrando che spesso nei videogiochi la potenza hardware non …Altro... Complimenti per la recensione Marco. Da sempre amo pikmin per la sua unicità e non vedo l'ora di mettere le mani in questo quarto capitolo. Nintendo sta buttando fuori dei grandi titoli dimostrando che spesso nei videogiochi la potenza hardware non è tutto.

Dopo Tears of the Kingdom e Sea of stars, è il titolo che più aspetto quest'anno. La demo mi ha estasiato e spero il gioco mi diverta come gli altri tre capitoli. Peccato per le escursioni notturne che sono comunque curioso di provare (e credo un …Altro... Dopo Tears of the Kingdom e Sea of stars, è il titolo che più aspetto quest'anno. La demo mi ha estasiato e spero il gioco mi diverta come gli altri tre capitoli. Peccato per le escursioni notturne che sono comunque curioso di provare (e credo unico elemento assente dalla demo).

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