CROSS GEN

CRESCERE CON I VIDEOGIOCHI

Il 22 settembre del 2017 sono diventato genitore per la prima volta, ma mi sono sentito davvero sentito un papà solo qualche mese dopo, quando abbiamo iniziato a giocare. Sia chiaro, l’amore per lei è stato totale sin da prima che nascesse, ma nei primi mesi di vita, almeno nel nostro caso, essere suo padre era più un supporto logistico e tecnico che altro. Quando però ha iniziato a interagire, e a giocare, beh, le cose sono cambiate. Sono passato dal sentirmi “il signore vicino alla mamma” all’essere davvero suo padre, all’essere in grado, insomma, di costruire una connessione e un rapporto che fosse solo nostro. 

Questo rapporto si è sviluppato soprattutto con il gioco, e non è stato facile. 

A me da bambino non è mancato nulla, ma non ho mai davvero “giocato” con i miei genitori (o almeno non me lo ricordo, vai a sapere), per cui, proprio a livello pratico, non sapevo come si facesse (e pure ora che ho acquisito una certa pratica, a volte fatico). Il gioco, esattamente come è successo con suo fratello qualche anno più tardi, è stato una specie di catalizzatore del nostro rapporto. 

Avanti veloce allo scorso Natale: sotto all’albero, Emma e Elia, cioè i miei figli, hanno trovato la loro prima console. 

Questo progetto nasce proprio per raccontare come nasce (e se nasce) un giovane videogiocatore e come si trasforma e cambia (se cambia) la vita di un bambino che inizia a videogiocare così come quella del genitore che li guida. Siamo la prima generazione di genitori che conoscono i videogiochi, che sanno cosa sono, quali sono i loro pregi e i loro difetti, e che possono aiutare i propri figli fornendogli degli strumenti adatti a vivere questo tipo di esperienze nel modo migliore possibile. 

Io sono Alessandro Zampini, racconto di videogiochi da ormai un po’ di tempo, e questa è Cross Gen.

La tipica espressione estremamente sveglia dei bambini impegnati: la bocca aperta.

Era da un po’ che pensavo a quando iniziare con i videogiochi con i miei figli per davvero: ogni tanto giocavamo a Puzzle Bubble o SNK vs Capcom sul cabinato di casa e ci siamo fatti belle sessioni a Suika Game, Just Dance, il gioco di Bluey o Mario Wonder, ma fino ad adesso è stata un’attività estremamente limitata e saltuaria. Con il passare del tempo però loro hanno mostrato sempre più interesse, al punto che sembrava stesse diventando un po’ una fissa, per cui ho immaginato che fosse arrivato il momento di strutturare un po’ meglio la cosa. 

Questo progetto non vuole essere in nessun modo una guida (perché se c’è una cosa che ho imparato da genitore è che esistono spiegazioni e consigli validi, ma mai guide) su come si fa qualcosa, ma solo il racconto di quello che abbiamo deciso di fare noi e del perché lo abbiamo fatto. 

Partiamo con un esempio: gli schermi televisivi. Pur consapevoli di quali sono i consigli dell’ OMS e degli esperti nei confronti dell’esposizione a televisione e tablet (spoiler: nulla fino ai due anni, non più di un’ora al giorno dopo), su questi limiti siamo sempre stati più “morbidi”. Sia Emma che Elia hanno iniziato a vederla ben prima dei due anni (perché ci sono stati dei momenti in cui come neo-genitori avevamo proprio la necessità di rifiatare), e anche dopo, pur non esagerando mai, sopra l’ora ci siamo andati spesso. Abbiamo però deciso ad esempio di non dargli accesso a smartphone o tablet, a casa come fuori. Con i nostri figli questo tipo di approccio ha funzionato: l’accesso limitato ma non eccezionale alla TV (che poi mica guardano i canali lineari, ma i contenuti delle piattaforme) ha fatto sì che diventasse parte della loro vita senza che la monopolizzasse, e ora siamo nella situazione in quando sanno che devono spegnere, spengono, e soprattutto che raramente, se non mai, la vedono tanto per vederla. 

Essere genitore è un continuo compromesso tra quello che sai che è giusto fare perché l’hai letto o sentito da qualche parte e il desiderio di sopravvivere a un’altra giornata, soprattutto all’inizio. Ognuno ha il diritto di trovarsi l’equilibrio che vuole attraverso i compromessi che ritiene opportuni: su questi argomenti, in questo posto, vige la regola del “come fai, fai bene”.

Elia ha prima scelto, e poi abbandonato il suo primo gioco di Pokémon. Tutto suo padre, ma ne parleremo.

Cross Gen vuole essere in sostanza questo, il racconto di come i miei bambini hanno iniziato a videogiocare, delle decisioni che ho preso, del perché le ho prese, ma soprattutto delle loro reazioni, di cosa gli piace e non gli piace, di come in generale vivono questa nuova esperienza. Ci saranno anche però indicazioni più pratiche, come la spiegazione di cosa sono e di come si possono usare i sistemi di parental control, come funzionano le piattaforme pensate per i ragazzi come Roblox o Fortnite, e magari anche il racconto di altri genitori i cui figli videogiocano, così come di esperti, pedagogisti o psicologi. E ci saranno poi ovviamente i giochi: quelli che gli sono piaciuti (e perché) e quelli con cui proprio non c’è stato verso.

Settimana prossima vi spiego le regole che ci siamo dati, e tra due settimane partiamo con il resoconto del loro primo mese da videogiocatori. Arriveranno anche altre cose, ma non so esattamente né quando né quante saranno. 

A presto, e benvenuti!

Pubblicato il: 22/01/2025

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21 commenti

Bellissima iniziativa! La seguirò attentamente.

Da stanchissimo padre di due gemelli di 1 anno, non vedo l’ora di leggere tutti questi articoli: un po’ di fatica risparmiata perché vi siete già fatti voi i migliori ragionamenti possibili!!!

Sono papà da 1 anno e mezzo e spesso mi chiedo quale sarà il comportamento migliore da avere con mio figlio.
Perché con la casa letteralmente invasa da console (ho creato una piccola postazione di retrogaming persino in lavanderia) sarà una cons …Altro...
Sono papà da 1 anno e mezzo e spesso mi chiedo quale sarà il comportamento migliore da avere con mio figlio.
Perché con la casa letteralmente invasa da console (ho creato una piccola postazione di retrogaming persino in lavanderia) sarà una conseguenza naturale che anche lui voglia giocare come il papà.

Basta una rubrica come questa per far capire quanto il progetto RoundTwo sia avanti anni luce. Bravissimi! Non vedo l'ora di poter giocare con mia figlia quando sarà più grande!

Non sono padre e probabilmente non lo sarò mai però leggerò con attenzione questa rubrica. Sono curioso soprattutto dell'approccio che tiene Marco nei confronti della sua figlia ribelle.

Idea innovativa ed eccezionale!

Grande Zampa! Non sono padre e non so se lo sarò mai, ma questa rubrica mi incuriosisce anche banalmente per i miei nipoti. ❤️

Grazie Zampa e grazie RoundTwo, da padre non vedo l'ora di leggere il tuo racconto.

Ciao, intanto ringrazio e faccio un grosso plauso ai ragazzi di roundtwo per aver dato a Zampa la possibilità di fare questa rubrica. Io sono da 3 anni padre di una bimba e mi sono ritrovato in quasi tutto quello che ha scritto zampa riguardo la tv …Altro... Ciao, intanto ringrazio e faccio un grosso plauso ai ragazzi di roundtwo per aver dato a Zampa la possibilità di fare questa rubrica. Io sono da 3 anni padre di una bimba e mi sono ritrovato in quasi tutto quello che ha scritto zampa riguardo la tv e in generale come mi sono sentito al inizio, fra la nascita e il primo anno e mezzo di età. Accolto a braccia aperte questa rubrica perché sono diventato il primo compagno di gioco di mia figlia e involontariamente, anche un pochino volontariamente diciamocelo, si sta appassionando a ciò che fin da piccolo appassionava me. Pongo, lego et similia e da poco i videogiochi, attività che da qualche mese faccio quando lei si mette a giocare in autonomia. Rimango quindi in trepidante attesa dei vostri prossimi racconti di avventura perché curioso di imparare e magari condividere ove possibile. Complimenti a tutti

Ciao, anche io vorrei condividere la mia (limitata) esperienza da padre (babbo non papà, sia chiaro😁​). Mio figlio ha 3 anni compiuti da poco e l'approccio al mondo digitale è stato molto simile a quello tenuto da Alessandro: consapevolezza di …Altro... Ciao, anche io vorrei condividere la mia (limitata) esperienza da padre (babbo non papà, sia chiaro😁​). Mio figlio ha 3 anni compiuti da poco e l'approccio al mondo digitale è stato molto simile a quello tenuto da Alessandro: consapevolezza di quelle che sono le linee guida su cui abbiamo deciso di essere un po' più morbidi. Guardiamo la TV insieme la sera per un'oretta, leggiamo una storia e andiamo a dormire senza discussioni. Non gli abbiamo mai dato smartphone o tablet liberamente e quando vogliamo vedere qualcosa su youtube lo facciamo dalla TV. Ho iniziato a fargli vedere che videogiocavo a Febbraio dell'anno scorso, con l'uscita di Final Fantasy VII Rebirth mi è capitato spesso di averlo vicino mentre cercavo di portare a termine l'epopea di Cloud e soci e lui mi faceva domande del tipo "perchè quello ha la coda con il fuoco?" o "perché quello da le botte con la spada?". Così un giorno ho iniziato a farlo interagire, quando mi serviva apriva la mappa, il menù, ecc... Alla fine avevo capito che voleva provare lui a muovere i personaggi, così ho tirato fuori il Sega Mega Drive Mini ed abbiamo iniziato a giocare a Sonic. Al di là del fatto che adesso abbiamo tute, palloncini e pupazzi di Sonic sparsi per tutta casa, vedo che ha anche maturato un interesse personale su certe dinamiche: mi fa domande sulle location dei vari livelli, mi chiede perché Robotnik è cattivo, ecc... e quindi mi rendo conto che oltre all'interazione con il joypad c'è anche interesse verso lo storytelling. Rivedo molto me stesso in questo, anche io all'epoca su Amiga 500 ero a tratti più affascinato da quei fondali sui quali mi facevo mille domande, che dall'atto vero e proprio di videogiocare. Mi sto godendo molto questo momento ma allo stesso tempo mi chiedo: se continuerà con la passione per i videogames come potrò guidarlo quando sarà "influenzato" dai gusti degli amici che inevitabilmente avranno un approccio al gaming molto diverso da quello del suo babbo boomer? Ovviamente so che è prematuro pensare a quello che potrebbe essere forse il futuro ma spesso quando si diventa genitori la razionalità viene meno.

Bellissima iniziativa e complimenti ad Alessandro. Seguirò tutti gli episodi che estrema attenzione.

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