QUATTRO VALIDI MOTIVI PER NON PERDERSI PIKMIN 4

Nonostante una longevità di tutto rispetto – basti ricordare che il primo episodio della serie venne pubblicato su Gamecube oltre vent'anni or sono, per la precisione nel 2001, con quattro episodi principali e un paio di spin-off - purtroppo Pikmin non è mai davvero riuscito a ritagliarsi un posto fra i primissimi della classe di casa Nintendo. Un destino tanto beffardo quanto probabilmente immeritato, per quello che non solo è uno dei franchise preferiti di sempre dall'istrionico Shigeru Miyamoto ma che continua a rimanere un elemento di forte originalità all'interno della variopinta galassia della Grande N.

Nell'attesa di parlare in modo più approfondito di Pikmin 4, in arrivo il prossimo 21 luglio in esclusiva su Nintendo Switch dopo un'attesa quasi fuori dal tempo (contando che la prima randomica allusione al titolo è datata giugno 2017, durante un'intervista a Eurogamer...), ho pensato a un'anteprima un po' diversa dal solito. Niente hands-on nel senso canonico del termine – nonostante un contatto con la produzione lo abbia avuto eccome negli scorsi giorni – quanto piuttosto una potenziale guida all'acquisto, per incentivare i curiosi a dare una chance a una saga a cui tengo particolarmente e da sempre. Fermo restando che il consiglio più caloroso è quello di sperimentare di persona le meraviglie che il gioco ha da offrire, scaricando la demo del quarto episodio disponibile da oggi, eccovi quattro buone ragioni per non farvi scappare Pikmin 4.

1) Perché non c'è davvero niente come Pikmin.

La leggenda narra che alla fine degli anni '90 Shigeru Miyamoto, il visionario creatore di Super Mario e The Legend of Zelda, si sia improvvisamente appassionato al giardinaggio: un hobby di certo molto distante dal game design, che con tutta probabilità è servito a distrarre il Maestro (insignito del prestigioso riconoscimento di “Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere” in Francia nel 2006) dallo stress di una vita quotidiana fatta di pressanti responsabilità. Il bello è che questa sua folgorante passione si è tradotta in un videogame a dir poco speciale, capace oggi come nel 2001 di distinguersi da tutto il resto con orgoglio e merito. Pikmin è di fatto un gestionale deliziosamente declinato in ottica Nintendo: uno strategico in tempo reale lontanissimo dallo stile di Starcraft o da quello di Sim City, che fa della sua spontanea unicità uno degli innegabili punti di forza.

In Pikmin si controllano, attraverso un fischietto che diventa un po' il richiamo irresistibile del pifferaio magico, schiere di esserini antropomorfi a metà strada tra ometti e piante: l'obiettivo è quello di servirsi delle innate abilità delle creature che danno il nome alla serie per esplorare livelli arzigogolati, tra piccoli puzzle da risolvere e nemici sempre più bizzarri da affrontare. Il tutto in un superlativo trionfo di puro multitasking, che si declina attraverso la gustosissima azione al comando di una legione di indomite formichine incazzose o un'esplorazione che viene puntualmente premiata da ricompense stimolanti. Pikmin ha lasciato sul suo cammino qualche emulo più o meno degno di nota – Little King's Story, Overlord o il misconosciuto Army Corps of Hell – eppure nella sua geniale commistione di strategia, combattimento ed enigmi non avrete probabilmente giocato a nulla di simile in tutta la vostra carriera di gamer: già solo per questo meriterebbe un'occasione, no?

2) Perché è il perfetto punto di ingresso per i nuovi arrivati.

Non fatevi in alcuna misura scoraggiare dal 4 che porta nel nome: senza timore di smentita, credo di poter affermare che non ci sia mai stato un momento migliore di questo per avvicinarsi al franchise. Nel tempo, il corso della saga è stato del resto abbastanza erratico: il già citato debutto nel 2001, con un originale brillante ma anche un po' troppo hardcore nei suoi stringenti vincoli di tempo, poi un seguito riveduto e corretto (sempre su Gamecube) datato 2004. Da lì in poi una pausa durata un'intera generazione di console e ben nove anni, fino al terzo capitolo pubblicato su Wii U nel 2013 e riproposto nel 2020 su Nintendo Switch in un'edizione Deluxe a dir poco eccellente ma in ovvia continuità con il recente passato. Avanti veloce fino a oggi, a un episodio che è sì un seguito diretto – detto che la trama in Pikmin è un elemento molto secondario rispetto al gameplay ma anche all'acuta scrittura, capace di inquadrare il mondo che ci circonda con un occhio così bizzarramente alieno – e che in ogni caso si presenta come un consapevolissimo anno zero per un pubblico tutto nuovo.

Perché, è inutile girarci attorno, Pikmin quasi non esiste al di fuori del Sol Levante, e l'effetto Re Mida di Nintendo Switch potrebbe finalmente garantire quella consacrazione che sarebbe dovuta arrivare chissà da quanto per il Capitano Olimar & Company. Un percorso non dissimile da quanto capitato in questa generazione anche a un altro esperimento curioso e ricco di personalità dell'epoca del leggendario cubetto viola, ovvero quel Luigi's Mansion che proprio col terzo capitolo ha spiccato il volo. Insomma, non abbiate paura e tuffatevi a capofitto in questo Pikmin 4: si riparte rigorosamente dalle basi, con peraltro una curva di apprendimento squisitamente dolce e guidata il giusto, che con un costante senso di progressione saprà stimolarvi sin da subito. Se poi doveste innamorarvi, ci sono addirittura sia il tempo che la comodità di potervi guardare indietro, dal momento che con la recentissima pubblicazione in shadow drop digitale dei primi due episodi ormai Nintendo Switch raccoglie su un'unica piattaforma tutti gli esponenti della saga principale. Certo, non sarà facile rinunciare alle comodità e ai poderosi miglioramenti in termini di quality of life e di pathfinding offerti dall'imminente prossima avventura in questo folle megaminimondo.

3) Perché è l'episodio potenzialmente più completo di sempre.

Pikmin 4 non è solamente un seguito e allo stesso tempo un esemplare punto di ingresso: di più, Pikmin 4 è una ghiottissima antologia di quanto introdotto nel tempo all'interno della serie. Partiamo dalle ovvietà: in ogni capitolo Nintendo ha inserito specie inedite di Pikmin, ciascuna contraddistinta da un colore e da qualche differenza morfologica in grado di distinguere gli omuncoli a una rapida occhiata, ma soprattutto da eccezionali abilità univoche. Qualche esempio? I Pikmin rossi resistono al fuoco e picchiano forte, quelli gialli si possono lanciare a distanze maggiori e conducono l'elettricità, mentre i blu sono gli unici che respirano sott'acqua. Ancora, i corpulenti viola introdotti nel primo sequel sono più pesanti e più forti, oppure i bianchi sono velenosi. E che dire degli adorabili Pikmin roccia visti nel terzo capitolo, che con il loro corpicino coriaceo possono infrangere certe superfici e aprire la via o di quelli rosa che sono in grado di volare? Il senso di meraviglia è una costante per la saga, e si accompagna al divertimento e alla delicatezza weird sottolineata dal character design stellare e dalle animazioni irresistibili.

Pikmin 4 include per la prima volta tutte le creature incontrare in precedenza, ma anche due nuovissime tipologie di esserini: quelli ghiaccio che possono congelare avversari ed elementi dello scenario, oltre a quelli fantasmatici che con la loro spettrale bioluminescenza sembrano avere un ruolo essenziale nelle inedite escursioni notturne (perché da sempre in Pikmin al calare del sole si interrompono le scorribande per evitare gli attacchi dei predatori, cosa che invece non avverrà nel prossimo episodio). Tornano anche tutte le migliorie legate ai controlli e alla gestione della squadra già sperimentate con successo nella riedizione Deluxe di pochi anni or sono, oltre ad una serie di inebrianti novità legate al buffo Occin, una sorta di cane da soccorso extraterrestre che ha già fatto breccia nel mio cuore con la sua espressione genuinamente idiota. Una variabile, quella del prezioso aiutante giallo, che aggiunge dinamiche che sembrano sposarsi alla perfezione con il DNA rodato nel tempo, aggiungendo ritmo, struttura e progressione a una formula già impagabile di suo. Ecco perché non è un caso che anche solo nelle prime due missioni della campagna ci siano una valanga di spunti e di cose da fare, tra potenziamenti per il cagnolone così come per il vostro avatar – per la prima volta persino customizzabile, con risultati limitati ma gustosamente stravaganti tipo la mia recluta con faccia da sedere, pettinatura da bosozoku ed immancabile eyeliner.

4) Perché è addirittura un gioco educativo.

Nascendo come emanazione diretta di un passatempo zen come il giardinaggio, Pikmin non può che proporsi come un'esperienza riflessiva e pure abbastanza dotta. Intendiamoci: senza dubbio è di base sostenuto nel ritmo e alle volte anche apertamente crudele, come del resto sa essere la natura (aspettate di vedere i vostri primi Pikmin affogare in seguito ad un ordine errato per capire cosa sia il senso di colpa...), ma l'impatto globale risulta molto meno banale di quel che si potrebbe pensare. La componente ecologista è da sempre un mantra su cui si regge con orgoglio la storia intera: si parla di rifiuti per alcuni che possono tramutarsi in inestimabili tesori per altri, di sovrappopolamento e più in generale della convivenza con un ecosistema che può e deve trovare un suo equilibrio per poter continuare ad esistere.

Come se tutto ciò non fosse già di per sé una prodigiosa anomalia al cento per cento nipponica, Pikmin 4 si fa pure esplicito portavoce del cosiddetto Dandori, ovvero un concetto tipicamente giapponese che equivale grossomodo al nostro multitasking. Il Dandori si trasforma dunque in una vera e propria filosofia di vita, uno spunto da cogliere ed applicare in game ma anche e soprattutto da trasferire nel mondo reale: l'arte di incastrare tutto nella maniera migliore possibile, di ottimizzare lo spazio e il tempo a seconda delle risorse diventa una tappa per salvare Olimar e il resto della crew di dispersi, ma anche un insegnamento molto meta che viene sbandierato spesso e volentieri in faccia all'utente. Ecco perché, complice una modalità cooperativa dove un secondo giocatore fornisce degli assist superficiali all'altro, Pikmin 4 si candida a diventare un titolo perfetto per unire genitori e figli, ma più in generale per scacciare l'immagine del videogame come di un passatempo dannoso e alienante che troppo di sovente finisce per fare notizia nel nostro Paese (ahinoi ancora oggi!).

L'appuntamento è insomma fissato per il 21 luglio, con la pubblicazione del gioco effettivo, ma anche per oggi, con l'arrivo di una demo su eShop che potrebbe opportunamente ingannare l'attesa. Buon divertimento!

A cura di
Marco Mottura

Pubblicato il: 29/06/2023

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4 commenti

Provata la demo invogliata a questo articolo... che dire che scoperta meravigliosa! Anche se probabilmente partirò dal terzo capitolo per evitare uno "sbalzo" eccessivo di accessibilità, che a ritroso potrebbe essere più gravoso :/

Ottimo pezzo! Avendo giocato tutti i capitoli precedenti, tranne la Deluxe, condivido ogni parola. Un gioco davvero stupendo e non vedo l'ora che arrivi la mia copia. Anche se dovrò condividere la console con la mia compagna. Ancora complimenti per …Altro... Ottimo pezzo! Avendo giocato tutti i capitoli precedenti, tranne la Deluxe, condivido ogni parola. Un gioco davvero stupendo e non vedo l'ora che arrivi la mia copia. Anche se dovrò condividere la console con la mia compagna. Ancora complimenti per l'articolo

Dopo aver giocato il 3 un annetto fa ero in dubbio se prendere questo 4, proverò la demo e deciderò, ma il tuo articolo una fiammella di interesse me l’ha accesa indubbiamente

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